Sarà stato il calendario colmo d’impegni, la pressione psicologica, la sfiga, la poca lucidità…sarà quel che sarà, il Napoli cade ancora una volta sotto la magnificenza della Dea e Sarri cade ancora una volta sotto Gasperini.
Il buon Sconcerti fu quasi lapidato per aver additato agli azzurri di Sarri il grande difetto di prendere troppi gol, difetto che avrebbe potuto potenzialmente penalizzare la squadra nella lotta scudetto, ad oggi, dopo qualche mese di distanza come si può non pensare di avergli dato torto sbagliando clamorosamente?
C’è chi parla di un brutto Napoli e, come dargli contro?! Hamsik quasi assente, Callejon ed Hysaj disagiati… un Napoli fuori forma che non riesce a svegliarsi da un’assopimento che mostra tutti i tratti di un’ipnosi. In verità, sebbene i demeriti e gli errori dei partenopei siano stati decisivi e determinanti sarebbe più giusto piuttosto encomiare i meriti dei bergamaschi, i quali grazie alla prestazione esemplare hanno fatto la differenza permettendo quel salto di qualità necessario a vincere il match e accorciare le distanze catapultandosi a -3.
L’eroe della giornata è Mattia Caldara, di proprietà bianconera, il quale segna una doppietta diventando il primo difensore ad aver messo a segno due gol in trasferta. Il Napoli di Sarri non passa l’esame Atalanta così come all’andata quando, Gasperini rischiava l’esonero e invece la vittoria sui partenopei gli salvò la panchina.
Il delitto di ieri sera consumatosi al San Paolo è opera collettiva e il mea culpa non risparmia proprio nessuno specie se si tiene conto della superiorità numerica, eppure qualche appunto andrebbe fatto e la messa a fuoco su Sarri appare quasi inevitabile; parecchio discutibili, infatti, le scelte del tecnico toscano quali, ad esempio, continuare ad insistere con Mertens falso nueve pur avendo a disposizione e lasciati in panchina sia Milik che Pavoletti.
Sarri e ancora Sarri, ultimamente il tecnico può dirsi tutt’altro che sereno e dopo le dichiarazioni di Madrid il faccia a faccia con Gasperini probabilmente se lo sarebbe proprio risparmiato. L’ex allenatore del Genoa – alla cui guida fermò ancora una volta il Napoli – inizia a cucirsi addosso l’abito di “peste nera” per il Napoli ma, soprattutto, per Sarri e non solo sulla panchina azzurra.
Gli incontri (o scontri) tra i due avvenuti finora, sia in serie A che in B, pendono sul versante Gasp: due le vittorie di quest’ultimo, cinque pareggi e una sola vittoria di Sarri. In parità, invece, le reti subite.
Se il futuro di Sarri sia ancora azzurro non è poi così certo, specie se dovesse scemare pure il terzo posto ma, se una cosa è certa, a Napoli il prossimo incontro con Gasp o l’Atalanta sarà satollo di sale cosparso e corni appesi ovunque.
Egle Patané