Il calcio solidale

Non solo clausole da milioni di euro. Molti calciatori hanno dimostrato come le loro ricchezze possono essere messe al servizio dei più bisognosi.

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Senza ombra di dubbio, considerato il prestigio, le possibilità economiche e il risalto mediatico di cui godono i calciatori, la beneficenza legata al calcio è particolarmente diffusa e nota.

Del resto i calciatori e le squadre di calcio, proprio per la loro visibilità, rappresentano una perfetta rampa di lancio per progetti di charity portati avanti nei modi più diversi.
Il metodo più diffuso per raccogliere fondi da devolvere è la partita di beneficenza, spesso tra vecchie glorie di grandi club; ma molto gettonata è l’asta in cui vengono messi in vendita al miglior offerente oggetti o capi di abbigliamento usati dai giocatori durante partite o eventi.

Ad esempio, le scarpette utilizzare da Alessandro del Piero durane l’incontro Inter-Juventus dell’ottobre 2010, partite da una base d’asta di un euro, sono state vendute a 3060 euro.

Ci sono poi alcuni giocatori che più di altri si impegnano personalmente nel settore della solidarietà.

Tra tutti, secondo la rivista statunitense “Athletes Gone Good”, Cristiano Ronaldo è l’atleta che fa più beneficenza tra gli sportivi del mondo.
Soprattutto verso i bambini finanziando, ad esempio, un’operazione al cervello per un bimbo di 10 anni e donando fondi per la costruzione di un centro di trattamento per il cancro in Portogallo.

Degno di nota anche l’impegno di Francesco Totti, ambasciatore Unicef dal 2003 e testimonial di diverse campagne mondiali a favore dell’infanzia.
Totti, tra le altre cose, ha devoluto gli introiti dei suoi libri all’Ospedale Bambi Gesù di Roma e la cifra percepita per i diritti di trasmissione del suo matrimonio al canile romano di Porta Portese. Tra le sue numerose attività solidali, l’evento in favore dei terremotati d’Abruzzo nel 2009.

A proposito di aste, Alessandro Del Piero ha offerto nel 1998 la sua maglia numero 10 della Juventus venduta ad oltre 5 milioni delle vecchie lire. La cifra ha contribuito alla costruzione di una casa famiglia per bambini abbandonati e malati di Aids.
Il campione si è impegnato negli anni a sostenere economicamente, ad esempio, la Ricerca sul cancro, partecipando a numerosi eventi sportivi per raccogliere fondi in tal senso.
Non solo; Del Piero ha preso parte al progetto di solidarietà per le vittime dello tsunami in Giappone del 2011 e alla campagna contro l’omofobia “If you can, play” del 2014.

Javier Zanetti è invece l’ideatore della fondazione benefica “La Fundacion P.U.P.I.” che si occupa di sostenere economicamente i bambini dei quartieri poveri di Buenos Aires ma anche della loro integrazione sociale. Per questa sua attività è stato insignito nel 2012 del premio “I piedi buoni del calcio – Lo sportivo esemplare”.
Zanetti è attivo, insieme a Esteban Cambiasso, in un’altra associazione benefica, “I leoni di Potrero”, che ha l’intento di trasmettere i valori positivi del calcio alle nuove generazioni.
Zanetti è stato fautore, insieme a Papa Francesco, dell’iniziativa “La Partita Interreligiosa per la Pace” tenutasi allo Stadio Olimpico di Roma nel settembre 2014 con in campo, tra gli altri, Alex Del Piero, Baggio, Maradona, Trezeguet, Buffon, Icardi, Iturbe, Nainggolan.

Chiudiamo la rassegna dedicata alla beneficenza con l’Associazione Italiana Calciatori Onlus (AIC Onlus), nata nel 1968 da un’idea di alcuni giocatori come Mazzola, Rivera, De Sisti.
L’associazione è lo strumento per realizzare attività di beneficenza e responsabilità sociale da parte di tutti i calciatori associati.
Nata inizialmente come sindacato, nel tempo si è attivata anche per raccogliere fondi, ad esempio, a sostegno delle popolazioni colpite da calamità naturali.

Silvia Sanmory