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— ™ (@FraPol2) January 27, 2019
In questo video, tratto da Milan-Sassuolo valido per la Serie A del calcio femminile, ci imbattiamo per caso su Twitter. E non per l’ importanza del video in sé: sono i commenti seguenti al post che fanno eco.
All’utente arrivano una ventina di risposte – ovviamente tutte appartenenti a esponenti di sesso maschile:
‘Calcio’
Che sport è?
Come si fa a seguire il calcio femminile?
Manco in terza categoria
E chi più ne ha più ne metta. Con una perla rimediata poi su Facebook, ove il video è stato riportato e – sempre più ovviamente – ridicolizzato:
Ma invece di definirlo calcio, contrabbandarlo in ‘Le Comiche’ sui canali cinema Sky potrebbe essere un’idea?
E potremmo continuare con i commenti spiccatamente sessisti che hanno accompagnato tutte le conversazioni sui due social.
Non abbiamo avuto modo di cercare video altrettanto ‘simpatici’ – o imbarazzanti che dir si voglia – nel calcio dei maschi, quello con la C maiuscola: semplicemente perché le situazioni ridicole, al limite del grottesco, sui campi delle varie categorie sono all’oridine del giorno. Non ci sarebbe sufficiente tempo, né spazio.
Prendere spunto da questo video, solo perché si tratta di donne invece di uomini, per fare sessismo è un ulteriore motivo che va a spiegare quello che accade nel nostro Paese, dove le atlete non possono essere professioniste, giocano su campi ridicoli, non hanno nessuno dei privilegi degli uomini.
In fondo non è forse razzismo anche questo?
E malgrado tutto ciò saranno loro, questa estate, a giocarsi il titolo Mondiale.
Loro sì: mentre quei maschi, a quanto pare geneticamente più adatti a far rotolare una sfera su un prato, sono rimasti tutti a casa l’anno scorso.
Questione di genetica: o, forse, di attributi.