Il passaggio da Samir l’acchiappasogni al grande incubo Inter è stato breve, sono bastati quei 15 minuti tra il primo e il secondo tempo.
Quella di ieri sera, al Westfalenstadion, è una sconfitta che fa male perché l’Inter era partita alla grande: 2-0 a Dortmund, davanti al muro giallo, in Champions League. Lautaro e Vecino, due reti tutte grinta e coraggio (per Lautaro è il terzo gol consecutivo in Champions, meglio di lui solo Eto’o nell’anno del triplete).
La squadra di Favre, però nel secondo tempo, ha iniziato a essere imponente con le reti di Hakimi e Brandt che hanno ribaltato in fretta il risultato. Fischio finale dell’arbitro e 3-2 per il Dortmund.
Tanta amarezza e tanta delusione per Antonio Conte:
“Cosa è successo? Quello che è successo a Barcellona, anzi anche peggio perché eravamo avanti di due gol Sorrido perché mi dicono che devo farlo quando vado in tv ma non me la sento di commentare il secondo tempo della partita. Tornerei sempre sul solito discorso. Stiamo parlando di un gruppo di giocatori che, a parte Godin, non ha vinto niente. Non ci sono elementi capaci di gestire momenti importanti e difficili. A chi lo chiediamo? A Barella che abbiamo preso dal Cagliari? A Sensi arrivato dal Sassuolo? Massimo rispetto per loro, ma purtroppo manca esperienza. Ai calciatori io dirò sempre grazie, perché stanno dando l’anima e io sto chiedendo anche delle fatiche che alcuni devono sopportare. Dobbiamo stare belli rasoterra, la posizione in campionato non deve nascondere i problemi che ci sono”.
Una bella beffa, insomma. Un boccone amaro difficile da mandar giù. Ora Conte sa che è tutto più complicato:
“Spero che questo tipo di partite facciano capire a chi deve capire alcune cose. Questa sconfitta mi dà fastidio. Mi dà fastidio aver compromesso la qualificazione. È una ferita. Se la sentono tutti siamo già sulla buona strada”.
L’Inter è terza nel girone, a 4 punti, dietro al Barcellona, a 8, e al Borussia Dortmund, salito a 7 con la vittoria di Ieri. Ora il destino dell’Inter è nelle sue mani: “Noi siamo questi e con questi andremo in battaglia”.
È nella sua indole, Conte è pronto a lottare. Sempre.
Sara Montanelli