Andrea Pirlo arriva in sala conferenza in polo, con il viso tranquillo e persino più sorridente del suo solito e gli occhi vigili, di chi guarda e osserva e sa già cosa aspettarsi.
Del resto solo poco tempo fa era già stato presentato come mister della Juventus 23, ma al suo fianco aveva la dirigenza. Oggi è solo, e la sua presenza riempie la sala silenziosamente ma intensamente.
Con la pacatezza che da sempre lo contraddistingue ma – nel contempo – diretto e senza peli sulla lingua, Pirlo presenta senza difficoltà la sua idea di calcio.
Un calcio fatto di corsa, di sacrificio e abnegazione, propositivo:
Due cose voglio dirvi: bisogna sempre avere il pallone, e quando si perde bisogna recuperarlo velocemente.
Un calcio in cui si deve vedere quell’entusiasmo che di recente la Juventus ha perso.
Il modulo – come lui stesso afferma – non è la sua priorità. La sua convinzione è di essere al posto giusto, il resto passa in secondo piano:
Mi piace un calcio di rotazione, con gente in movimento che abbia voglia di attaccare.
Non mancano alcune secche stoccate ai giornalisti, a proposito di Dybala ad esempio:
Dybala non è mai stato sul mercato, siete voi che ogni tanto mettete certe voci in giro.
Andrea non nasconde le sue intenzioni, né a Higuain cui ha comunicato di non essere parte del progetto, né alla società:
Sono l’allenatore, è normale che chieda un certo tipo di giocatori alla società, ci sono obiettivi che però non vengo a dire a voi.
Per il mister l’obiettivo è di squadra, si parla con tutti e si lavora con tutti. Insomma, i vecchi compagni non partono in vantaggio, tutti sono sullo stesso piano a contribuire alle esigenze della Juventus.
Infine, come degna chiusura un pizzico di sana autostima, necessaria a rompere gli indugi e a scacciare i normali e legittimi dubbi intorno alla sua figura:
Credo nelle mie possibilità e credo di poter raggiungere i miei obiettivi anche da allenatore.
Daniela Russo