Home Calcio Italiano Serie A Inter, a Bergamo novanta minuti nel pallone e quasi mai sul pallone

Inter, a Bergamo novanta minuti nel pallone e quasi mai sul pallone

Che sconfitta ieri a Bergamo, la peggiore finora. Un'Inter mai concentrata e lucida ha subito una brillante Atalanta che si è imposta 4-1

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Se quello con il Barcellona era stato un ridimensionamento inevitabile e preventivato come possibile, quello di ieri a Bergamo è stato un tackle a centro campo, di quelle entrate da rosso diretto. Nessun arbitro in questo caso, se non Luciano Spalletti che non può che essere rammaricato per la prestazione dei suoi nettamente al di sotto di ogni aspettativa generale. 

Spalletti recrimina ai ragazzi poca concentrazione e difficoltà nel perpetuarla, elemento di fastidio che si è ripercosso sull’approccio alla gara anche in chiave di aggressività. L’Inter ieri era pressoché inesistente, non pervenuta all’appello: totalmente nel pallone ma non sul pallone.

La beneamata ha subito l’aggressività bergamasca sin dalle prime battute, impegnando immediatamente Handanovic, l’unico in partita, malgrado i quattro gol subiti. Salva su Zapata e Hateboer ma due minuti dopo l’olandese tutto solo e inspiegabilmente ignorato dalla difesa, si fionde su un traversone servito da Gosens dalla fascia sinistra. 

Handanovic spiazzato sul primo palo, Asamoah su Zapata non riesce a deviare e Hateboer la infila in porta con estrema nonchalance. L’Inter non si riprende, la gara si scalda e anche l’arbitro ha qualche abbaglio. Nel primo tempo piovono gialli e all’intervallo sono già tre i nerazzurri ammoniti. Gialli pesanti che si sarebbero potuti evitare, certo non quello di Skriniar correttamente ammonito, e si potrebbe lasciar correre sul primo giallo a Brozovic che, per quanto generoso, poteva comunque starci; meno comprensibile quello dato a Vecino, concesso in maniera parecchio eccessiva, l’uruguaiano prende sì l’avversario ma non intenzionalmente. Il secondo giallo che è valso l’espulsione a Brozovic, arrivato al 92’, poteva anche essere risparmiato cosi come il fallo che il croato avrebbe potuto evitare di commettere, fallo commesso come cornice riassuntiva di quello che è stato il match in chiave interista.

Fallo di frustrazione in un match in cui nervosismo e incapacità di reazione hanno tirato i fili di un’Inter che sembrava anni luce lontana da quella che fino ad oggi ci ha dato modo di vedere.

Eppure Spalletti, che di questa brutta stangata nelle ginocchia dovrà calibrarne l’entità, trovi pure la terapia da dover somministrare ad un gruppo che talvolta stacca la spina del raziocinio. E qualcuno attacchi la sua di spina, perché di tanto in tanto pure l’uomo in panchina sbaglia clamorosamente e a Bergamo certo il toscano non è esimo di colpe.

Partito con il 4-3-3 finalizzato a rimpolpare il centrocampo dotandolo di fisico e muscoli, almeno così sarebbe dovuto essere, con Brozovic al centro tra Vecino a destra e Gagliardini a sinistra ma rivelatasi però inefficace. L’esclusione di De Vrij è una colpa con la quale Spalletti dovrà confrontarsi; nonostante sia Skriniar il centrale ad aver fatto male all’Atleti d’Italia, non è un’alibi sostenibile all’esclusione dell’ex laziale. A partita in corso è lui il primo della lista degli scivoloni verso il caos: la sostituzione di Politano al cospetto di un Perisic sfiancato è un altro errore nel quale è incappato, per non parlare della panchina di Lautaro che in una partita come quella di ieri avrebbe potuto contribuire tanto.

Errori madornali, un po’ di tutti ma il peggiore è la fiacchezza mentale con la quale un po’ tutti hanno affrontato la gara. Intrappolati nella disorganizzazione e annebbiamento in cui sono caduti. Icardi supportato male sia da un esterno che dall’altro, ma ad aver fatto male anche gli esterni di difesa; sia D’Ambrosio che Asamoah hanno faticato parecchio, influendo sulla prestazione dei centrali. L’Atalanta ha meritato non solo di vincere anche il risultato, ottenuto avendo preso bene le misure preventive e chiudendo bene spazi e idee ai milanesi.

Andare in pausa nazionale all’indomani di una sconfitta non è certo il massimo ma può sfruttare questi giorni per ristabilire gli equilibri. Non è una pioggia che può scatenare l’apocalisse, non c’è tempo per i rimpianti, al ritorno dalla sosta il Frosinone in casa prima di Londra per la sfida col Tottenham per poi affrontare la Roma e la Juventus. Il tutto provando ad evitare di rimandare alla partita casalinga con il PSV per la qualificazione agli ottavi. L’Atalanta è già ieri, Spalletti e i suoi uomini dovranno già pensare a mettere in allenamento gambe ma soprattutto testa.

 

 

Egle Patanè 

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