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Inter: quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita

L'Inter cade contro la Lazio e ricade nei suoi cliché. Ad ogni passo avanti, uno indietro. Avrebbe potuto allungare ma decide di farsi male, Spalletti crociata contro tutti...Inter punto e a capo e quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita.

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L’Inter avrebbe potuto allungare su Milan e Roma ma decide di farsi male e perde in casa contro la Lazio. E quando penso che sia finita, è proprio allora che comincia la salita

L’Inter lo fa ancora, casca e ci ricasca e continua imperterrita quel mood ondivago che ne ha finora tracciato il percorso stagionale. Ad una bella vittoria alterna una clamorosa sconfitta, ad una ripresa, un periodo nero.

Alla bella vittoria contro il Milan valsa più di semplici tre punti, ma anche il sorpasso e la ripresa legittima del terzo posto, alterna una partita a metà tra il brutto e l’accettabile. Paradossale ossimoro, un po’ come la partita stessa. L’Inter gioca tutti e 96 minuti provandoci fino in fondo, aggredendo gli ospiti e proponendosi tantissimo in avanti, eppure perde.

Politano trascinatore ma il gol sembra un miraggio

Inter: quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita
Inter.it

Sedici tiri totali per l’Inter, la maggior parte dei quali tentati da Matteo Politano che prova a trascinare l’Inter nel secondo tempo ancor meglio che nel primo. L’intento però non basta e l’ex Sassuolo non riesce mai a centrare la porta. Si rende pericoloso sin dai primi due minuti, quando dalla destra mette al centro un pallone forte e teso trovando però un attento Strakosha, rivelatosi impeccabile per tutta la partita. Ci riprova cinque minuti dopo scaricando un pallone su Perisic, il croato calcia di sinistro ma c’è ancora Strakosha ad opporsi. Il 16 nerazzurro cresce con lo scorrere del tempo, per dare il meglio di sé proprio nella parte conclusiva di gara, punta l’uomo e insidia l’area avversaria specie nelle battute finali e la pressione nerazzurra perpetuata per tutto il corso della gara, porta anche e soprattutto il suo nome. 75 palloni giocati, 37 passaggi riusciti ovvero l’80%.

Heatmap di Matteo Politano
Fonte: Serie A

Baricentro alto, pressione e intento non bastano

Se contro l’Eintracht a mancare era stato soprattutto la grinta e il carattere, non si può altrettanto dire della partita di ieri sera contro la Lazio durante la quale i nerazzurri hanno provato in tutti i modi a spingersi in avanti pur non riuscendo a trovare la porta. L’Inter ha quasi sempre oppresso la Lazio nella sua metà campo senza riuscire però a scalfirla. La squadra di Inzaghi resta sempre ben piazzata e i nerazzurri oltrepassano con fatica l’intelaiatura biancoceleste. La schiera di cinque a centrocampo rende parecchio difficile la fluidità dei padroni di casa che si imbrigliano in sé stessi sbagliando parecchi tocchi e passaggi. La squadra di Spalletti fatica a trovare il giusto calibro anche nelle palle inattive e calci piazzati sprecando occasioni importantissime e clamorose a tratti.

E’ di Milan Skriniar la prima palla-gol clamorosa. Lo slovacco totalmente smarcato e libero di calciare, riceve palla da Brozo dalla bandierina ma calcia alto sopra la traversa. Gol sbagliato, gol subito e al 13′ Milinkovic Savic beffa la difesa nerazzurra e su un pennellato assist di Luis Alberto la imbuca di testa. Il serbo, già in vantaggio d’altezza su Brozovic, lo supera in gioco aereo nella marcatura e insacca. Nulla può Handanovic e malgrado il buon inizio dell’Inter sono gli ospiti a passare in vantaggio e a restarci.

sslazio.it

Borja a supporto ma Vecino non la riprende

L’Inter prova a mischiare le carte scodellando da una parte e dall’altra, mantenendo alti  pressione e palleggio favoriti da Borja Valero. Lo spagnolo si porta quasi sempre in una posizione avanzata rispetto a Brozovic che al contrario resta sempre arretrato a mo di vero e proprio mediano. Per tutto il primo tempo, l’Inter si posiziona in campo con una sorta di 4-1-4-1 con Borja che si inserisce tra Perisic e Vecino. Non basta aumentare la densità lì davanti, perché né Vecino mai veramente lucido, né Keita riescono a cogliere la qualità che il palleggio e l’intelligenza di Borja Valero riescono a favorire.

L’uruguaiano esaurisce il carburante nella prima mezz’ora di gioco, e spreca un paio di occasioni, a partita appena cominciata, su una respinta di Strakosha non riuscendo ad impattare e poi a inizio ripresa quando dopo un’azione carambolata tra Perisic e Politano che mette in mezzo trovando per l’appunto Vecino che però impatta male e la presa è facile per Strakosha.

Keita falso nueve fa rimpiangere Icardi

Inter.it

Il senegalese resta quasi totalmente compassato riuscendo a metterci del suo soltanto in un’azione al 43′ del primo tempo. Uno-due con Matias Vecino, è suo l’ultimo tocco dopo aver innescato un’incursione in profondità finita però murata da Strakosha che spazza in corner. L’11 nerazzurro non riesce a trovare quasi mai lo stacco giusto, sbagliando almeno in un paio di occasioni il tempo per attaccare i palloni messi in mezzo. Braccato al meglio dagli ex compagni, non riesce mai ad imbastire neppure una delle sue solite sterzate necessarie ad impensierire la difesa biancoceleste e finisce col venire neutralizzato costantemente nell’intento. L’esperimento di Keita falso nueve fallisce ancora finendo per fare rimpiangere la decisione del tecnico puntata sull’orgoglio. Alla seconda assenza di Lautaro arriva la seconda sconfitta se non fosse che a differenza della partita con l’Eintracht, questa volta Spalletti l’alternativa l’avrebbe avuta.

Spalletti contro Icardi o Spalletti contro tutti?

Spalletti infatti relega Icardi al ruolo di spettatore d’onore, con moglie e prole a bordo campo privo, ancora una volta, della maglia nerazzurra. In conferenza pre match aveva annunciato la decisone di tenerlo fuori, sconvolgendo e minando quell’equilibrio che la società a fatica era riuscita a raggiungere. Se la proclamata esclusione di Icardi è stata vista da molti come una presa di posizione nei confronti del giocatore, reo di non aver chiesto le tanto famigerate scuse, meno ad personam è apparsa l’uscita di ieri nel post partita, durante il quale Spalletti esprime parole di chiaro dissenso circa la gestione Icardi da parte della società.

Foto: Icardi vs SpallettiGgetty Images

“La mediazione per fargli mettere la maglia per gli sportivi interisti è una cosa umiliante. Valutate voi cosa vuol dire trattare per mettere la maglia dell’Inter…Domandiamo a un tifoso dell’Inter se gli fa piacere se un giocatore va pregato per fargli indossare la maglia”

Inter quando pensi sia finita è proprio allora che comincia salita

Parole tutt’altro che diplomatiche e che mal si conciliano con la linea prudente e riservata che la società ha deciso di adottare in merito a quel disgelo che sembrava intrapreso. Spalletti parla di decisioni prese nel bene dell’Inter che però vanno a scontrarsi con un risultato che ha risentito di una penuria di risorse in qualche modo autoimposta. Icardi assiste inerme e un po’ compiaciuto ad una sconfitta che sa tanto di schiaffo morale all’uomo di Certaldo tradito dal suo stesso volere e che in preda all’incertezza ha finito per aggrovigliarsi in se stesso. Ad aggrovigliarsi, però, non soltanto Spalletti ma anche e soprattutto la salute della squadra che ancora una volta s’inceppa nei vari interrogativi.  L’Inter cade e ricade nei suoi cliché. Punto e a capo. E allora c’è proprio da dirlo: quando pensi che sia finita è proprio allora che comincia la salita.

 

Egle Patanè

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