E’ tempo di riconciliazioni. Li abbiamo lasciati in uno scenario tutt’altro che sereno. Quel 19 gennaio, al San Paolo, gli animi si erano infiammati e il polverone creatosi dalle scintille in campo tra mister Sarri e mister Mancini, polverone finito in un turbinio di critiche, aveva addirittura eclissato la partita disputata. “E’ acqua passata” afferma Mancini durante la conferenza di ieri tenutasi ad Appiano Gentile “Stringerò la mano a Sarri”.
Partire per ricominciare. Acqua passata quanto accaduto al San Paolo durante i quarti di Coppa Italia e di quella spiacevole caduta di stile sono rimasti solo gli sfottò, tipici del calcio stesso. Se a Napoli Giulietta è una poco di buono, Mancini è un ortaggio.
Archiviata la Coppa Italia lo scenario nel quale è incastonato uno degli ultimi big match della stagione è decisamente meno teso (per fortuna) anche rispetto alla partita di andata. La gara al San Paolo era stata incoronata “il big match” della prima parte di stagione, Napoli e Inter, infatti, correvano ancora sulla stessa lunghezza d’onda e la vittoria partenopea aveva determinato il sorpasso della squadra di Sarri, scavalcando i nerazzurri, e la conquista della vetta per la prima volta durante la stagione. Quante cose sono cambiate da quel lunedì di fine novembre: un elemento mancante sottovalutato all’inizio forse fin troppo era la Vecchia Signora che, in silenzio da dietro le quinte, pensava a rifarsi il trucco per un’entrata trionfale di cui nessuno pareva curarsi.
Il grande escluso della serata è il Pipita, protagonista assoluto della gara di andata e di un intero campionato, a segno 30 volte in questa stagione in vetta alla classifica marcatori, squalificato dalla gara di Udine dopo il “Tu per tu” con Irrati, gesto che ha determinato la pesante sanzione nei confronti dell’argentino. Freschissima la decisione della Corte Sportiva d’Appello della Federcalcio che ha previsto la riduzione della squalifica da 4 a 3 giornate, riduzione che permetterà al numero 9 di disputare la gara contro la Roma in programma per il 25 aprile all’Olimpico. Ma attenti a sottovalutare gli eventi, assenza Higuain non significa assenza Napoli e la partita contro il Verona ne è la conferma. Al posto di Gonzalo Higuain ci sarà Gabbiadini che come Mancini stesso riconosce “è bravo”.
Respira intanto Icardi. Nel Roadto di Napoli-Inter il 9 argentino nerazzurro è stato inevitabilmente protagonista di azzardatissimi paragoni con il Pipita, paragoni infondati se si pensano le differenze sostanziali che caratterizzano i due, prima fra tutte l’esperienza. Il capitano nerazzurro intanto addolcisce i tifosi (o la moglie…) concedendosi come “Regalino” pre match un’Huracan Spyder rigidamente nerazzurra. Noncurante di critiche e occhi indiscreti, il 23enne non si lascia intimorire da chi, forse ingiustamente, lo condanna dentro e fuori dal campo sfoggiando allegro il nuovo acquisto di casa Icardi con tanto di parole dolci rivolte alla sua squadra, alla quale giura eterno amore. Maurito non finisce mai di stupire e se qualcuno gli dà del fannullone lui risponde come meglio non potrebbe, sul campo, segnando e battendo i record.
A Frosinone, infatti, è bastato un suo (solito) gol per fare bottino, scavalcare i viola e portare a casa un altro record personale segnando la 50’ rete in 100 partite con la maglia nerazzurra superando il “Principe” Diego Milito.
Anche Erick Thohir sarà presente a San Siro questa sera il quale esorta i suoi a non mollare e ribadisce la necessità di ricercare nuovi partner economici, fermo restando nella detenzione della maggioranza assoluta delle sue quote anche in vista di nuove alleanze.
Mancini intanto, seppur realista, non abbandona l’ottimismo e nonostante affermi le mere possibilità della conquista del terzo posto si dice in dovere, suo e di tutta la squadra, di fare il massimo e provarci fino alla fine. A +2 sui viola e -6 dalla Roma, l’Inter non può più sbagliare se vuole ancora sperare nella Champions, certo è che sarebbe necessario un passo falso in casa giallorossa e i nerazzurri confidano proprio nella gara di giorno 25 all’Olimpico. La matematica non è un’opinione e dal canto loro, i partenopei, distano 6 punti dalla Juventus capolista e se la speranza è l’ultima a morire, dovranno dare il tutto per tutto nelle ultime gare di campionato, sperando però, in uno scivolone (o due) della zebra. Non basta, però, la matematica a infrangere il sogno di un’intera città e allora chissà che non ci pensi la fisica a riaccendere le speranze…la palla è rotonda e nel calcio nulla è è scontato.
Egle Patané