Inter? La vera sorpresa è lo stupore ancora dilagante e perpetuato

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10 vittorie 3 pari e 0 sconfitte, la seconda miglior difesa del campionato. Quanto l’Inter di Spalletti e di Icardi è davvero una sorpresa?

Che l’Inter abbia avuto un avvio di stagione al di sopra delle aspettative è fatto noto, detto, ridetto e innegabile ma fino a che punto si può davvero parlare di sorpresa? Già ai tempi di Mancini si parlava di una rosa meno attrezzata rispetto a 3-4 squadre che poi, dopo un  disastroso girone di ritorno, furono le tre squadre finite davanti. La scorsa stagione tra scompensi e precarietà non è mai venuta fuori la potenzialità di una rosa sulla carta tutt’altro da disdegnare. Innesti, equilibri raggiunti, la guida affidata a un tecnico dalla caratura di Spalletti e una calibratura e un equilibrio sempre più stabile. Siamo sicuri che 10 vittorie, 3 pari e 0 sconfitte siano una sorpresa tanto clamorosa?

La vera sorpresa ad oggi è lo stupore ancora dilagante e perpetuato. Riduttivo e ingiusto parlare ancora di sorpresa Inter o sorpresa Spalletti in questi termini, non si può trattare di un caso e infatti non ha i connotati di vero e proprio caso fortuito. Il secondo posto, dietro soltanto al Napoli di Sarri che sta mantenendo un ritmo invidiabile, non può essere frutto di una combinata serie di eventi fortunati. Basterebbe dare un’occhiata ai numeri di Mauro Icardi, sempre più realizzatore oltre che trascinatore. Inseirto nella “Serie A Team of the week” di Whoscored, è l’uomo più decisivo della serie A. Una media gol di 0.57 (gol a partita), contro l’Atalanta ha segnato la rete numero 13 della stagione sui 25 totali messi a segno dagli uomini di Spalletti, il 52%.

Alle sue spalle Immobile (attuale capocannoniere) con il 46,8%,  Dybala al 32,4%, Dzeko al 30,4% e Mertens al 29,4%. Nel match contro la Dea ha tirato 6 volte in porta e ha totalizzato una precisione di passaggio del 70%. E’ chiaro che Maurito abbia tutti i numeri per essere un top player ascrivibile ben oltre al contesto italiano ma, non solo presente perché il capitano nerazzurro continua a collezionare record. Alla sua età, tra i primi dieci marcatori della storia dell’Inter, soltanto Giuseppe Meazza e Sandro Mazzola avevano raggiunto i suoi numeri, quest’ultimo a 24 anni aveva già segnato 93 reti, avanti al bomber argentino di soli due gol.

Spalletti alla guida dell’Inter ha totalizzato in 13 partite 33 punti che, sommati ai punti della scorsa stagione sono 166 punti in 70 partite, una media di 2,37 punti a partita. Numeri che inevitabilmente infondono fiducia ma la fiducia è fatta più da uomini che da numeri e così è. I risultati ottenuti vengono fuori da un gruppo ricompattato in cui tutti, pian piano, iniziano a sentirsi più forti e fiduciosi in sé stessi e nei compagni. Lo dice il campo e lo dicono i giocatori.
Siamo sicuri che è una sorpresa tanto clamorosa?

 

Egle Patanè
Ph Mattia Pistoia