Tempi duri, durissimi per Inzaghi e per il Bologna.
il resto del carlino
I rossoblu sono inchiodati in zona retrocessione con soli 11 punti e la tifoseria ha dato più volte segno di ribellione in questi giorni. Le tre croci a Casteldebole non hanno fatto un bell’ effetto a nessuno: minaccia, e nemmeno velata, per la dirigenza del club.
Filippo Inzaghi continua a mostrarsi – sincero o no – sereno e fiducioso per il suo futuro malgrado tutto: “Tra un mese ci saremo buttati tutto questo alle spalle”, azzarda.
In verità, possimo soltanto immaginare lo stato d’ animo di Pippo in vista della partita di stasera, in cui è chiamato a battere non solo una avversaria, ma quella che per lui è stata LA squadra: il ‘suo’ Milan. E – particolare non da poco – sulla panchina rossonera ci sarà il suo compagno di trionfi, quel ‘Ringhio’ che tante volte gli ha guardato le spalle mentre lui, come un rapace, si fiondava verso la rete avversaria. Un passato di lotte insieme, un passato di vittorie.
Un’amicizia.
Questa sera i due si ritrovano l’uno di fronte all’altro, entrambi in situazioni scomode. Perchè proprio come Inzaghi, anche Gattuso ha bisogno di risollevare sorti e morale del Diavolo. Decisamente a Pippo non poteva capitare squadra peggiore in questo momento: per tutti e due, l’imperativo è guadagnare punti e fiducia.
Come un segno del destino è il Milan per Filippo Inzaghi: un destino che per anni ha significato successo, gloria, Champions League, in una carellata di ricordi che sicuramente si riaccendono tutte le volte che vede quella maglia a righe rosse e nere. Oggi tuttavia non c’è tempo per i ricordi: l’orologio scorre veloce e gli ricorda che il Bologna ha bisogno di trovare la luce, la stessa che lui dice di intravedere in fondo al tunnel.
Un po’ di beffa, certo: poteva capitare qualcun altro. Ma c’è il Milan: e per la prima volta quella maglia non rappresenterà il trionfo.
Quella maglia, stasera sul campo, è soltanto un rivale da battere, per salvare il proprio lavoro.
immagine copertina corriere della sera