Inter e Icardi: connubio avvenuto e Ausilio da 9 in pagella

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Da che mondo e mondo, si sa, lo scoop fa notizia e talvolta poco importa la veridicità della notizia, l’importante è parlarne; se poi infierendo negativamente, meglio ancora, purché se ne parli. Se ne son dette tante e altrettante se ne diranno e se volessimo fare una rassegna di tutte, non basterebbe un foglio, tantomeno un giorno. Tra tanto vociferare, passa parola, prime pagine o comunicati stampa, qualche veggente e sapiente verità pare ci sia stata e se a giugno la supposizione di un cambiamento di proprietà o di una possibile rottura con il Mancio aveva suscitato scalpore e aizzato le masse, a oggi è d’obbligo asserire che, evidentemente, non si trattava di cotante cialtronate. C’è chi ha visto lungo o chi, semplicemente ha saputo prima.

Sfatiamo quindi il mito “Giornalista-terrorista”? Sì, almeno in questo caso. Ciò che resta da chiarire però è la chiaroveggenza improvvisata, diventata caso mediatico, che profetizzava talvolta il presunto fallimento della società. A quanto pare la nuova proprietà dal lontano levante oltre che portare – o importare  – capitali, abbia (ri)portato un nuovo sole. Un’alba che sembrerebbe deludere chi a quella, ormai superata, profezia aveva creduto e perché no, auspicato. A tal proposito sento in dovere di tirare in ballo il buon Gianni Brera che, tra i tanti famosi neologismi dai quali il calcio odierno non potrebbe prescindere, ha coniato l’appellativo “Beneamata” proprio in riferimento alla stragrande simpatia di cui godeva l’Inter. Ad oggi (nessuno mi fraintenda) si potrebbe tranquillamente dire che di beneamato l’Inter ha poco, o meglio così ci dicono. Certo è che la borghese squadra di Milano, di “Haters” – per utilizzare un termine “Internazionale” – ne ha tanti, forse fin troppi, eccezion fatta per chi l’Inter ce l’ha nel cuore e allora non destano più clamore, tantomeno sgomento tutti quei rumors, fondati o meno, che quotidianamente piovono su via Vittorio Emanuele.

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Il calciomercato quel processo infinito e mai domo, quella macchina che non smette mai di produrre tra trattative, contatti, contratti, offerte mai messe da parte e fascicoli mai chiusi, non si esaurisce mai e, a dispetto di quanto si possa pensare, non si conclude allo scattare del 31 agosto, o 31 gennaio. Agli scettici mister Ausilio ha risposto ancora una volta egregiamente e se qualche nostalgico sentisse la mancanza dei bei tempi quando tutto era servito al pubblico in gran stile e sfarzo, ci pensa Suning a riportare maestosità e sicuramente speranze. Emblematico in tal senso è da considerarsi la presentazione ufficiale di Gabriel Barbosa, avvenuta il 22 settembre alla Pirelli con tanto di emozione di Tronchetti Provera che, a 20 anni dalla presentazione di Ronaldo, ha presentato un altro brasiliano in nerazzurro.

A qualche giorno dalla sontuosa presentazione di Gabigol, i sintomi di ripresa in casa Inter continuano a proliferare, e in attesa dell’Assemblea dei soci fissata per fine ottobre, pare si sia delineato un profilo secondo il quale la perdita netta del bilancio al 30 giugno 2016 dovrebbe raggirarsi tra i 60 e i 50 milioni di euro, perfettamente in linea con i paletti stabiliti dalla Uefa.

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Come se non bastasse, a infastidire ulteriormente le previsioni di fallimento, baratro e disfacimento ci pensa ancora una volta Mauro Icardi segnando un gol lungo cinque anni. Lo scorso 31 agosto, dopo una stagione di calciomercato dedicata ai tango argentini di cui Wanda Nara si era resa protagonista, la stragrande maggioranza dei tifosi nerazzurri si è abbandonata a un sospiro di sollievo potendo contare sulla decisione di perpetuata presenza del bomber argentino. 6 dei gol messi a segno sugli 8 totalizzati dalla formazione di De Boer, sono siglati dall’argentino; dei numeri che chiariscono da sè tutte le preoccupazioni destate da patron De Laurentiis con i 70 milioni offerti quest’estate a Maurito, offerta alla quale si è opposta tenacemente tutta la dirigenza di Vittorio Emanuele.

14633214_1270299589686844_2155029647501561534_oDopo qualche scacco matto, tarantelle, cinepanettoni e telenovelas argentine, Maurito ha rifiutato la maglia azzurra preferendo l’azzurro accostato al nero e, dopo qualche tira e molla tra dirigenza e procuratore e una ritoccatina al contratto ieri, oltre che alla firma, arriva l’#Icardyday, giornata istituita a suon di merchandising che scaccia ogni spettrale timore di possibili addii di Maurito. 4,5 milioni di euro più bonus fino a 5,5 milioni a stagione e una clausola rescissoria fissata a 110 milioni blindano Maurito ai colori nerazzurri.

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L’ufficialità è arrivata proprio ieri e ad annunciarlo è lo stesso capitano all’Inter Store di San Babila il quale, dopo autografi, foto con i tifosi e tanti sorrisi, si esprime così ai microfoni di Inter ChannelCome ho detto sempre è quello che volevo. Si è parlato tantissimo, normale nel mercato, ma ho sempre detto di voler restare e ci siamo messi d’accordo con la società. Oggi diventa tutto ufficiale. Io sono sempre stato tranquillo, nelle interviste fatte finora l’ho detto. Qui mi sono sempre trovato bene anche con la gente, penso solo a fare le cose bene. Spero di per alzare trofeinon sarà facile replicare quello che ha fatto Zanetti. Sono qui per fare gol e aiutare la squadra, se vinciamo qualche coppa è meglio. Ringraziamenti? La mia famiglia che mi accompagna ogni giorno e Wanda che ha sistemato tutto come mia manager”.

Egle Patané