Il campionato è finito, è tempo di fare festa.
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— JuventusFC (#Stron9er 🏆🏆🏆🏆🏆🏆🏆🏆🏆) (@juventusfcen) August 1, 2020
Termina con una sconfitta in casa il pesante e tribolato cammino della Juventus.
Il gruppo di Maurizio Sarri chiude “male” il suo percorso, con due sconfitte consecutive di cui una in casa e a un solo punto di vantaggio sull’Inter.
Una scelta voluta quella di Sarri, il quale ha preferito far riposare alcuni titolari e non rischiare infortuni in vista della sfida di venerdì contro il Lione.
Serata di festeggiamenti per la squadra che viene premiata ugualmente secondo le precauzioni Covid: ci sono sorrisi, risate e leggerezza e Maurizio Sarri in giacca e cravatta (finalmente) sta benissimo.
Il tecnico sorride, per quei minuti in cui alza la Coppa è se stesso, gli occhi sono lucidi: non gli sembra vero ma sulla vetta d’Italia c’è lui.
Sarri, una sigaretta per amica e una Signora per coronare il sogno
Intorno alla prima squadra ci sono tutti e per un attimo si dimentica il Covid, occhi lucidi perché c’è chi parte ma vorrebbe restare e chi spera di non partire proprio.
Perché la Juventus è così: alla fine una famiglia dove ci si prende cura l’uno dell’altro, dove nel bene e nel male si sta insieme.
E lo ha imparato anche Maurizio Sarri, in passato molto critico con la Vecchia Signora, ma oggi un “innamorato” devoto e pubblicamente riconoscente al Presidente Andrea Agnelli. Per capire fino in fondo cosa vuol dire lavorare in questa Società bisogna starci, e oggi lui lo ha capito.
La Juve merita questo trofeo e non possiamo che fare i complimenti a questo gruppo che ha saputo stare in piedi nonostante un cambio di allenatore molto sofferto, numerosi infortuni, un mercato non conforme alle esigenze e il Covid – 19 che non dimentichiamo ha colpito tra gli altri Paulo Dybala.
La Società ha assunto un comportamento ineccepibile nei confronti della pandemia tutelando e garantendo sicurezza a tutto l’organico, e accettando le decisioni della Lega in qualunque decisione.
Cinzia Fresia