Insulti a Greta Thunberg, il Grosseto licenzia l’allenatore

Un post su Facebook con insulti dal contenuto sessista nei confronti di Greta Thunberg, è costato caro al l vice-allenatore dei Giovanissimi A del Grosseto, Tommaso Casalini

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Greta Thunberg è di tendenza: la giovane svedese, conosciuta per il suo attivismo a favore di comportamenti sostenibili, nel bene o nel male fa discutere.

Molti ne elogiano il carisma e la bontà della sua sensibilizzazione tanto da essere tra le candidate al Premio Nobel per la pace; altri muovono critiche appellandosi a un disegno più grande di marketing che “userebbe” la teenager; poi ci sono gli haters – quelli non mancano mai, soprattutto nei confronti di chi è in vista- che non perdono occasione per degenerare.

Tra questi si nascondono anche adulti che, senza badare a luoghi e termini, sparano a zero.

Uno di questi è Tommaso Casalini, giovane allenatore in seconda delle giovanili del Grosseto, che nei giorni scorsi, in un commento ad un post su Facebook, ha insultato pesantemente Greta. insulti sessisti greta

In seguito quanto scritto dal proprio tessarato, il club toscano ha deciso di allontanarlo “per un comportamento non consono alla linea tracciata dalla società che punta sui valori morali prima ancora che sui valori tecnici”.

Il ragazzo ha poi chiesto scusa dichiarandosi pentito dell’accaduto: “Desidero chiedere pubblicamente scusa a tutti, a cominciare da Greta Thunberg, per il post che ho scritto su Facebook la scorsa settimana“, dice l’ex allenatore consapevole di aver non solo utilizzato un linguaggio sbagliato ma anche di essere caduto in un’esternazione dal contenuto sessista.

Non ho mai pensato né potrei pensare davvero certe cose, a maggior ragione di una minorenne. Tuttavia, quando uno sbaglia è giusto che si assuma la responsabilità dei propri errori, pertanto accetto di buon grado la decisione“, ha concluso.

Al di là dell’antipatia o meno verso una persona di sesso femminile, al di là della condivisione o meno di un atteggiamento o un’idea della stessa, emerge ancora la faciltà con la quale si ricorre ad aggressioni verbali e semplicistiche discriminazioni di genere.

Insomma, quando si vuole colpire una donna risulta molto più facile toccarla sul piano estetico e sessista anzicchè provare a controbbaterla sul piano dei contenuti: invece di entrare nei particolari di una vicenda (politica o meno) che coinvolge una donna la si attacca nella sua fisicità e moralità.