La vita è una partita di calcio fra un ciak e l’altro
Nasce da questo pensiero la nuova rubrica di Gol di Tacco A spillo, il web magazine regolarmente registrato come testata giornalistica composto esclusivamente da donne.
Parlare di calcio al femminile, in toni seri ma meno urlati, talvolta più ironici è l’intento dell’ intervista alfabetica, dove donne raccontano la vita attraverso la metafora del calcio o il calcio attraverso piccole storie di vita.
A intervenire oggi sulle nostre pagine Marianna Pagliarin, giornalista e conduttrice televisiva.
Marianna ha iniziato la sua carriera a soli 16 anni scrivendo per la pagina sportiva del Mattino di Padova. In seguito ha condotto varie trasmissioni televisive e radiofoniche e ha lavorato a Gazzetta Tv.
Attualmente è il volto de IlMeteo.it e lavora anche come presentatrice di eventi e spettacoli.
A MORE:Ti innamori di una squadra e la segui per tutta la vita, nella gioia e nel dolore, senza tradirla mai, senza cambiarla mai. Dovremmo imparare ad amare nella vita come amiamo la nostra squadra!
B ANDIERA: Quella che in campo ormai sventola solo sui calci d’angolo. Perchè di giocatori-bandiera, ahimè, non ne esistono più.
C ALCIO FEMMINILE: Sport in cui le donne dimostrano di essere il vero sesso forte.
D ERBY: La Partita con la P maiuscola, quella per cui rinunci anche agli impegni più importanti.
E MOZIONI: Il sale della vita.
F UORIGIOCO: Se io ti lancio un paio di scarpe, e tu le prendi oltrepassando l’ultima cassa, l’allarme suona.
G AVETTA: Quella che mi ricorda perché non mollare mai.
H OOLIGANS: Il lato brutto del calcio, l’emblema di ciò che non deve essere.
I NVASIONE DI CAMPO: Beh, se è per festeggiare…! Io un paio di volte l’ho fatta… non prima di essermi arrampicata alla rete divisoria per baciare il mio fidanzato che aveva vinto i playoff!
J OLLY: In campo come nella vita, tutti abbiamo qualcuno a cui riesce bene tutto. Per me, la mia mamma.
K O: Quando il mio Padova oltre a retrocedere, fallì e scese di due categorie in un solo colpo.
L EGNO (palo o traversa): Quelli che devi colpire per imparare.
M ISTER: Per me, Mourinho. Ars oratoria degna di Cicerone, da comunicatrice, come potrei non apprezzarlo.
N AZIONALE: Po po po po po poooooo. Quella del 2006.
O NESTÀ: Mi sa che è uno dei valori che si è perso di più… e forse è il più importante di tutti.
P AURA: Sentimento sano e imprescindibile. Chi dice di non averne usa una maschera. Tutti abbiamo paura di qualcosa. È anche questo che ci rende umani.
Q… Quadrifoglio: Un po’ di fortuna fa comodo a tutti!
R IGORE: Quello di Baggio del 94. In quel momento mi sono innamorata del calcio.
S OCIAL NETWORK: Croce e delizia dei giorni nostri. Sono lo strumento che ha cambiato il mondo. Ma è come una bomba in mano a un bambino, se non sai usarla, se non sei istruito, distrugge.
T ACCO: Quello di Ibra con la Svezia. Un biscotto indigesto.
U RLO: Tardelli nell’82 e Grosso nel 2006.
V ITTORIA: Sarà mica un caso che i greci la rappresentassero come una donna con le ali?!
W AGS: Non solo un epiteto, ma anche un ruolo. Tanti privilegi, certo. Ma essere così esposte ha ovviamente i suoi contro. Non è semplice quando, soprattutto a causa dei social, piovono insulti e critiche sul proprio uomo o su di te.
X ENOFOBIA: Non dovrebbe esistere, non ha alcun senso.
Y ING E YANG: L’uno non può esistere senza l’altro. Il giorno e la notte. Maradona e il calcio.
Z ONA CESARINI: Quella preferita dal mio fidanzato per fare gol, quella in cui tieni il fiato sospeso, perché non è finita finché l’arbitro non ha fischiato. Un po’ come nella vita.
Giusy Genovese