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Inter che ritorno: 1-2 ad Eindhoven e primi della classe

Vincono tutte le italiane, non succedeva da 13 anni: l’Italia torna grande e per farlo aspettava l’Inter. Nainggolan e Icardi conquistano il Philips Stadion e lo tingono di nerazzurr

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Non succedeva dal novembre 2005 fasi a giorni di Champions League, in gara c’erano Juve, Inter, Milan vice campione d’Europa e l’Udinese. La Juventus vinse in casa 1-0 contro il Bruges, l’Inter calva il poker casalingo sull’Artmedia Bratislava, altrettanto fece il Milan ma in Turchia contro il Fenerbahce, l’Udinese trionfò in Grecia 1-2 contro il Panathinaikos.

C’erano ancora Del Piero che esibiva la linguaccia al pubblico dell’Olimpico e Shevchenko che saccheggiava, conquistava e assoggettava al regno rossonero la Turchia con il poker personale, Adriano segnava tripletta a San Siro e nell’Udinese un certo Vincenzo Iaquinta si spalancava le porte a quello che sarebbe stato l’apice della sua carriera e del calcio nostrano.

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Era il 23 novembre 2005, l’Inter giocava a San Siro, ospitava l’Artmedia Bratislava a porte chiuse e si qualificava agli ottavi, segnava uno spettacolare Adriano che di forza riprendeva il trono. Sembra esser trascorsa un’eternità a riguardare quelle formazioni, e quante cose sono cambiate da allora…

 

Eindhoven, 2 ottobre 2018

Il troppo tempo trascorso non è soltanto da allora e se è vero che quei quasi sette anni lontano dai campi d’Europa è costato parecchio in termini economici, quantificare le perdite in termini affettivi è possibile soltanto parzialmente. 

Per rendersi conto quanto all’Inter sia mancata l’Europa sarebbe bastato fare un giro per le vie di Eindhoven nelle ore precedenti alla partita quando le strade della cittadina olandese si sono riempite di nerazzurro. Quando dalla piazza principale di Eindhoven, un fiume di bandiere alzate al cielo nordico si indirizzava cantando verso il Philips Stadion. Ansia, ottimismo ma anche superstizione e un po’ di timor da pre partita, se così vogliamo definirlo, i tornelli, i controlli, l’attesa, gli spalti e il campo. Lì dove tutto prende vita, ostacolo più arduo e giudice più intransigente. Sogno e realtà insieme, vittoria o condanna. 

Per una volta persino essere rinchiusi “in piccionaia”, dietro le maglie delle recinzioni del settore ospiti, non dispiace così tanto.

Il pallone stellato che sventola a centrocampo, l’inno, fischietto in bocca, palla al centro ed è subito Champions

Bene ma non benissimo la partenza nerazzurra che pizzica i padroni di casa più volte in avanti senza mai essere velenosa al punto da far male davvero. Si vede poco il PSV nei primi venti minuti di gioco che sembra voler attendere l’Inter per poi coglierla d’impatto in un momento d’improvvisa impreparazione. La prima occasione la creano soltanto al 21’ quando Handanovic si complica la vita non bloccando una palla che però non resta attaccata ai piedi di D’Ambrosio prima di essere spazzata via da de Vrij che rende onore al suo nome e “libera” l’aerea; la vera prima vera occasione tramutata persino in gol arriva Lozano che al limite dell’area serve Rosario che approfittando di una disattenzione di Brozovic posizionato male quindi in ritardo, fa partire un siluro che spiazza Handanovic e buca l’angolino alla destra dello sloveno. 

Incassa un po’ l’inter che per qualche minuto subisce l’entusiasmo olandese scaturito dal vantaggio durato però giusto il tempo di far rifiatare gli uomini di Spalletti che dieci minuti dopo hanno già creato più di un paio di palla-gol buone per il pareggio non concretizzato e su un corner a favore dei padroni di casa gli interisti ribaltano l’azione, Zoet arriva prima di Icardi senza riuscire però a bloccarla lasciando che il capitano nerazzurro, da buon segugio quale è, si fiondasse di nuovo sopra vincendo un duello con Schwaab che se lo lascia sfuggire ma lo ferma in scivolata deviando il tiro che però favorisce Nainggolan. Il belga arretrato appena fuori area carica il destro e di prima supera tutti, scavalca Zeot che per quanto si allunghi non ci arriva e vede affondare il pallone alle sue spalle. 

Settore ospiti, PSV Eindhoven – Inter, UEFA Champions League
Foto: Egle Patanè

Esplode il settore ospiti, s’infiamma il Philips Stadium, gli ospiti a tratti sovrastano i padroni di casa che hanno accusato il colpo e si atteggiano con meno sfacciataggine. Sono però gli olandesi a battere il calcio d’inizio di seconda parte e anche a gestire i primi minuti della ripresa, si addormenta Brozovic che si perde Pereiro che colpisce il legno sinistro al 49’ ma ci pensa Vecino a rimettere in chiaro le cose, e malgrado in telecronaca ci siano Caressa e Bergomi al posto di Adani e Trevisani, la prende ancora e serve un pallone lungo ma perfetto per Icardi che prima l’allunga poi supera ancora una volta il duetto Zoet e Schwaab, la calcia, non ci arriva Dumfries e ribalta il punteggio iniziale, è 1-2 al ’65.

Ci prova a tratti il PSV ma non c’è niente da fare, mura l’Inter che difende magistralmente senza mai rinunciare ad andare in avanti che spinge cercando la porta fino all’ultimo minuto con una punizione guadagnata da Candreva che entra sul concludersi ma con un buon impatto alla gara. Non c’è più tempo per il tris nerazzurro, né per un tentativo di pareggio per gli olandesi, è triplice fischio, l’Inter vola in vetta alla classifica del girone B accanto a sua maestà Barcellona, prossima tappa.

PSV Eindhoven – Inter, UEFA Champions League
Foto: Inter.it

E’ un ola infinita quella che si alza dal settore ospiti MM o MMA mentre la squadra corre a salutare i tifosi volati ad Eindhoven a sostenerli, e con gli occhi lucidi e il cuore scalpitante  “Vi vogliamo così” strepida la Nord entusiasta come non accadeva da tanto. O forse, come non accadeva da Inter-Tottenham e allora non spegnete l’entusiasmo nerazzurri, credeteci davvero, l’Inter è qui e a quanto pare vuole starci. 

La vittoria casalinga contro il Tottenham ha dato la vitalità che mancava alla squadra di Spalletti per raggiungere un equilibrio fatto di quella consapevolezza di cui c’era bisogno in quel di Appiano, consapevolezza che solo il campo appunto giudice più austero poteva rendere e che a quanto pare sembra confermare. Staccate i defibrillatori interisti, l’Inter è tra i grandi, può e vuole starci e questo è solo l’inizio. 

“In alto le nostre bandiere
garriscono al vento del nord,
noi siamo l’armata nerazzurra
ovunque coi nostri color…” 

cantano i nerazzurri.
E ora che il vento del nord soffia davvero, ora che le bandiere sono tornate a garrire oltre San Siro, oltre l’Italia, ora che sono tornate a sventolare alte nei cieli del nord, è proprio il caso di dirlo:Bentornata Europa, bentornata Inter.

 

…Quanto eri mancata! E se è vero che l’Europa all’Inter è mancata pure fin troppo in questi sette anni, tant’è vero che l’Inter era mancata all’Europa.

 

Egle Patanè

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