Home Calcio Italiano Serie A Il rosso e il nero dell’Ibra bis

Il rosso e il nero dell’Ibra bis

Basterà Ibra a risollevare le sorti del Milan in sei mesi o poco più, visto le sue condizioni contrattuali ed anagrafiche, o sarebbe stato meglio puntare su un giovane attaccante dalle qualità promettenti anche in ottica futura?

0

A 38 anni suonati Zlatan Ibrahimovic da qualche settimana è tornato, dopo ben più di 7 anni e mezzo, a vestire i panni del Milan con alle spalle il numero 21 scelto dai propri figli ed è più felice che mai.

Fosse stato per lui non sarebbe andato via dal club rossonero nel 2012 ma le scelte di mercato e di budget da quell’anno ad adesso l’hanno portato a vestire 3 casacche diverse e a consacrarsi tra i più forti calciatori al mondo in attività prima di riapprodare al suo “grande amore” il 27 dicembre 2019 facendo un bel regalo di Natale al Milan o quanto meno è quello che si augura la squadra e la tifoseria rossonera che sogna in grande.

Certo Ibra non è tornato al Milan per accettare di buon grado la panchina nonostante la sua veneranda età che potrebbe giustificare tale scelta, ma è facile da capire che conoscendo la sua forte e turbolenta personalità voglia ritornare ad essere il leader di questa squadra fuori e dentro il campo aiutandola ad uscire dalla profonda crisi in cui si trova da molti anni, magari agganciando l’ultimo posto per l’Europa League.

ENnOGatXYAAqw1j
FONTE IMMAGINE: https://twitter.com/acmilan/status/1214228194003435521

SOGNO O FUTURO? MAGIE O CONCRETEZZA?

Ovvio che “Ibracadabra” non è più il ragazzo di qualche anno fa nel pieno delle proprie condizioni fisiche, sia per questioni legate all’anagrafe sia per la scarsa preparazione atletica causata dell’infortunio di due anni e mezzo fa, ma la classe ed il temperamento non si perdono con il passare del tempo, sono innati e già nella sua prima partita del ritorno contro la Sampdoria ha mostrato tutto ciò in campo nonostante abbia “giocato da fermo” vedendo il gioco anticipatamente e facendo giocate semplice; soprattutto con il suo carisma, con il suo carattere spavaldo può aiutare questa squadra dal punto di vista psicologico, emozionale trasmettendo grinta e convinzione dei propri mezzi.

Ma se da un lato porterebbe un aiuto soprattutto morale dall’altro la sua presenza toglierebbe spazio a Piatek e/o a Leao non dando la possibilità di capire al meglio se col tempo avrebbero potuto dimostrarsi o meno degli acquisti di mercato centrati.

Basterà la classe, e la forte personalità di “Ibracadabra” a risollevare le sorti del Milan in sei mesi o poco più, visto le sue condizioni contrattuali ed anagrafiche, o sarebbe stato meglio puntare su un giovane attaccante dalle qualità promettenti anche in ottica futura?

Intanto si spera in qualche sua magia, il resto lo scopriremo solo vivendo.

 

Ylenia Micalizzi

Exit mobile version