Italia, Conte tra le dimissioni e l’Europeo

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La Nazionale Italiana si è riunita ieri a Coverciano in vista delle  amichevoli contro Spagna e Germania e dopo l’annuncio dell’addio come ct, Antonio Conte ha commentato la sua decisione durante la consueta conferenza stampa.

Mi era stato chiesto di fare chiarezza sulla mia posizione visto che il mio contratto sarebbe scaduto dopo gli Europei. Ci ho pensato e ho ponderato la decisione e quando non ho avuto più dubbi l’ho comunicato al presidente, a colui che mi ha scelto e mi ha voluto qui“.

Il tecnico ha poi chiarito il momento in cui ha fatto tale scelta: “La qualificazione agli Europei mi ha riempito d’orgoglio e lì ho cominciato a valutare. Poi sono stato altri 4 mesi senza fare niente e pensare che ci sarebbero stati altri due anni così sarebbe stato davvero difficile rimanere ancora in garage“.

Italy's head coach Antonio Conte reacts during the UEFA EURO 2016 group H qualifying soccer match between Italy and Norway at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 13 October 2015. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Si serve di queste parole il ct per spiegare la motivazione alla base delle dimissioni, rassegnate in anticipo rispetto alla scadenza del contratto. Conte è un uomo di campo, ama viverlo a 360° durante la stagione ed “essere parcheggiato” non fa per lui. Un passaggio delle dichiarazione del tecnico colpisce particolarmente. Gli è stato domandato se il suo è un addio al calcio italiano e la sua riposta è stata: “Non è assolutamente un addio al calcio italiano dove sono cresciuto. Valuterò in futuro cosa fare. Ci sono situazioni in cui si è incudine o martello: in questo momento siamo incudine. E’ il ruolo del commissario tecnico, lo è stato Prandelli e lo sarà anche il mio successore. Me ne farò una ragione. Dopo il Mondiale c’erano tanti buoni propositi, ma poi si è fatta marcia indietro come i gamberi. Il mio riferimento rimane il mio presidente. Quello che mi è dispiaciuto in questi due anni è vedere che una cosa andava fatta per o contro Antonio Conte e non per la Nazionale che è di tutti“.

Italy's national soccer team head coach Antonio Conte during the team's training session at Coverciano Sports Center in Florence, Italy, 13 June 2015. ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI

Da queste parole emerge la delusione di Conte per la mancata collaborazione con la Lega, necessaria per agevolare il lavoro suo e dello staff con i convocati. Ai giocatori avrebbe voluto concedere una settimana di riposo prima della convocazioni per la preparazione pre-Europeo, ma considerando la data stabilita per la finale di Coppa Italia, fissata il 21 maggio, probabilmente si dovrà trovare una soluzione alternativa. Sull’argomento ritiro è intervenuto il mister sostenendo “Non ancora, perché spero che si possa cambiare ancora. Avevo messo in preventivo di dare una settimana di stop ai calciatori, per avere giocatori più brillanti dopo una stagione intensa. Se la finale di Coppa Italia rimarrà il 21 dovremo fare delle riflessioni“.

Dunque in cuor suo spera ancora si possa arrivare a un compromesso per favorire e le due squadre finaliste e il lavoro degli azzurri. Il suo operato nella Nazionale ha già dato i suoi frutti e quando gli viene chiesto quale eredità lascerà al suo successore, Conte commenta così: “Abbiamo lavorato molto sulla maglia azzurra, sulla necessità del ritorno di quella voglia a indossare questa gloriosa maglia. Abbiamo lavorato tanto su questo, con risultati. Abbiamo ritrovato valori importanti che nell’ultimo periodo si erano un po’ persi. C’è un gruppo di calciatori che sta crescendo e che può fare molto bene. Anche il settore giovanile negli ultimi 6 anni, i 4 di Sacchi e i miei due, ha fatto passi da gigante. Il lavoro c’è ed è sotto gli occhi di tutti“.

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Valori che è certo i calciatori manterranno e porteranno in campo, senza nessun pensiero all’addio del loro ct. Per quanto riguarda la squadra di appartenenza dei prossimi giocatori che allenerà, nessun riferimento o conferma da parte del mister anche se la parola Chelsea non è per lui un tabù “No, posso pronunciarla, come quella di altri club italiani. Una parte del mio cuore fa fatica ad accettare questa decisione. Vediamo il futuro cosa mi riserverà di bello se all’estero o in Italia“.

Dunque le voci  inerenti il futuro dell’allenatore sulla panchina del club di Abramovich restano delle indiscrezioni ma una certezza emerge dalle dichiarazioni di Conte: “Io mi sento con tanta voglia di lavorare. Mi eccita che abbiamo questo appuntamento a giugno, sono bello carico per lavorare sotto tutti i punti di vista. Sono esperienze che ti capitano una volta nella vita, sento grande responsabilità, ma ho grande voglia di lavorare con questi ragazzi. Sappiamo che ci sono altre nazionali che possono essere più forti di noi, ma con il lavoro ed essere squadra possiamo colmare questi gap che ci sono“.

Ora testa  all’Europeo che incombe e il ct non ha alcuna intenzione di rendere i giochi facili alle altre nazionali.

Chiara Vernini