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Una per blindarla, l’altra per conquistarla: Inter e Atalanta una ics per l’UCL

Inter e Atalanta e si spartiscono la torta del dominio in campo e del risultato. Una per blindarla, l'altra per conquistarla, una ics per la Champions

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Brozovic fa saltare i bulloni degli ingranaggi nerazzurri. Inter e Atalanta e si spartiscono la torta del dominio in campo e del risultato: una ics per la Champions.

Finisce 0-0 a San Siro tra Inter e Atalanta. Un pareggio che potrebbe andar bene ad entrambe ma che agli uomini di Spalletti potrebbe e dovrebbe stare stretto. Sebbene ci sia un’Atalanta a tratti più in forma, sono i padroni di casa che hanno creato qualcosa in più di cui rammaricarsi. Quantomeno sotto porta. Entrambe racimolano un punto che fa cassa ma a trarne più vantaggio del risultato è la Dea che si porta a 52 punti e raggiunge il Milan in quarta posizione. Per via della regola degli scontri diretti la Dea segue i rossoneri in classifica e agli atti si porta quinta. Un punto che all’Inter serve relativamente: solo un punto in più che poco varia nel gap dal Milan, di cui è complice la vittoria dei bianconeri, e distanza immutata dal Napoli che si lascia fermare dal Genoa in casa.

L’Inter inizia e finisce benissimo, in mezzo un’Atalanta a tratti migliore senza però mai tirare in porta

L’Atalanta si sta ancora rosicchiando le nocche per l’occasione clamorosamente sprecata ad inizio ripresa quando dopo un lavoro tattico certosino in pressione sui difensori nerazzurri, nasce la miglior palla gol bergamasca. Gli orobici stringono chiudendo gli spazi ai nerazzurri, marcano e si impossessano del pallone. La prodezza è di Josip Ilicic che si sbarazza di Gagliardini mette in mezzo un traversone teso non precisissimo e Gomez sotto porta non arriva, lasciando sfilare sul fondo.

Inter vs Atalanta Asamoah vs Ilicic

E’ proprio lo sloveno il migliore in campo degli orobici che sfugge con i suoi guizzi ai tentativi di contenimento nerazzurro dando filo da torcere a D’Ambrosio che si ritrova a dover fronteggiare anche la mina vagante Papu Gomez. La squadra di Gasperini si muove e lavora bene sia in fase di costruzione che di contenimento. A centrocampo in particolar modo riesce a proporre un gioco a tratti qualitativamente migliore rispetto ai padroni di casa. Tuttavia non riesce mai a creare vere e proprie occasioni da gol. Quattro tiri totali ma zero tiri in porta, con un Handanovic utile soltanto a costruire qualche azione dell’Inter dal basso.

Contro ogni pronostico è l’Inter a partire meglio, mettendo subito in mostra un’ottima personalità e una buona lucidità che spesso e volentieri latitano. Giropalla, pressione, tagli e tocchi semplici ma efficaci. In pochi passaggi i nerazzurri di casa finiscono sotto porta e accalappiano una Dea che non si aspettava una partenza degli avversari tanto in voga.

L’Inter segna ma è offside

L’Inter parte dal basso e con intelligenza crea. Trova immediatamente il gol innescato da una grande azione di Mauro Icardi. L’argentino a cercare Ivan Perisic ma il pallone viene telefonato in corner. La difesa spazza ma Gagliardini riesce a servire Danilo D’Ambrosio oltre la difesa che la gira per Matias Vecino: spiazza Gollini, 1-0. D’Ambrosio è troppo oltre la difesa e Irrati alza la bandierina per offside. Tutto rimane invariato sullo 0-0.

I nerazzurri non si perdono d’animo e ancora Vecino fa trepidare ma Gollini in allungo che spedisce in corner.

Ha impiegato quattro-cinque tocchi l’Inter per andare da Handanovic a Gollini. Handa per Miranda, allungo per Gagliardini che trova Mauro Icardi abile nel fare immediata sponda a Vecino. L’uruguaiano tenta un pallonetto dalla distanza ma l’attento portiere orobico spazza sopra la traversa.

Radja al posto di Brozo ma l’uscita del croato fa saltare i piani

Un inizio quasi tutto interista e un’Atalanta che soffre l’entusiasmo inaspettato della squadra di casa che per i primi venti minuti riesce a fare bene soprattutto in fase di costruzione. La Dea inizia a prendere le misure e trascinata da un incredibile Ilicic inizia ad alzare la testa scoprendosi del tutto quando al 20′ minuto l’Inter perde l’alfiere migliore. Marcelo Brozovic al 20′ si accascia sul terreno e sin dalle prime appare uno stiramento; gli accertamenti a caldo evidenziano una distrazione al flessore della coscia destra. Al posto del croato, fino a quel momento determinante, entra Radja Nainggolan.

Nainggolan dai due volti: all’intelligenza tattica non accompagna la forma fisica

Il 14 nerazzurro affronta la partita nella maniera corretta, mentalmente più che fisicamente. Il belga appare a tratti affaticato e appesantito, legge bene movimenti e azioni ma sbaglia più di un tocco ed è meno lucido di quanto dovrebbe negli scatti e nella velocità. A meno venti dalla fine si rende protagonista a di due ‘blitz’ che hanno impensierito gli ospiti.

Un bel cambio gioco di Asamoah che lancia dalla parte opposta mettendo in mezzo, De Roon prova a liberare ma ci arriva Politano che scarica su Matias Vecino. L’uruguaiano con spalle alla porta la telefona, arriva il belga in scivolata che tenta un tiro ma Gollini la fa sua e smorza gli intenti del belga. Altra buona azione dell’Inter, altra palla gol. Subito dopo un’altra occasione ancora sprecata da Nainggolan.

Dalla bandierina Perisic, cross in mezzo, ci arriva Icardi che prova a girarla mettendo in mezzo ma Castagne salva. Il pallone arriva al Ninja che però non riesce a trovare il varco e l’attimo giusto per tentare la conclusione. Costretto a ricominciare la manovra apre sulla destra per Vecino ma i bergamaschi chiudono gli spazi e non c’è niente da fare per i padroni di casa.

Icardi c’e ma non fa la differenza lì dove dovrebbe

Se a Genova si è visto un ottimo Icardi che al lavoro di costruzione ha aggiunto il gol, non si può dire lo stesso della partita di ieri durante la quale è stato deficitario proprio in quello in cui avrebbe dovuto non esserlo.

Inter.it

Della prestazione di Icardi di ieri sera sarebbero felici tutti coloro che in questi anni reclamavano all’argentino poca mobilità e poco apporto alla squadra. Mauro corre, taglia il campo, segue l’azione e va continuamente alla ricerca di pallone e compagni. Mantiene una posizione più arretrata rispetto a quella che la sua indole detterebbe. Si abbassa molto e si muove tantissimo, mobilità che gli permette di costruire più di quanto ci eravamo abituati a vedere.

Più di un paio di azioni partono da un’intuizione del numero 9 ma l’argentino cade sul più bello e sbaglia clamorosamente sotto porta. Aiuta tutti ma non se stesso. Fa tutto bene tranne quello che dovrebbe fare bene per indole: segnare. Per la seconda volta in due partite Mauro si divora una rete che ‘Icardi il cecchino’ difficilmente sbaglia. Gollini già battuto, da terra lo confonde e lo blocca nel tentativo dello scavetto mal riuscito. La buona prestazione imbastita rovinata dalle mancanze sotto porta è un sintomo concreto di una tendenza sulla quale l’argentino deve ancora lavorare. La prestazione di ieri infatti lascia la sensazione che Mauro riesca in una piuttosto che nell’altra fase faticando invece nel concretizzare al meglio entrambe. Quanto fatto ieri da Icardi sembra un po’ remare contro tutte le congetture secondo le quali la sua presenza contro la Lazio avrebbe fatto la differenza. Tuttavia dalla parte dell’ex capitano gioca l’attenuante campo. Mauro dopo due mesi di ‘relazione complicata’ ritorna proprio ieri a San Siro davanti ad un pubblico che si rivela meno ostico di quanto lasciava presagire.

L’accoglienza della Nord

La Nord si attiene a quanto detto e come aveva già preannunciato nell’ultimo comunicato precedente alla partita, dà a Icardi la ‘considerazione giusta’. All’ex capitano è stato rivolto un coro soltanto prima del fischio d’inizio e nient’altro. Per il resto dei 90 minuti la Nord ha incitato la squadra senza mai fare riferimento all’argentino. L’atmosfera di ieri, di gran lunga più calda e coinvolgente rispetto alle scorse partite, ha risentito non solo dei 60.860 spettatori presenti al Meazza ma anche e soprattutto di un secondo verde che si è ricordato di cantare e spronare la squadra prima di tutto.

Mentre la Nord però rendeva giustizia ad una posizione che non può non sottolineare con il coro contro Icardi, da altre parti dello stadio qualche sporadico “Forza Mauro” è echeggiato tra le mura del Meazza squarciando il minuto di silenzio che a inizio gara le due squadre hanno sostenuto per commemorare le vittime del terremoto che ha colpito L’Aquila dieci anni fa. A bordo campo anche uno striscione con tanto di “Bentornato Capitano”.
Novanta minuti che potrebbero andar bene ad entrambe e un punteggio che al netto di un’alternanza tra le due squadre tutta nerazzurra ha comunque posto l’ago della bilancia più o meno al centro.
Tuttavia ad uscirne più rammaricata è proprio l’Inter che ancora una volta rimugina su svariati se e svariati ma. Dall’occasione sprecata da Icardi fino a quella di Nainggolan, passando per quella di Vecino…occasioni che avrebbero potuto regalare un risultato differente e una falcata maggiore rispetto alle dirette inseguitrici tra le quali si colloca adesso proprio la Dea con tanto di posto d’onore. Se finalmente l’Inter ha risolto i problemi nello sviluppo d’azione, costruzione che precedentemente risultava spesso macchinosa e poco efficace, la difficoltà ancora presente nel centrare la porta sembra alquanto evidente.
Egle Patanè

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