Il capitano del Napoli, attualmente impegnato negli Europei e in scadenza di contratto con il Napoli, attende la fine della prestigiosa competizione per decidere il suo futuro
Tutte le attenzioni degli italiani amanti del pallone, in questa caldissima estate in cui si prova a tornare ad una quasi “normalità”, sono concentrate su EURO 2020 (in ritardo di un anno) e sulla Nazionale forgiata dalle sapienti mani di Roberto Mancini.
Il CT, che ha senza dubbio il merito di aver riavvicinato tantissimi tifosi al tifo patriottico, ha scelto i suoi in maniera puntigliosa e accorta, e ai più non è sfuggita la mitica 10 affidata al capitano del Napoli, Lorenzo Insigne.
Una 10 ormai cucita addosso al neo trentenne bandiera della squadra partenopea, in un’annata non facile e che ha visto all’ultimo miglio sfumare il sogno Champions dopo la ormai nota partita praticamente “non giocata” contro il Verona.
Un ultimo miglio che avrebbe consacrato Insigne come trascinatore di un gruppo uscito da un periodo non facile e da un cambio di allenatore (da Ancelotti a Gattuso) che ha necessitato del giusto tempo per trovare equilibrio e una certa stabilità.
In questo scenario, fatto di tante luci e qualche ombra, si fa strada il problema, non di poco conto, del rinnovo del talento di Frattamaggiore.
In scadenza di contratto nel 2022 e con la società ridimensionamenta a causa della mancata qualificazione in Champions, Lorenzo il Magnifico vedrà la sua situazione col Napoli sbloccarsi solo dopo la fine dell’avventura continentale.
Certo è che Insigne desidererebbe vedere riconosciuta la sua leadership nella squadra nella quale è calcisticamente esploso (dopo l’annata nel Pescara delle meraviglie allenata dal maestro Zeman e che vedeva tra le fila anche campioni come Immobile e Verratti).
Leadership che comprenderebbe anche un notevole adeguamento contrattuale.
In questa situazione di stallo, con le notizie che non trapelano da alcuna delle due parti, una certa ansia pervade il popolo napoletano, che riconosce per gran parte, la maturità calcistica e non solo raggiunta da questo ragazzo cresciuto nell’Olimpia Sant’Arpino (comune a pochi km da Frattamaggiore) e con una gavetta superba alle spalle.
Il guaglione diventato uomo e capace di caricarsi sulle spalle un’intera squadra, affrontando momenti difficili e situazioni non paragonabili certo a passeggiate al parco, intanto fa il suo Europeo, dimostrando ad ogni chiamata alle armi, di meritare la maglia dal numero magico e facendo sentire al sicuro Mister Mancini.
Alla fine di questa esperienza (che tutti si augurano, corrisponda con la partita finale dell’11 luglio), Lorenzo e il Napoli siederanno allo stesso tavolo.
Certamente per trovare un accordo, allontanando lo spauracchio del famigerato parametro zero e, da parte della società azzurra, di tentare di blindare il talentuoso attaccante, magari marchiando a fuoco la sua carriera calcistica in quel di Partenope.
Grandi club lo cercano Lorenzo ma se si facesse coincidere cuore e tasca… non sarebbe mal cosa!
Un gesto anzi che, al netto delle dovute ed inevitabili cessioni, sarebbe la chiara dimostrazione di una storia d’amore destinata a continuare.
Simona Cannaò