Sfuma il sogno europeo per l’Inter di Antonio Conte. L’Europa League è, ancora una volta, del Siviglia.
La formazione di Julen Lopetegui, al RheinEnergieStadion di Colonia, supera i nerazzurri per 3-2 e si aggiudica l’edizione 2019-20, rinnovata a causa coronavirus, della competizione.
Un match straordinario con due squadre che lottano fino all’ultimo secondo per conquistare l’ambito titolo europeo, senza troppi tatticismi. Cinque reti in totale, di cui quattro nel primo tempo, un autogol che regala la coppa al Siviglia, nervi tesi e battibecco tra le panchine.
Non si può di certo dire che la gara non sia stata movimentata.
Romelu Lukaku sblocca al 5’ su calcio di rigore, procuratosi pochi minuti prima, ma De Jong riapre subito la gara, segnando il gol del pareggio per gli spagnoli. Da quel momento in poi ne succedono di tutti i colori. Prima il braccio di Diego Carlos in area. L’arbitro Makkelie dice che è attaccato al corpo, ma la squadra milanese non è convinta. Scoppia così una parapiglia tra le panchine, che sfocia in uno sfottò dell’ex Banega sulla capigliatura di Conte.
Solo sfottò? Certo che no. Tra un una parola di troppo e un’altra, anche minacce di chiarire il tutto a fine gara fuori dal campo.
Prima dell’intervallo, però, i gol messi a segno aumentano e diventano quattro. De Jong con un’altra rete ribalta il risultato, ma i nerazzurri non stanno a guardare ed è Diego Godin a regalare il pareggio alla squadra di Conte.
Le reti di Lukaku prima e dell’uruguaiano poi non riescono però a regalare l’ambita coppa alla squadra allenata dal salentino.
È l’autorete del numero 9 dei nerazzurri, al 74’, a condannare la squadra di Antonio Conte.
L’Inter lotta fino all’ultimo secondo ma, alla fine, è costretta ad arrendersi agli spagnoli, che alzano al cielo la loro sesta Europa League. Una competizione sempre più Siviglia League, conquistata tra un Lukaku che fa, e tanto, ma poi disfa, tra un Lautaro completamente assente, un Eriksen entrato al 78’, ma anche tra qualche commento di troppo ai capelli del tecnico nerazzurro.
Sfuma quindi il sogno europeo, così come stufa il sogno di riportare l’Europa League in Italia dopo 21 anni o il sogno di vincere il primo trofeo nerazzurro sotto la guida di Conte.
Un sogno infranto dietro l’altro da cui imparare per affrontare al meglio la prossima stagione e raggiungere gli obiettivi prefissati.
Alessandra Cangialosi