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Il Calcio dalla A alla Z di Francesca Cazzaniga

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Il Calcio dalla A alla Z di Francesca Cazzaniga

La vita è una partita di calcio fra un ciak e l’altro

Nasce da questo pensiero la rubrica di Gol di Tacco a Spillo, il web magazine regolarmente registrato come testata giornalistica composto esclusivamente da donne. Parlare di calcio al femminile, in toni talvolta meno seri e magari più ironici  è uno degli intenti della redazione più rosa del web.

Intento che da oggi si è tramutato anche in un’intervista alfabetica, dove donne raccontano la vita attraverso la metafora del calcio o il calcio attraverso piccole storie di vita.

Dopo Beatrice Bezzi, ospite della nostra rubrica è oggi Francesca Cazzaniga.
Giornalista sportiva, redattrice per tuttobiciweb.itoasport.it, conduttrice televisiva su Bike Channel, con ironia e professionalità Francesca si è sottoposta senza parsimonia alle nostra valanga di domande!

Amore: Quello per lo sport e il mio lavoro da giornalista sportiva.

Bandiera: Maldini, Totti, Del Piero, Zanetti. Ne sono passate tantissime in Italia. È il simbolo di ogni squadra, e ogni squadra ne ha uno.

Calcio femminile: Calcio e basta, come dev’essere. Nelle ultime due stagioni, il Barcellona è un esempio stupendo per tutti. Grandi professioniste, tra poco giocheranno il Clasico contro il Real Madrid di Champions al Camp Nou, e sarà la prima volta che ci giocheranno le donne. Sono fortissime, hanno vinto il campionato da imbattute. Festeggiano trofei e fanno spot con la squadra maschile. Un esempio!

Derby: Quando si affrontano due squadre della stessa città. A San Siro per esempio, Milan-Inter, tensione tutta la settimana, discussione post partita. Birra tutti insieme per riderci su.

Emozioni: Tante e diverse. Lo sport è fatto di tante storie ed emozioni da vivere giorno dopo giorno. Insieme. Anche dopo tanti anni ci sono delle cose che ancora ci commuovono sempre. Di momenti che hanno fatto la storia del calcio e dello sport in generale. Tutti i record, tutte le gioie, tutte le delusioni. So cosa significa vivere nel gruppo, leggere negli altri le tue stesse speranze. So cosa significa avere un sogno in comune e trovarsi ad un passo dal realizzarlo. Ci sono delle immagini che da sole raccontano la leggenda del calcio, come l’ultimo rigore ai Mondiali 2006. Quello di Fabio Grosso. Il 2021 poi è stato un anno magico. Siamo stati per un anno l’ombelico del mondo. Un anno lungo, bellissimo e azzurro. Europeo di calcio, Olimpiadi, Paraliampiadi, Europei di Volley, Mondiali di ginnastica, la Parigi-Roubaix di Sonny Colbrelli sono ormai parte significativa della nostra storia, non soltanto sportiva. Non c’è stata una di quelle vittorie che non sia stata faticata, meritata.

Non ce n’è una che non abbia dietro lavoro, dedizione, passione. L’immagine di Federica Pellegrini che in lacrime ha raggiunto la sua ennesima finale sfidando l’eternità sportiva. Valentino Rossi il pilota più forte dell’epoca moderna. La Coppa America di Luna Rossa, l’oro del quartetto trainato da Filippo Ganna nel ciclismo su pista e il bronzo nell’Omnium di Elia Viviani alle Olimpiadi di Tokyo, gli ori di Jacobs nei 100 metri e della 4×100. L’Europeo di ciclismo a Trento, il secondo posto di Damiano Caruso al Giro d’Italia. La finale di Berrettini a Wimbledon.

I Mondiali su pista del “quartetto dei sogni”. Un oro bis per la storia della pista. Gli argenti e i bronzi olimpici e paralimpici. Del resto Parigi 2024 non è poi così lontana, vale la pena riprovare. Nella carriera di uno sportivo ci sono più sconfitte che successi. Perdere è essenziale e fa parte della vita. Quante gare ha perso Jacobs, quante Tamberi e quante Ganna. E poi Conte, con la sua Inter. Dal Triplete i nerazzurri aspettavano di ricucirsi lo scudetto sul petto. Detto, fatto. Sono riusciti a rompere la più lunga serie di campionati vinti da una squadra nella storia del campionato italiano: i nove della Juventus. Insomma, nel 2021 abbiamo vinto di tutto e di più. È stato l’anno della ripartenza dell’Italia. Un anno perfetto.

Francesca Cazzaniga – intervista

Fuorigioco: Molto più facile da capire di quanto si pensi. Te lo spiegano a tavola con bottiglie, barattoli e bicchieri. Quando basta dire che un giocatore/attaccante non deve trovarsi dietro l’ultimo difensore della squadra avversaria, al momento del passaggio di un compagno.

Gavetta: Presente nel calcio, presente tantissimo anche fuori. Un percorso necessario per arrivare a realizzare i propri sogni. Con la giusta pazienza e con tanto impegno.

Hooligans: Spesso sono stati protagonisti di capitoli tristi. Sono nati in Inghilterra e sempre in Inghilterra sono riusciti ad eliminarli, con pene durissime. Mi preme dire che la violenza negli stadi non sono solo le tragedie. Ci vuole poco per portare un cattivo esempio.

Invasione di campo: In generale le invasione spettacolari significano dover festeggiare qualcosa. Negli anni è diventato una ragione per comunicare qualcosa. Resta comunque un’azione illegale, a volte è portavoce di un messaggio importante. Altre invasioni, semplicemente, più tenere sono bambini o ragazzi che chiedono la foto ai propri idoli.

Jolly: Un tuttofare. Chi può fare tutti i ruoli ed è chiaramente preziosissimo per la squadra.

Ko: Il colpo definitivo, che sancisce la sconfitta. Però nel calcio, come nella vita, quanto più cocente sarà la sconfitta e il ko, tanto più sarà la voglia di riscatto.

Legno: In gergo viene usato per definire i pali e la traversa. Ti toglie la gioia del gol e ti invita a riprovare ed essere più preciso.

Mister: Qualcuno con più esperienza di te, spesso con un palmares più ricco del tuo, a cui prestare attenzione e ascoltare con umiltà e rispetto.

Nazionale: Quella del 2006 ci sta così tanto a cuore che si possono paragonare ragazze a quella squadra. Tommaso Paradiso insegna. Ma anche quella del 2021.

Onestà: Un valore importantissimo nel calcio, nello sport, ma soprattutto nella vita.

Paura: Una volta una persona mi disse: “Sai qual è la mia più grande paura? Quella di aver paura”. Ecco la riassumo così.

Qualità e quantità: I giocatori si dividono solitamente in chi ha più quantità o qualità, in chi è tecnico e chi gregario. E’ molto difficile che si abbiano entrambe e alla stessa misura. In genere o sei uno o sei l’altro. Un po’ come fuori dal campo d’altronde.

Rigore: Tiro dagli undici metri, in una partita normale è compito dello specialista, del più freddo e chirurgico, di chi ha poche possibilità di sbagliare. In tornei e competizioni dove si va ai supplementari diventa una roulette fatta di ansie e angosce. In ogni caso, come diceva De Gregori, non è dato da questi particolari che si giudica un giocatore.

Social network: Una presenza costante al giorno d’oggi. Utili per certi versi, specie se usati intelligentemente. Dall’altra mezzi da prendere con le pinze. Un’arma a doppio taglio.

Tacco: È una finezza calcistica, un colpo per pochi, da fenomeni. Fa anche sentire bella e sicura una donna. Nel calcio è un colpo unico, raro e da gustarsi. Improvviso e artistico, da virtuosi del gioco. Mi tengo stretta comunque la sensazione di quando un tacco viene indossato, perché ci sentiamo noi la stella della squadra, della serata. Ed è inappagabile.

Urlo: Il momento più emozionante e liberatorio di una partita.

Vittoria: Il sogno di ogni bambino. Il 2021. Anno in cui abbiamo vinto tutto quello che non vincevamo da una vita e quello che non avevamo mai vinto. Un anno incredibile. Dodici mesi in cui abbiamo avuto tutti vent’anni. E poi, un nome stupendo.

Wags: La fidanzata del calciatore. Con il tempo ha perso significato perché credo sia anche un po’ classista e voglia dire relegare delle ragazze alla condizione di “fidanzata del calciatore”. In Inghilterra ricordo fosse proprio un modo per definire il clan di compagne in tribuna che guardavano i rispettivi ragazzi.

Xenofobia: Qualcosa di inaccettabile per il 2022. Ho davvero difficoltà nel pensare che ad oggi ci siano ancora queste “fobie”. Viaggiamo, ci muoviamo, ci mischiamo tra paesi, culture, usi e continenti. E’ inaccettabile che ancora si parli di queste cose.

Ying e Yang: Milan e Inter, casciavit e bauscia, rossoneri e nerazzurri. Due squadre che, nella loro profonda diversità di storia e cultura, non sono poi così dissimili. Oltre all’appartenenza geografica entrambe sono state protagoniste di una svolta epocale per la loro storia e per l’intero calcio italiano. Due squadre che sono diventate campioni del mondo nello stesso decennio, quello degli anni ’60. Prime italiane a riuscirci.

Zona Cesarini: Il gol negli ultimi minuti. Il nome deriva da Renato Cesarini che in maniera un po’ leggendaria, pare abbia fatto diversi gol decisivi negli ultimi minuti. E’ un gol che ti può cambiare una stagione, una carriera se sei un atleta. Ti cambia la giovinezza, la vita intera, se sei un tifoso. “Sei bella come un gol al 90’”, ecco il gol in quei minuti, così speciale, è un gol realizzato nella zona cosiddetta Cesarini.

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