Il Milan di Berlusconi, ventinove anni di grandi successi

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“Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.. La televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti stiamo già aspettando..”, potrebbero essere questi i pensieri notturni che hanno affollato la testa del Patron del Milan Silvio Berlusconi nella lunga notte appena trascorsa, parafrasando una celebra canzone di Lucio Dalla.   L’incontro previsto  ieri sera ad Arcore tra il presidente rossonero e mister Bee Taechaubol non è poi avvenuto,  ma è soltanto questione di ore: il futuro del Milan parlerà tailandese.

Cessione solo rimandata dunque, con ogni probabilità a oggi. Dal punto di vista tecnico ed economico Taechaubol ha pienamente soddisfatto le richieste di Berlusconi, i tentennamenti di Silvio potrebbero essere dunque legati ad un lato strettamente emotivo. Ventinove anni di Milan sono lunghi da “dimenticare”, anni di grandi successi dove il binomio Berlusconi-Milanello sembrava qualcosa destinato a non avere mai fine.

“Il Milan deve diventare la squadra più prestigiosa del mondo attraverso le vittorie dei più importanti trofei internazionali e in forza si un gioco spettacolare nel rispetto degli avversari… Voglio un Milan coraggioso in Italia e all’estero, padrone del campo e padrone del gioco. Il bel gioco dev’essere il nostro principale traguardo. E ricordatevi che chi ci crede vince!”, sono le parole con cui il giovane imprenditore di Milano si presentò alla società nel lontano marzo del 1986.

Berlusconi in questi anni ha indubbiamente mantenuto la sua promessa. Otto scudetti, cinque Champions League, tre Coppe Intercontinentale, cinque Super Coppe Europee e sei italiane più una Coppa Italia, per un totale di ventotto trofei conquistati. Sacchi, Capello, Ancelotti, i nomi degli allenatori mai dimenticati che hanno fatto grande il Milan.

Il primo Milan di Berlusconi è targato Arrigo Sacchi. Il suo arrivo sulla prestigiosa panchina rossonera, con risultati non certo esaltanti, è accompagnato da dubbi e critiche. “Chi è questo giovane sconosciuto?”, la domanda più ricorrente, a cui il neo presidente risponde così: “E’ il tecnico con la paranoia di vincere”. Con lui nasce il Milan degli Immortali, undicesimo scudetto   e primo titolo della “nuova era” conquistato grazie alla  vittoria per 3-2 nello scontro diretto con il Napoli al San Paolo il 1 Maggio 1988. Coppa dei Campioni per il profeta di Fusigano alla sua seconda stagione in rossonero, vinta nella famosa finale di Barcellona contro lo Steaua Bucarest dopo aver rifilato cinque gol al Real Madrid nella semifinale a San Siro, e Coppa Italia. Nei primi mesi della stagione 1989-1990 il Milan vince la Supercoppa Uefa contro il Barcellona e l’Intercontinentale battendo a Tokyo i combattenti dell’Ateltico National con un gol di Evani, annata che si concluderà con la conquista della seconda Coppa Campioni consecutiva grazie alla vittoria contro il Benfica a Vienna.

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Dopo Sacchi è la volta di Fabio Capello. Il suo ritorno al Milan, del quale era già stato allenatore nel finale di stagione 1986-87 in sostituzione dell’esonerato Liedholm, viene accolto con freddezza, yesman dei vertici societari è l’appellativo che gli viene frettolosamente affibiato. Capello inaugura uno dei cicli più forti e vincenti della storia rossonera, fra il 1991 ed il 96′ il suo Milan conquista quattro scudetti, di cui tre consecutivi, e una Coppa Campioni. Molti i record del bisiaco alla guida del Diavolo tra cui il maggior numero di risultati utili consecutivi in Serie A  con 58 partite senza sconfitte.

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Da Capello al più recente Milan targato Carletto Ancelotti. Due Champions League, di cui una contro la Juventus nella memorabile finale del 28 Maggio 2003 all’Old Trafford, due Supercoppa Uefa e una Intercontinentale, sono i suoi successi con i rossoneri a livello internazionale. Campionato, Coppa Italia e Supercoppa Italia quelli nazionali. Il suo è anche il Milan della “tragica” notte di Instabul che ancora tormente i sogni del popolo milanista, così come quello della vittoria di Atene nella finale di Champions 2007 dove a condannare il Liverpool, che due anni prima aveva compiuto una grande rimonta in Turchia, è Super Pippo Inzaghi.

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Un’era di grande Milan sta per giungere al termine e quello che la famosa Curva Sud e tutti i tifosi rossoneri si augurano è che  il futuro di mister Bee riesca a essere all’altezza del passato targato Silvio Berlusconi.

 

Cecilia Stuani