Il Napoli e i padroni futuri del centrocampo: Demme e Lobotka

Acquistati nella sessione di gennaio del calciomercato, i due giovani centrocampisti si preparano a diventare le colonne portanti del Napoli che verrà

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Acquistati nella sessione di gennaio del calciomercato, i due giovani centrocampisti Demme e Lobokta si preparano a diventare le colonne portanti del Napoli che verrà

Il Napoli, superata brillantemente la bruttissima fase intercorsa tra la crisi del secondo anno sotto la gestione di Carlo Ancelotti, l’ormai celebre ammutinamento, l’arrivo di Gennaro Gattuso con la faticosa ma redditizia risalita da parte della squadra, la ritrovata armonia, la conquista della Coppa Italia contro la Juventus, si appresta a continuare strenuamente su questa falsariga tinta di azzurro, sia in campionato che in Champions League.

Con un posto in Europa League già saldamente in mano per il prossimo anno, la società ha letteralmente giocato d’anticipo anche in tema di calciomercato.

Prevedendo un avvicendamento di giocatori cosiddetti “storici”, e dopo gli addii eccellenti di Hamsik e di Jorginho degli scorsi anni dall’ossatura fondamentale della rosa, vi era la necessità di rifondare proprio il centrocampo, in vista del futuro.

Il patron Aurelio De Laurentiis e il fedelissimo DS Cristiano Giuntoli, nella sessione di calciomercato di gennaio, cosiddetta “di riparazione”, hanno puntato proprio a sistemare il centrocampo.

La scelta è caduta su Diego Demme e Stanislav Lobotka

Il primo, ventinovenne tedesco di origini calabresissime da parte di padre, è un centrocampista di quantità, ambidestro, bravo in marcatura.

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Proveniente dal RB Lipsia, di cui è stato una bandiera e desideroso di giocare nel Napoli, come più volte espresso, vanta proprio il padre tra i tifosi della squadra partenopea e un nome altisonante che ricorda il più grande di tutti: Maradona.

Ha come “Musa ispiratrice” per quanto riguarda il suo ruolo di centrocampista, proprio mister Gattuso.

Dotato di spiccata personalità, pare avere il profilo giusto per diventare, nel tempo, un punto di riferimento per i compagni di squadra.

Stanislav Lobotka, slovacco, venticinquenne, proviene dal Celta Vigo ed è un giocatore principalmente da vertice basso.
Predilige il centrocampo a tre.

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Dotato di buona visione di gioco, personalità, dinamismo, tecnica e agonismo, regge bene i contrasti fisici.

Due acquisti di valore soprattutto tecnico per la squadra azzurra.
Sin dal loro arrivo, si sono pian piano fatti spazio nel settore di loro competenza, dovendo “fronteggiare” presenze consolidate e sicure come Fabian Ruiz, Allan e Zielinski.

Il temperamento e la volontà dimostrata da subito, specialmente nel vulcanico Demme, hanno dato un’impronta importante che fa ben sperare per il futuro, anche perché il settore centrale della squadra partenopea, negli ultimi anni, ha vantato (come già accennato) dei veri e propri “signori” come capitan Hamsik -costantemente nei cuori dei tifosi azzurri, con una storia d’amore solo calcisticamente interrotta ma che rimane viva e ardente ancora oggi- e come Jorginho, di una caratura tecnica eccellente, grande operaio della palla al piede.

Il Napoli riparte dai giovani, dalle scoperte, dalle promesse che si avviano a diventare a poco a poco conferme.

Il tutto sotto il vigile occhio di Giuntoli, che, come già si è avuto modo di sottolineare, lavora nel silenzio e dedica gran parte del suo tempo alla scoperta di talenti da condurre all’ombra del Vesuvio.

E con l’ossatura della squadra che verrà, mista alle colonne portanti sia in difesa che in attacco, con la porta affidata alle mani sicure di Meret ed Ospina (senza dimenticare Karnezis), il Napoli si prepara ad affrontare indomito le sfide del futuro.

Sotto la guida di un autentico guerriero come Gattuso, che sa parlare ai suoi ragazzi e farsi capire, avranno tutti la possibilità di farsi valere (complice in questa fase della stagione anche la possibilità di effettuare cinque cambi a partita) e dimostrare capacità e voglia di vincere. Demme e Lobotka sono tra questi.

Là in mezzo il Napoli può sorridere!

 

Simona Cannaò