Il giorno in cui una donna arbitro che dirige una gara di calcio maschile non farà più notizia significherà aver compiuto davvero dei passi in avanti verso la parità di genere.
Da anni il gentilsesso marca a uomo, attacca, entra in tackle e prova a fare il gol più importante della storia del calcio: abbattere del tutto i preconcetti ed esistere in un mondo simbolo di machismo ma che tale, nei fatti, non è.
Le giornaliste difendono con il baricentro alto; le tifose pressano. Le calciatrici, le allenatrici, le presidentesse, le procuratrici, si smarcano e scorazzando sulle fasce crossano al centro. Traversa, palo e gol, ma la partita non è ancora vinta.
Stephanie Frappart, entrando nella storia come prima donna ad arbitrare una partita di Champions League maschile ha realizzato un gol significativo, ma non basta.
I tabù si abbattono: Stéphanie Frappart da pieni voti al debutto
Come la direttrice di gara francese, un’altra donna è andata in rete.
Si tratta dell’ucraina Kateryna Monzul che è stata designata come arbitro del match di Europa League tra Gent e Slovan Liberec.
La Monzul, aveva già diretto sfide importanti del calcio femminile, come la finale di Champions del 2014 e quella dei Mondiali del 2015 e aveva già debuttato nel mondo del calcio maschile in occasione della Nations League, dirigendo la sfida San Marino-Gibilterra.
Gol importanti verso il raggiungimento della tanto aspirata parità di genere tanto più perchè con Stephanie e Kateryna la donna viene inserita nel contesto calcistico maschile con un ruolo centrale e decisivo come la direzione della gara ma solo quando queste notizie non desteranno più stupore si potrà davvero considerare vinta la sfida.
La speranza è che presto non si debba più considerare una donna con il fischietto come una notizia e che gli esempi di queste donne possano servire per dimostrare a chi ancora non lo avesse capito e a chi fatica ad accettarlo, che le passioni non hanno sesso.