Il silenzio di Agnelli: la Juventus ha bisogno di un Presidente

Da troppo tempo Andrea Agnelli non ci mette la faccia. Un atteggiamento che non va, soprattutto quando i risultati sono negativi

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immagine: profilo twitter ufficiale Juventus https://twitter.com/juventusfcen/status/1202860402436182018/photo/1

“SIGNORE E SIGNORI, BENVENUTI A CASA.
SIAMO DECINE DI MILIONI NEL MONDO. SIAMO MILIONI IN ITALIA, SIAMO CENTINAIA DI MIGLIAIA IN QUESTA CITTÀ. SAPPIAMO GIOIRE, SAPPIAMO SOFFRIRE, SAPPIAMO STRINGERE I DENTI, SAPPIAMO VINCERE.
NOI SIAMO LA GENTE DELLA JUVE.”

Sembra ieri che con queste parole Andrea Agnelli inaugurava l’Allianz Stadium, la casa della Juventus, andando dritto al cuore dei tifosi.

Il secondogenito del dott. Umberto Agnelli, nel 2010 raccoglieva in eredità la Juventus devastata dalle conseguenze di Calciopoli e settima in campionato per due anni di fila.
A furor di popolo  Andrea Agnelli, ultimo discendente adulto a portare il nome di famiglia, ha preso le redini della gloriosa società e l’ha restituita agli antichi splendori.
Il neo Presidente un sogno che diventava realtà, un ritorno alle origini.
Andrea Agnelli è entrato immediatamente nel ruolo imponendo una nuova rampante politica, assumendo Antonio Conte (ex giocatore e capitano della Vecchia Signora) come nuovo allenatore.
Moderno e informale, lo stile di AA è lo specchio della nuova generazione di imprenditori, manager e politici,  la cui priorità sono gli obiettivi da raggiungere in breve tempo.

L’obiettivo primario del Presidente è chiaro: far arrivare la Juventus tra i primi Top Club d’Europa.

La Juventus inizia così un ciclo vincente e ininterrotto per 9 anni e, durante questo dominio, la gestione di Agnelli incrementa la politica sul marketing mettendo in atto alcuni progetti:
la creazione della Juventus Women, la squadra femminile fino  ad oggi pluri premiata;
lo stadio con annesso centro commerciale;
il J village all’interno della Continassa,  nuovo quartier generale generale del club;
– il J hotel,  situato all’interno del J village, non lontano dall’Allianz Stadium e il Taola restaurant.
il J Medical, una struttura sanitaria di eccellenza strumentale aperta anche al pubblico;
la Juventus Academy, progetto sportivo di formazione personale e sportivo diretto ai giovanissimi di presenza internazionale;

E ancora… tanta attenzione alla sostenibilità, tanto impegno contro il razzismo e ogni forma di pregiudizio e varie iniziative solidali.
Sotto la guida del presidente Agnelli, la Juventus, che nel frattempo ha affidato la guida tecnica a Massimiliano Allegri, incrementa a tal punto i ricavi tanto da permettere l’ingresso in squadra di un Top Player, una stella del calcio: nel 2018 arriva a Torino Cristiano Ronaldo.

Il prestigioso giocatore suscita polemiche ma altresì aspettative.
Una ciliegina sulla torta che avrebbe dovuto contribuire a realizzare un altro obiettivo: riportare la Coppa dei Campioni  in bacheca a Torino.
Dopo i primi entusiasmi, il progetto  però comincia a scricchiolare.
Il portoghese ha un forte impatto in Italia, ma il rendimento in squadra non è quello sperato, e la Champions League non arriva.
Intanto, Allegri lascia e si susseguono Maurizio Sarri (che vincerà il campionato 2019-20) e, per il 2020-21, lo stesso Andrea decide di puntare su Andrea Pirlo. Quest’ultimo, vincitore della Supercoppa Italiana e della Coppa Italia viene destituito dal ruolo e, sulla panchina bianconera ritorna Allegri.
Forse, anche infastidito dai continui cambiamenti al timone della squadra,  CR7 assume atteggiamenti di insofferenza e, ad inizio stagione 2021-22 lascia la Juventus prima della scadenza di contratto.

La Super Lega, Agnelli accusato di altro tradimento da UEFA ed ECA

Il 19 novembre scorso, la Serie A votava con favore unanime all’ingresso dei private equity nella Lega. Si trattava di Cvc, Advent e Fsi,  fondi che  avrebbero garantito un miliardo e settecento milioni di euro ai club (tra i quali la Juventus) dai conti malconci a causa delle conseguenze della pandemia.
Il numero 1 della Juventus ostile all’operazione, venne accusato con la “improvvisa” presentazione della Superlega, di avere a cuore gli interessi della sua Società.
Lo stesso Aleksander Ceferin, numero uno Uefa e amico del presidente bianconero, ha accusato Agnelli di aver agito di nascosto ai danni della Federazione.
La reazione alla Superlega e le conseguenti minacce dell’Uefa, ha causato l’uscita immediata  di scena di 9 club.
Al momento è in corso un braccio di ferro tra le tre società superstiti  (Juventus, Barcellona, Real Madrid) contro l’Uefa: una vera e propria guerra a suon di ricorsi.
Le ultime notizie riconoscono all’Uefa la legittimità di applicare sanzioni ai club fondatori e aderenti.
Intanto la Juventus con il ritorno di Massimiliano Allegri non rende.
Il tecnico toscano  non riesce a far decollare la squadra.
La serenità di spogliatoio viene minata anche attraverso  condotte e strategie negative riguardo rinnovi di contratto di alcuni giocatori.

Il Presidente bianconero è isolato, non parla più in pubblico se non a proposito della Superlega.

Al suo posto però parla il neo Ad Maurizio Arrivabene, già molto criticato per alcune posizioni polemiche prese in merito alle gestioni dei giocatori.
Questo isolamento non convince per niente i tifosi e chi segue la Juventus.

Si percepisce un’aria tutt’altro che buona intorno ad Andrea Agnelli, e si vocifera persino un cambio di Presidenza.

Voce messa a tacere immediatamente da John Elkann, presidente Exor, il quale  conferma la fiducia al cugino.
Il numero 1 di Stellantis spiega come la Società sia corsa ai ripari per far fronte al passivo causato dalla pandemia.
Andrea Agnelli però sembra improvvisamente diventato un corpo estraneo.
Al di là dei problemi derivati dalla Superlega, dalla questione Suarez, dall’inchiesta sulle plusvalenze e dalla recente accusa di falso in bilancio, il popolo bianconero non è abituato a un Presidente poco presente che, nonostante appaia alle partite, resta in disparte.
Così, quando nel match casalingo contro il Bologna è apparso allo stadio Alessandro Del Piero, si è alimentata la fantasia dei tifosi i quali sognano un ritorno dell’ex bandiera e lo vorrebbero nel board della Società.
Ipotesi che anche se prontamente smentita non ha tuttavia cancellato le ombre su un cambiamento di assetto societario, possibilità continuamente smentita dall’entourage della Società.
Ciò che però emerge ed è frutto della gestione di questi anni è il  distacco di una  parte della tifoseria che non condivide e altresì contesta le scelte della Società.
La Juventus oggi, è una Società  assolutamente lontana e priva di empatia nei confronti dei tifosi. 

Ed è per questo che, cambio di presidenza o meno, la Vecchia Signora ha bisogno di una proprietà entusiasta proprio come era Andrea nel primo giorno da Presidente della Juventus.
La tifoseria ha necessità di sentire una presenza forte, carismatica che riunisce e non separa, ma soprattutto non allontana.
Cinzia Fresia