È la Juve la prima finalista di questo finale di Coppa Italia all’insegna dell’emergenza.
Dopo quasi 100 giorni lontano dai campi, Juventus e Milan si ritrovano l’una contro l’altro all’interno di uno Stadium vuoto.
Vuoto proprio come lo era stato durante l’ultimissima gara con l’Inter, ma più triste.
In quel vuoto si avverte il peso dell’ultimo periodo vissuto in Italia e nel mondo. E non solo per il lutto al braccio esposto dai giocatori.
Il viso di Dybala – teso e irrigidito per almeno 20 minuti – è emblematico. Il Covid è ancora nella testa e nei pensieri di tutti, soprattutto di chi, come Paulo, lo ha combattuto per ben 46 giorni.
Eppure la Juve inizia bene la gara, determinata e convinta. Sin dai primi minuti Alex Sandro e Danilo, la coppia difensiva brasiliana, convince in maniera inaspettata.
Sono i primi trenta minuti, in cui arriva la succulenta occasione del rigore clamorosamente fallita da un Ronaldo appannato, macchinoso e in difficoltà per tutti i novanta e più minuti di gioco.
Insieme a Pjanic sono probabilmente le due note più stonate che la Juventus ha suonato ieri sera. Il bosniaco, al quale Sarri aveva a sua detta parlato a lungo nelle giornate passate, non sembra aver trovato beneficio dal confronto con il mister.
Il Milan – già sfavorito sulla carta – prova a suicidarsi con l’intervento assassini di Rebic che gli costa la partita: rosso e fuori. La Juve tuttavia non approfitta della situazione e non infierisce, anzi. Al contrario.
Nella ripresa il Milan osa e prende coraggio, mentre i bianconeri tirano i remi in barca. Nulla accade e nulla scuote il resto della partita: la Juventus si avvia allo 0-0 che la porterà in finale senza infamia ma soprattutto senza lode.
Brilla in questa serata anomala – la prima di tante alle quale dobbiamo abituarci – la stella di Rodrigo Bentancur, ancora una volta a riprova di come sia lui il futuro pilastro del centrocampo bianconero.
I problemi della Juve sono esattamente gli stessi lasciati tre mesi fa. Non è questo il momento, però, di iniziare un processo.
Sprazzi di positività sono legati all’insolito tridente d’attacco, un trio senza punti di riferimento che davvero può fare grand cose, fiduciosi nel benessere fisico di Costa.
Buone note anche del Diez, che malgrado il calvario attraversato ha retto meglio di quanto ci aspettassimo. Abbiamo visto tutti quanto sia importante Dybala nell’economia tecnica e morale della Juventus: lo attendiamo con ansia.
Sperando in un rapido ritorno alla forma di CR7, notoriamente un diesel nelle riprese: che se – come dice Sarri – la stagione passa dai suoi piedi, bisogna che torni in forma e anche alla svelta.