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Il Milan riparte dal Fondo Elliott e da Paolo Scaroni

Il Milan riparte dal Fondo Elliott e Paolo Scaroni nominato presidente ieri pomeriggio durante il consiglio di amministrazione. Confermati Fassone e Mirabelli rispettivamente amministratore delegato e dirigente sportivo. L’era Elliott inizia senza troppi stravolgimenti interni.

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Il Milan riparte da Paolo Scaroni, nominato presidente ieri pomeriggio durante il consiglio di amministrazione. L’ex amministratore delegato di Eni ed Enel, ex presidente del Vicenza Calcio e vicepresidente Rothschild, facente parte del cda rossonero dal 14 aprile 2017, è stato scelto come punto di riferimento della società. 

Confermati Fassone e Mirabelli rispettivamente amministratore delegato e dirigente sportivo, l’era Elliott inizia senza troppi stravolgimenti interni. L’intenzione della nuova proprietà è quella di intraprendere un percorso in continuità con il lavoro fatto finora, tenendo conto della storia del Club. In ballo c’era anche il nome dell’ex capitano Paolo Maldini ma l’ex rossonero ha siglato un contratto con il DAZN. 

Elliott dovrà risanare diverse fratture diventate sempre più ampie

La sentenza della UEFA ha un peso non indifferente e le restrizioni alle quali il Club è soggetto determinano presente e futuro della società alla quale la cordata statunitense dovrà pensare. L’esclusione per una stagione dalle competizioni europee inflitta dalla UEFA e al quale la società sta cercando di sopperire, facendo ricorso al TAS di Losanna, è arrivata per la poca chiarezza e credibilità del progetto che non ha convinto in sede di esame a Nyon. 

Yonghong Li con il suo operato non ha fornito sufficienti basi sulle quali affidarsi, mai versati i 32 milioni di euro al fondo Elliott di cui era debitore per completare il secondo aumento di capitale, lasciando di fatto cadere la società in mano al fondo statunitense che ne ha rilevato le quote.

Cedere la società piuttosto che saldare il debito, conseguendo a  sono i milioni di Yonghong Li spesi a fondo perduto? 

Yonghong Li ha acquistato dalla Fininvest la società nel marzo dello scorso anno, versando nelle casse della società 250 milioni di euro complessivamente. Soldi che, avendo ceduto, sono andati persi ma di fatto la situazione è molto più complessa, motivo per cui sospendiamo ogni tipo di esplicazione ulteriore.

Intanto il 9 luglio il Milan passa di fatto nelle mani del fondo Elliott, fondo nelle mani di Paul Singer, il quale, come si legge su calcio e finanza, ha avviato le procedure di escussione del pegno, rilevato gli amministratori legati alle holding lussemburghesi ed entro dieci giorni verrà convocata l’assemblea dei soci per la nomina del nuovo cda. 

 

Egle Patanè

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