A Milano sale la febbre in vista del derby. I tifosi rossoneri, depongono l’ascia di guerra, stop alla contestazione tutti allo stadio per sostenere la squadra. Dello stesso parere i supporters nerazzurri, primo, secondo e terzo anello verde sold out sin da subito. San Siro si prepara ad accogliere il pubblico delle grandi occasioni, quasi 80.000 i biglietti staccati, record di incassi stagionale. Bella risposta da parte delle due tifoserie, che nonostante la stagione “disastrosa” di entrambe le milanesi saranno presenti sugli spalti, confermando che il derby è una partita a sé, che esula dal campionato, dalle polemiche e da tutto il resto. Il derby è la storia di una città, di due squadre che se ne contendono la supremazia, di due tifoserie che, sempre in spirito fair play, si divertono a suon di sfottò dalle curve e tweet al veleno. Perché la rivalità fa parte de calcio e quando è sana, è anche bella e diciamolo che derby sarebbe senza cori e coreografie.
Nella settimana del derby tutti si ricordano di essere tifosi, anche quelli occasionali, bandiere alla mano, sciarpe al collo e sempre una parola per il “cugino” che si incontra per strada o al supermercato. È qualcosa di strano, difficile da spiegare, il derby unisce ma allo stesso tempo divide, ed è proprio questo il suo fascino. Poco importa se la propria squadra gioca bene o male, quello che conta è segnare e se il gol è più di uno, ancora meglio, sarà più bello divertirsi il giorno dopo e negli anni a venire.
È questo il tema degli #hashtag lanciati dai tifosi #lasettimandellodio e #climaderby: si pubblica qualsiasi cosa riguardi la stracittadina, ricordando soprattutto quelle del passato e auspicando un risultato favorevole per quella di stasera.
Federica Di Bartolomeo