Dopo la disfatta a Napoli la Juventus si e’ rimessa al lavoro per chiudere il mercato in uscita e tentare di inserire qualcosa in entrata, per fronteggiare i prossimi impegni.
Un mercato in uscita con difficoltà a chiudere le trattative: le uniche andate in porto sono state la cessione di Emre Can, e Pjaca verso l’Anderlecht.
Entrambe le operazioni sono prestiti e non cessioni definitive.
L’ operazione Can lascia senza parole poiché non si conoscono le motivazioni per cui questo prezioso giocatore sia stato eliminato dalla rosa della Juventus.
Il tedesco di origine turca è stato per lungo tempo sotto l’osservazione della Juventus, seguito già dal 2017. Lunga fu la trattativa per portarlo a Torino, un vero e proprio inseguimento; una volta arrivato, si ammala improvvisamente. Emre non ha mai potuto dare il meglio di sé e con la nuova gestione di Sarri viene addirittura escluso dalla lista Champions, un dispiacere immane per l’atleta dimostra pubblicamente tutto il suo rammarico.
Non si riesce a comprendere, per quale motivo, il giocatore sia diventato un peso per la Società: una mezzala dalle sue caratteristiche e dalle importanti doti fisiche che può essere schierato anche come difensore centrale – quindi di ampio impiego – sarebbe stato utile.
Niente da fare, il tecnico quasi lo emargina facendolo giocare solo pochi minuti, così Emre comprendendo che alla Juventus non avrebbe avuto più spazio chiede la cessione.
Arriviamo così all’accordo con il Borussia Dortmund, che consentirà al centrocampista di emanciparsi finalmente dalla Juventus, perfezionato dopo aver superato le visite con un prestito oneroso con obbligo di riscatto.
Ma non c’ è solo la questione Emre Can, tutto il mercato della Juventus è incomprensibile e confusionario e l’aver lasciato un giocatore come Erikssen all’Inter, dice tutto. Continuiamo a non capire per esempio l’utilità che avrebbe avuto lo scambio De Sciglio-Kurasawa del Paris Saint Germain: giocatori dalle caratteristiche e condizioni fisiche praticamente identiche. Tanto che la Juve ha poi preferito tenersi De Sciglio, che conosce già l’ambiente e che può’ essere impiegato sia a destra che a sinistra.
Lo sfoltimento della rosa – come da richiesta di Maurizio Sarri – è in atto: questo permetterà di recuperare denaro risparmiando sugli ingaggi, ma il dato preoccupante è che la Società non intende acquistare e con i problemi dovuti ai continui infortuni non si sa come Maurizio Sarri riuscirà a far fronte alla Champions League.
L’allenatore ha dichiarato che dispone di molti giocatori, il suo intento sarà quello di inventarsi dei ruoli di scorta per ottimizzare al meglio le risorse a disposizione.
Sebbene la Juventus esibisca cifre di marketing da capo giro, nel pratico sembra non navigare in acque tranquille: l’allineamento ai grandi club è stata una bella decisione che sta costando cara a scapito della qualità della squadra. Quest’ultima si comporta come una nave piena di falle, chiusa una se ne apre un’altra e ci si affida alla buona sorte se si suppone di riavere i rientri dagli infortuni in piena efficienza come se nulla fosse.
Ecco che la figura di Paratici diventa emblematica e della cui bravura la tifoseria comincia ragionevolmente a dubitare. Perché un fatto è avere anni di esperienza da Direttore Sportivo, un altro è l’essere stato fino all’altro ieri il braccio destro di un dirigente sportivo dalla lunga esperienza.
Esiste un legittimo sospetto che il gruppo di quarantenni non abbia le idee chiare e che il primo a farne le spese sia proprio l’allenatore, che è vero non sta facendo tutto il possibile per farsi voler bene ma si trova a dover lavorare con giocatori non scelti da lui, lontani dalle sue idee.
E sembra strano pensare che la dirigenza sia convinta di farcela con la politica dei parametri 0.
Nel frattempo la Juventus va avanti, l’idea di Sarri è di tenere Bernardeschi e trasformarlo in una mezzala.
Cinzia Fresia