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Il tifo bianconero e la “vedovanza” come condizione psicologica

Quando si dice "la vedova di..." in casa Juventus: una condizione dalla quale bisogna uscire

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Fonte immagine combo: Twitter

Vedovanza: condizione di chi ha subìto una perdita particolarmente dannosa e dolorosa oppure particolare solitudine che deriva dall’interruzione di un rapporto d’amore.

Sembra strano dover associare una parola così forte a un gioco come quello del calcio.

Eppure, da anni oramai, in casa Juventus assistiamo ciclicamente a fenomeni di vedovanza.

Il primo caso, quello più eclatante, si è verificato subito dopo la partenza traumatica di Antonio Conte.

Forse il caso più “giustificato”, per come è avvenuto il tutto, per la modalità effettivamente dolorosa della separazione tra allenatore e società.

Antonio Conte
Fonte immagine Profilo Twitter Giuventinismo

Un distacco avvenuto come un taglio netto in un legame forte come quello tra Conte e la tifoseria bianconera ha effettivamente creato un vero e proprio lutto, da cui è stato difficile venire fuori.

Soltanto con il passaggio di Conte all’Inter la vedovanza si è trasformata poi in odio (tristissimo epilogo).

La cosa curiosa, tuttavia, è vedere come ciclicamente questa condizione si ripeta nelle menti e nei cuori del popolo bianconero, con la stessa modalità, pur trattandosi di casi diversi.

Dopo Antonio Conte, la vedovanza si è ripetuta con l’addio di Pogba.

Per cui, ogni estate,  durante il calcio mercato assistiamo a pagine e pagine di post su Twitter che implorano o auspicano il ritorno del francese come se fosse l’unico centrocampista al mondo.

Lo stesso si sta verificando in questi ultimi giorni con Cristiano Ronaldo,  tornato magicamente a brillare in quel di Manchester.

https://twitter.com/TTK_88/status/1436782398633615364

I supporters della Vecchia Signora sono già tutti pronti a struggersi di dolore ogni singola partita, mentre ripensano ai giorni di gloria di CR7 in bianconero.

(Ben pochi, in verità).

Senza considerare i due anni in cui abbiamo respirato ovunque la melensa, sdolcinata vedovanza nei confronti di Massimiliano Allegri.

Fiumi e fiumi di lacrime versate nello struggente rimpianto di colui che per ben due volte ci aveva condotto in finale di Champions…

…(Entrambe perse. Ma non importa, nel mentre abbiamo scoperto che fanno Palmares. Fantastico, no?).

Solo che poi è successa una cosa straordinaria: Massimiliano Allegri è tornato a casa, la vedovanza è finita, il matrimonio è stato magicamente ri- celebrato e tutto andrà per il verso giusto. Perché è così che deve andare.

E invece no.

Allegri è tornato e la Juventus fa fatica, perché questo è il suo momento: un momento di crisi.

Perché le cose cambiano e anche se vogliamo riportare lo scacchiere indietro, nel frattempo gli anni hanno cambiato le mosse delle torri e degli alfieri.

In casa Juventus tutti sono afflitti da questa condizione di vedovanza, nessuno escluso, persino il Presidente che ha richiamato il suo fedele scudiero nella speranza di rinnovare lo status quo.

La vedovanza è la triste condizione di chi, alla Juventus, non si rassegna che le cose nel tempo sono destinate a cambiare.

Ci sono periodi di gloria e altri no e recriminare serve a poco, soprattutto alcuni di questi periodi sono frutti di scelte sbagliate (Agnelli, can you hear me?).

Non è guardando indietro che si risolvono i problemi. Mai.

Eppure mi ricordavo che la Juve avesse scelto, come slogan, un certo Live Ahead.

La verità è che siamo invece belli ancorati al Fino alla Fine…

… Della Vedovanza, però.

Non ci bagniamo mai nella stessa acqua due volte, diceva un famoso filosofo.

E non mi stupirebbe che i titoli del secondo tempo del film di Max alla Juventus passassero rapidamente da “Momenti di gloria” a “Bastardi senza gloria”.

Perciò, voglio concludere dicendo: basta guardare indietro. Capisco che crogiolarsi nel passato è un modo per non guardare alla bruttezza del presente.

Ma volere a tutti i costi un passato che non c’è più rischia di rovinare anche quello che di bello il passato ci dovrebbe lasciare: il ricordo.

Smettiamo di essere una tifoseria sempre in lutto.

 

Daniela Russo

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