Il tifo sano esiste ancora

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Il mondo del calcio continua a essere macchiato da episodi di violenza generati da persone erroneamente definite tifosi e l’ultimo è andato in scena ieri, durante il match tra Croazia e Repubblica Ceca. I tifosi croati si sono resi protagonisti in modo negativo lanciando inspiegabilmente in campo fumogeni e un petardo che ha colpito un vigile del fuoco, e costringendo il direttore di gara a sospendere per alcuni minuti la sfida.

A questo tifo malato si contrappone però la tifoseria sana, caratterizzata da una vera e indissolubile fede calcistica, professata soprattutto nei momenti sportivamente più delicati. La passata stagione ci ha regalato in diverse occasioni manifestazioni positive di supporto dirette alla propria squadra, rappresentative di come alcuni team appellati come piccoli e dimostratesi più volte grandi sul campo, hanno una ricchezza che nessun risultato negativo può sminuire: l’amore e il supporto della propria tifoseria. L’8 maggio in un Matusa gialloblù, i canti incitatori dei tifosi hanno fatto da colonna sonora per tutta la partita e quando Politano con il suo gol ha condannato aritmeticamente il Frosinone alla retrocessione in serie B, l’asticella del volume è aumentata e i cori non si sono interrotti neanche dopo il triplice fischio. Un intero stadio si è stretto in lungo applauso e con quel gesto si è unito all’abbraccio di giocatori e mister andati a salutare i sostenitori sotto la curva. Un riconoscimento verso un team capace di aver regalato un sogno a un pubblico degno di averlo vissuto e un messaggio ben preciso: “riproviamoci”. La settimana successiva è mutata la scenografia, sono cambiati i protagonisti, ma lo sport ha vinto ancora. Il Carpi ha battuto l’Udinese nell’ultima giornata, anche se  la matematica l’ha costretto a salutare la Serie A. Tutto questo non ha condizionato in alcun modo i tifosi biancorossi i quali, alla delusione hanno sostituito i ringraziamenti diretti ai loro beniamini, per una favola durata forse troppo poco a cui è mancato solo il lieto fine che, con il loro spirito, potranno presto trovare. Queste scene, però, prescindono dalle categorie e i supporter del Trapani lo hanno ben dimostrato. Dopo un percorso che li ha portati a giocarsi la massima serie fino alla gara di ritorno dei play off contro il Pescara, a pochi minuti dal termine del match, quando il risultato promuoveva la squadra di Oddo, i tifosi siciliani hanno omaggiato prima mister Cosmi (facendolo commuovere) e poi alzandosi in piedi per salutare e ringraziare un grande team. A coronare una scena così alta di sport, ci ha poi pensato il tecnico degli abruzzesi, rimandando di qualche secondo ogni festeggiaento per abbracciare l’allenatore avversario. Il calcio è un gioco di squadra, si esulta e si soffre, si perde e si vince, ma quando lo si fa insieme è perchè dietro a un grande gruppo, c’è un grande tifo.

Chiara Vernini