Il sogno bianconero si infrange a Berlino fra le lacrime e qualche flop

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 Termina con un  3 – 1 per i blaugrana la lunga notte di Berlino. Ad andare in rete, Rakitic, Suarez e Neymar e Morata per la squadra bianconera.
Messi nè Tevez compaiono tra i nomi dei marcatori, ma se nel primo caso la vittoria e il record di dieci reti segnate insieme a C.Ronaldo e Neymar possono alleggerire questa mancanza, nel caso dell’Apache resta sicuramente l’amaro in bocca. Tevez è risultato infatti molto poco incisivo e non al meglio in una competizione di questa portata, ma va anche ricordato che il gol di Morata è arrivato proprio grazie a un suo tiro respinto da Ter Stegen.
Le pagelle comunque parlano chiaro: non una più alta di 5; proprio lui, che nel nostro campionato si è distinto per costanza nel gol e per una “presenza massiccia” in campo. La domanda infatti è questa: possiamo definirlo un flop, parlando solo di demeriti individuali, o ha più senso evidenziare la superiorità indiscussa della squadra spagnola, che forse in nessun caso avrebbe reso giustizia all’avversario?

Diverso è il caso di Vidal, anche lui al di sotto della sufficienza per tutta la partita, apparendo non solo poco presente, ma molto nervoso e falloso soprattutto nel primo tempo, dove ha rischiato anche l‘espulsione.
Ciò che sembra essere mancato di più al cileno è sicuramente la personalità che ha tramutato in egoismo e a tratti in poca sportività. Le attenuanti sono certamente molte; la tensione, la consapevolezza dell’importanza della competizione, la sempre più vicina conquista del triplete. Un carico emotivo insomma, che può aver giocato brutti scherzi anche a un professionista come lo stesso Vidal.
Il sostegno del mister, della dirigenza nelle dichiarazioni post-partita e dei tifosi di certo non è mancato e se da un lato è giusto riportare impressioni a volte negative sui singoli, rimanendo nell’imparzialità di ciò che siamo chiamati a fare, dall’altro va riconosciuto il merito dell’impresa a questa squadra italiana, a tratti saccente e cinica e a tratti fragile e umana, come hanno dimostrato le lacrime stesse dei protagonisti a fine partita.

Silvia Liori