E’ la serata dei ritorni al gol e delle gioie quella recitata dall’Inter ieri sera a San Siro
Luciano Spalletti può finalmente sorridere nonostante in conferenza abbia avuto qualche appunto da fare ai suoi specie riguardo le battute iniziali durante le quali a partire più organizzati sono gli ospiti che impensieriscono i nerazzurri dopo aver beffato Skriniar. Lo slovacco si perde per un attimo l’avversario ma recupera immediatamente riuscendo addirittura ad evitare un calcio d’angolo però erroneamente concesso dal guardalinee; al 23′ Pavlovic spaventa ancora la difesa nerazzurra con una diagonale che Sibila vicino al palo sinistro. Bravi i viennesi a chiudere gli spazi dell’Inter provando talvolta a costruire una manovra che quasi sempre però finisce infranta tra le trame dei padroni di casa che concedono comunque qualche pallone e spazio di troppo.
Non a caso Spalletti ai microfoni dopo la partita rimprovera ai suoi il poco ordine nel pressing alto e le attese reiterate nella metà campo avversaria. Eppure quanto appena discusso sono dettagli, che farebbero la differenza – specie con avversari meno abbordabili – ma pur sempre dettagli, quantomeno nella partita di ieri sera che all’Inter ha regalato finalmente una gioia sostanziosa.
A fare la differenza nel match di ieri non è tanto il passaggio del turno, già alla portata dei meneghini – seppur con l’Inter nulla sia mai scontato – quanto piuttosto un risultato di una cospicuità che mancava dal 3 novembre dopo la manita rifilata al Genoa. Solo un 3-0 contro il Frosinone prima di decrescere fino quasi a sprofondare.
Quello di ieri invece è stato un poker calato con semplicità e belle giocate che hanno condito di divertimento una partita che sarebbe potuta finire anche con qualche rete in più se solo si fosse stati più lucidi in alcune occasioni e meno imprecisi in altre.
Candreva che disastro
Clamorosa l’occasione di Antonio Candreva al 40′ del primo tempo che, su un rinvio del portiere su un calcio da appena fuori area di Perisic che dopo una sterzata prova una gran bella conclusione, si ritrova praticamente davanti a Strebinger mancando la porta e sprecando l’occasione del 3-0 tra l’incredulità di Lautaro (a due passi dal compagno avrebbe segnato facile vista la posizione spiazzata dell’estremo difensore rispetto all’argentino, se solo fosse stato servito).
L’esterno destro è quello più in difetto dei 14 visti in campo (11 + tre cambi ndr), incappato in più di un semplice errore l’ex Lazio fatica a trovare non solo la porta ma persino i varchi per rendere utili i palloni per i compagni. Nella prima parte di gara ha più e più volte centrato l’avversario lasciandosi murare e non tanto per meriti altrui quanto per demeriti propri. Al 76′ però dopo un bel fraseggio con l’avversario riesce a mettere in mezzo una gran bella palla rinviata dalla difesa che trova Borja Valero, entrato al posto di Brozovic, che però lo spagnolo indirizza troppo in alto per impensierire il portiere.
La fatica verrà ripagata: Perisic e il finalmente Euro-gol
Sfortunato in più occasioni Ivan Perisic che continua la crescita innescata poco più di un paio di partite fa confermandosi ancora una volta trascinatore di un’Inter che da quando può ri-contare su di lui sembra vivere con molta più serenità, oltre che proliferazione. Nell’avvio del match punzecchia il Rapid con uno stacco di testa che finisce sui guantoni di Strebinger ma da posizione di offside. Il 44 al 32’ prova a mettere in mezzo ma trova ancora il numero uno austriaco e ai venti minuti dalla ripresa, dopo un gran recupero in girata di Politano, propone una diagonale remake dell’azione del primo tempo del Rapid non azzeccando però la porta e spedendo la palla di poco a lato del palo sinistro. L’impegno però viene prima o poi ripagato e finalmente, dopo un’astinenza dal gol lunga due mesi (dal 22 dicembre col Chievo) trova la prima rete dell’anno (solare) ma soprattutto la prima rete in Europa con la maglia dell’Inter.
A dieci minuti dalla fine infatti Ranocchia innesca un’azione servendo Antonio Candreva che stavolta non sbaglia e la spedisce sui piedi di Ivan Perisic che parte con una solita galoppata fino a trovarsi a tu per tu con l’estremo difensore viennese e dall’angolino dell’area piccola insacca il 3-0 con un tiro d’effetto sul quale prova ad arrivare Muldür ma invano.
Ranocchia: il gol dell’orgoglio, del sentimento e dell’interismo
“Io mi reputo un interista e un grande professionista, e questo è un connubio vincente. L’interista è nato per soffrire, ma quando si segna, si vincono le partite e si portano a casa dei risultati e, speriamo presto, dei trofei, il tifoso interista se li gode più di tutti gli altri. Questo rappresenta la mia persona e il mio modo di pensare”
Fcinternews.it
Se il gol di Perisic è il gol che ripaga il sacrificio e (magari) rimette a posto un po’ di questioni di fine gennaio, quello di Ranocchia è il gol del cuore, delle emozioni e dell’interismo colato nella sua essenza. Non emozionarsi all’esultanza tracotante di sentimento in cui si è lasciato andare il tredici nerazzurro dopo aver sferrato il destro a volo finito sull’angolino destro alle spalle di Strebinger che parte in contro-tempo sarebbe quasi demoniaco.
Non segnava da Inter-Udinese della scorsa stagione alla terz’ultima di campionato, finita anche in quel caso 4-0 nell’ultimo poker messo a segno dall’Inter. Sembra veramente non crederci il pubblico di San Siro, eppure lui che come prima reazione tamburella veemente la mano sullo stemma, non a caso proprio sul cuore, e che in zona mista sottolinea quanto il nerazzurro ce l’abbia dentro, è quello che ci ha creduto di più e mentre la difesa spazza goffamente un pallone liberando l’area è attento ad intuirne la traiettoria e fa in tempo a coordinarsi magistralmente prima di colpire con una forza liberatoria che solo uno come lui può tirar fuori. Non ha bisogno di aggiungere altro il ragazzone dal cuore grande e la parola sempre gentile: ha segnato un gol ed è quello più loquace ed esplicativo della serata.
“Cosa ci aspettiamo da Mauro? – dice in mista subito dopo la partita – Non non ci aspettiamo nulla. Dobbiamo concentrarci su quello che dobbiamo fare, perché è già complicato e non possiamo distrarci per altre vicende”.
Da Perisic a Ranocchia, passando per Vecino e Politano
A tornare al gol pure Matias Vecino e Matteo Politano
In Europa, ormai sembra persino essere un cliché, c’è sempre la firma di Matias Vecino: l’uruguaiano dal gol per la Champions segnato contro la Lazio al gol segnato contro il Tottenham nella gara d’andata, fino ad arrivare ad un altro gol ancora in Europa (questa volta non Champions ma League). Non segnava proprio da quel 18 settembre e da quel giorno la ‘Garra Charrua’ ha alternato buone prestazioni ad altre talvolta disastrose, tentando spesso delle conclusioni un po’ troppo di garra che finiscono quasi sempre sopra la traversa o lontane dalla porta. Nella partita di ieri sentire urlare il suo nome ha fatto riaffiorare qualche lieto ricordo e magari è proprio quella garra ad aver dato il qualcosa in più ad una squadra che sembrava non voler lasciare proprio nulla di intentato a cominciare dal centrocampista con l’8 sulle spalle e infatti su un’azione carambolata e una palla lisciata da Antonio Candreva solo davanti al portiere (in uno dei tanti errori della serata), Vecino sfrutta un rimpallo che lo favorisce e dalla distanza tira sul secondo palo, imbucando la palla dell’1-0. Davanti alla porta Lautaro Martinez sfiora la sfera, inizialmente il Toro sembra in posizione di fuorigioco però inesistente e alla fine non tocca il pallone risultando quindi ininfluente.
In rete anche Matteo Politano, entrato al posto di Lautaro Martinez che non ha brillato nelle conclusioni ma ha mostrato una buona mobilità e prontezza a gettarsi su ogni palla, anche in barba alla diffida che pende su di lui in ambito europeo, dando così ragione a Spalletti che spesso ne ha esaltato la generosità. Il Toro ha contribuito in maniera non indifferentemente alla manovra offensiva tanto negli spazi attaccati in area quanto alla ricerca della profondità e dei compagni (2-3 le sponde servite dall’argentino).
Il 16 nerazzurro entra in campo dal 66′ e per la prima volta occupa la posizione di primo attaccante: l’ex Sassuolo che potrebbe, come visto ieri, anche fungere da prima punta gode però di qualità diverse sia da Lautaro che da Icardi – centravanti puri – e persino da Keita. Non a caso, la sua inclinazione ad attaccare gli spazi e necessitarne altrettanti lo portano a partire da posizione più larga con tendenza ad accentrarsi, motivo per il quale si è assistito più volte nel corso della partita ad un 4-4-2 in fase di possesso con il classe ’93 in linea con Ivan Perisic, modulo spesso variato in 4-3-3 o addirittura, in base alla posizione di Nainggolan, tornato al 4-2-3-1 iniziale.
Lontano dal gol da Inter-Genoa, trova la sua prima rete del 2019 e con una buona prestazione torna finalmente a convincere dopo le ultime prestazioni leggermente sotto tono. La rete di Politano nasce su un’azione innescata all’87’ da Radja Nainggolan che pennella un pallone per Ivan Perisic largo sulla sinistra: il croato mette in mezzo un prezioso pallone per il numero 16 che calcia da centravanti avvalorando le parole di Spalletti che lo aveva individuato una possibile soluzione alla ‘penuria’ di centravanti vista l’assenza fino a data da destinarsi di Mauro Icardi che anche ieri non è sceso in spogliatoio a salutare i compagni.
Non solo gol
Poco prima del triplice fischio infatti si prende gli applausi di San Siro dopo una corsa sulla pressione difensiva viennese e riesce ad agganciare un pallone evitando che finisse sul fondo e in tunnel sull’avversario la spedisce impeccabilmente a servizio di Radja Nainggolan che però un po’ impreciso, un po’ sfortunato, si mangia (in tutti i sensi) la manita: il belga tira a volo una conclusione che con un effetto ottico clamoroso esce si impenna sopra la traversa dando persino l’impressione di centrarla.
Ma tutto è bene quel che finisce bene e l’Inter batte il Rapid Vienna ancora una volta, questa volta persino in maniera meno sofferta che all’andata e Spalletti può dire finalmente di aver ritrovato la sua Inter che però adesso dovrà affrontare la Fiorentina al Franchi prima di pensare al prossimo step d’Europa la cui entità la scopriremo fra poco meno di un’ora.
Egle Patanè