Il Milan fa tre stelle, vince la guerra e colleziona tre punti

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Se all’Inter è stato detto e ridetto che vinceva senza convincere, probabilmente si è convinta. Sì, a smettere di vincere!
Dopo la sconfitta contro la Lazio, la squadra di Mancini, non ne ha più azzeccata una, almeno in casa. Un mezzo sorriso accennato a Empoli e una festa, forse, troppo esaltante al San Paolo, i nerazzurri hanno collezionato più dispiaceri in un mese che in mezza stagione. Gennaio, mese tutto da dimenticare. L’armata nerazzurra su tre partite a San Siro è stata colpita – e affondata- tre volte su tre.
Tre numero perfetto? Beh, non per i nerazzurri. Più che perfezione diremmo maledizione. Tre i gol subiti allo Stadium e tre i gol subiti questa sera contro i cugini che, in questo derby, vestono di rossonero la madonnina.
Il Milan era quello sfavorito, eppure, con un pò di testa, cuore e soprattutto gambe ha dimostrato che la media del 6 (forse stentato) può migliorare con una prestazione da 9. A scuola ci hanno sempre insegnato che per quanto importi il contenuto, se dimostri impegno il voto in più arriva quasi in automatico e questo Mihajlovic l’ha capito e per il compito di inizio quadrimestre ha preparato a dovere i suoi allievi . Un inizio primo tempo non brillante per i “Padroni di casa” – più nerazzurro che rossonero – la curva sud freme più volte ma Donnarumma e la poca freddezza nerazzurra tranquillizzano gli animi rossoneri. Milan a sprazzi ma, basta un corner al 35’ per consegnare le sorti della partita alla Milano sud; cross di Honda, stacco di testa di Alex sotto la nord e l’antipasto è servito; spiazzato Handanovic e zittiti gli interisti. Il fuoco dell’inferno ha, paradossalmente, gelato l’Inter. A 5 minuti dalla ripresa l’Inter si scongela per forza di cose, un contatto in area Donnarumma-Eder infiamma la nord che, sgolandosi, reclama un rigore che D’Amato concede in un primo momento per poi cambiare idea (correttamente). Il portiere, infatti, prima di affondare l’ex doriano, tocca la palla. Semmai era da concedere una punizione a due che però non arriva. Espulso Mancini per proteste e atteggiamento poco elegante nei confronti di alcuni tifosi milanisti.
Il direttore di gara non ha dubbi al 68’ quando Alex travolge Icardi nell’area piccola ed è lo stesso Icardi, subentrato qualche minuto prima a Jovetic, a tirare dal dischetto. Non è serata per l’Inter e, colui che non sbaglia mai, colpisce in pieno il palo destro e manda in disperazione i tifosi. L’Inter è in balia lla confusione, si lascia travolgere psicologicamente dall’errore e fisicamente dagli avversari. Al 73’ Bacca su cross di Njang serve il 2-0 ad Handanovic, stavolta sotto la sud, e fa esplodere il Meazza. Njang generoso viene ricompensato e dopo soli tre minuti, arriva il regalo: il francese, servito da Bonaventura, tenta il tiro, respinto però da Handanovic ma con un rimbalzo da flipper, la respinta è dritta su Njang che non sbaglia due volte e segna il terzo.
E uno, e due e tre.
Questa è la gioia più bella da quando alleno, perchè i derby vinti così nettamente rimangono nella storia. Siamo contenti per il presidente che è il nostro primo sostenitore, per i tifosi e soprattutto per i ragazzi. Nel primo tempo non siamo stati bravi ad accorciare sui loro quattro attaccanti e abbiamo sbagliato un paio di uscite sui loro esterni. Sono stati pericolosi in qualche ripartenza ma poi in generale abbiamo sofferto poco. Nella ripresa dovevamo aspettarli e ripartire, siamo stati bravi e sfruttare bene gli spazi che ci hanno concesso. Dobbiamo essere ancora più cinici davanti alla porta, dobbiamo concretizzare le tante occasioni che creiamo. Abbiamo battuto Inter e Fiorentina, doveva essere il girone delle vendette e per ora le stiamo facendo“. Così Mihajlovic, entusiasta, commenta la vittoria.
Mancini, invece, fa un mea culpa della situazione: “Brucia perdere nel derby, ci va tutto male pur non giocando bene. Non è una partita da perdere, loro hanno segnato nel nostro momento migliore, poi hanno chiuso dopo il nostro rigore sbagliato. Se non realizzi quando puoi poi la rischi anche di perdere. Mi dispiace perché abbiamo buttato via tutto quanto quello di buono fatto. Siamo in un momento difficile, possiamo uscirne perché abbiamo le qualità per farlo, ne sono convinto. Non abbiamo perso per sfortuna, questo è un periodo no. Abbiamo pagato i nostri errori […] Mi assumo tutte le mie responsabilità, perché i ragazzi non ne hanno, quindi devono star tranquilli”.
Egle Patané