Inter-Napoli, quando i tifosi fanno ‘buuu…’

Tra cori razzisti, violenza e sconfitta: ha davvero perso il Napoli?

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La 18ª giornata di campionato ha visto disputare la gara a Milano tra Inter e Napoli. Risultato fermo per 90’ sullo 0-0, molteplici tentativi – spesso goffi – da entrambe le parti ma la sblocca solo Martinez al 91′, nel recupero.


Il Napoli la perde, dopo il pareggio della Juve: gli Azzurri sprecano un’occasione per accorciare le distanze.
Insigne ci prova, ma proprio non riesce ad entrare in partita.
Alex Meret fa miracoli, chiedergliene un altro dopo 90’ era davvero troppo! Ma si sa, gol sbagliato gol subito, Zielinski infatti ci prova con una bomba poco prima del gol nerazzurro.

Questa partita è stata pietosa!

No, non per come hanno giocato le due squadre ma per chi era lì sugli spalti a tifare contro l’altra squadra, e non tifare per i propri colori.

Ma è stata pietosa anche in campo, da parte dell’arbitro Mazzoleni che nemmeno una volta si degna di fermare la gara.

Noi napoletani, per tifo o per origine, siamo ormai abituati -e ciò non vuol dire che ci sta bene-  a sentire cori discriminatori verso la nostra città, addirittura offese verso il popolo con frasi de tipo “Napole-cani” o “Napoli colera” o invocazioni a stragi naturali, da far venire la pelle d’oca solo a pensarlo, come “Vesuvio lavali col fuoco”.
Ma perché bisogna fare cori del genere augurando una morte disastrosa ad una popolazione e non solo…? Infatti se il Vesuvio davvero eruttasse un giorno, spazzerebbe via buona parte del Sud Italia ma anche buona parte del Centro come affermano i vulcanologi; e poi quando accadono catastrofi siamo tutti uniti e compresivi salvo poi, un attimo dopo tornare a darsi addosso…(gli episodi di San Siro sono a nemmeno un giorno dalla tragedia di Catania, ad esempio…)

Perché?
Perché dobbiamo essere così ipocriti?

Ieri, 26 dicembre, giorno dopo Natale, in una partita di campionato, in un gioco, in una passione, si sono sentiti questi spiacevoli cori e non solo: quando Kalidou Koulibaly toccava palla a San Siro si alzavano ululati di “bububuuu” riproducendo il verso della scimmia riferito al colore della sua pelle, cori che solo persone razziste ed ignoranti possono fare o addirittura pensare.
Lo spirito natalizio, quello vero, insomma…

Mi chiedo: quando certe persone offendono giocatori di colore avversari, pensano a come possano mai sentirsi i calciatori di colore delle propria squadra che sentono questo orrore? Quando tifosi avversari inneggiano il Vesuvio, pensano al fatto che nelle propria squadra ci possa essere un napoletano o più semplicemente che siamo umani anche noi napoletani e che abbiamo storia e cultura che trasuda da ogni vicoletto di questa città?

Ma forse la vera domanda da porsi è: pensano?

Il K2 napoletano risponde così sui social dopo essere stato anche espulso da Mazzoleni per un gesto di troppo (applausi ironici nei confronti del direttore di gara che non ha però pensato di fermare il gioco dati i ripeturi cori razzisti).

“Mi dispiace per la sconfitta e soprattutto aver lasciato i miei fratelli! Però sono orgoglioso del colore della mia pelle. Di essere francese, senegalese, napoletano: uomo.”

Una vera forma di orgoglio quella del campione senegalese e uno schiaffo morale per chi ancora nel 2018 (quasi 2019) crede ancora nella differenza di razze tra uomini, non capendo che l’unica razza è quella umana.

Icardi è il primo a confortarlo in campo, poi sui social ci pensano i compagni di squadra e molti colleghi tra cui CR7 che è alla sua prima stagione italiana…

Il Mister Buono per eccellenza, Ancelotti, nel post partita denuncia questi atti e dichiara che se in futuro non saranno presi provvedimenti al momento (come chiesto proprio dalla società a partita in corso) sarà proprio il mister a richiamare i suoi e ritirarsi dalla partita.

“Abbiamo chiesto tre volte alla Procura federale di sospendere la partita. Hanno fatto gli annunci, ma i cori sono continuati. La prossima volta ci fermiamo noi.”

Parole dure ma giuste.

Perché Mazzoleni non ha fermato il gioco?

La partita nemmeno inizia e si sentono già dagli spalti cori che inneggiano al Vesuvio, poi si espandono con gli ululati che però non sono solo indirizzati a Kolulibaly ma anche al napoletano Insigne.

Prendesse esempio da Irrati che in Lazio-Napoli fermò la partita per gli stessi motivi.

La Procura federale, comunque, dopo questi episodi prenderà provvedimenti: si parla di chiusura della Curva nerazzurra e divieto di trasferta.

Almeno, per ora, questo è il prezzo da pagare. Anche perché, oltre allo scempio registrato alla Scala del calcio bisogna considerare i tristi fatti accaduti fuori lo stadio prima della partita: spranghe, mazze, assalti che hanno portato al decesso di un tifoso di 35 anni investito da un SUV (non ancora identificato però chi lo guidasse)… episodi orribili che portano alla memoria la finale di Coppa Italia in cui ha perso la vita un giovane tifoso napoletano, Ciro.

Gazzetta TV

 

Che Inter-Napoli sia la svolta?

Il razzismo bisogna combatterlo. È per questo che la prossima volta la società Azzurra non baderà a richiami, al risultato o al direttore di gara: in caso di offese, con qualsiasi forma di discriminazione, si lascerà il campo!

È davvero scabroso che per un gioco che seguono anche i bambini debbano verificarsi questi episodi che purtroppo ricorrono troppo spesso negli stadi italiani.
La vergogna italiana, nello stadio e fuori, è stata denunciata anche da giornali sportivi esteri. Una brutta figura che ancora una volta designa l’Italia come un Paese arretrato.

Il sindaco di Milano si espone e si scusa per questi comportamenti vili che non appartengono ai veri tifosi de calcio.

Il calcio, come qualsiasi altro sport, è amore, passione, sacrificio, rispetto, divertimento e gioia. Il razzismo, l’odio e le discriminazioni non sono contemplati.

La sera di Santo Stefano ha vinto l’Inter non il Napoli ma ancora peggio…

… ha vinto l’ignoranza e ha perso l’umanità.

 

Valentina Vittoria