Ormai non si parla d’altro. All’inizio dell’anno le notizie di un nuovo virus arrivavano in punta di piedi dall’Oriente, ora hanno invece invaso la quotidianità. Il Governo, i giornali, i telegiornali si concentrano sul Coronavirus; per strada, con gli amici, al lavoro si discute principalmente di questo.
Ma cosa sono i Coronavirus?
Sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate. Ma quello che in questi mesi e giorni si cerca di fronteggiare è un nuovo Coronavirus, il SARS-CoV-2, che causa la malattia chiamata COVID-19. È un nuovo ceppo di virus che non è mai stato identificato prima nell’uomo e che si sta diffondendo velocemente anche in Europa.
Dallo scorso 21 febbraio, data in cui si è avuta la certezza del primo caso italiano, il Covid-19 sta creando parecchi disagi e sta condizionando inevitabilmente anche il mondo del calcio. Partite a porte chiuse o rinviate, giocatori o allenatori in quarantena, tensioni tra club e Lega. La Serie A è sicuramente uno dei campionati europei più colpiti.
Ma cosa succede tra i dilettanti? La loro vita è cambiata totalmente, soprattutto nella zona rossa, i paesi focolai del Coronavirus italiano.
In alcuni casi, quando va bene e secondo le disposizioni, le squadre possono allenarsi ma a porte chiuse e stando attenti alle restrizioni. In primis evitare gli spazi chiusi, non si può quindi sostare negli spogliatoi o nelle sale massaggi, così come non si possono fare riunioni tecniche, a meno che non siano fatte all’esterno. Di partite ancora non si parla, e le società naturalmente sono preoccupate. Quando si giocheranno tutti i match rimandati?
C’è poi chi, da una decina di giorni a questa parte, vive ancora con più angoscia il problema Coronavirus. Nella zona rossa del lodigiano tutti i centri di aggregazione sono chiusi: niente negozi, niente palestre, niente centri sportivi.
Un’inchiesta di Gianluca Di Marzio ha portato alla luce i disagi vissuti da uno dei club di questi paesi isolati da tutto e tutti. Il Casalpusterlengo, seguendo le disposizioni Ministeriali e Federali, ha dovuto annullare tutte le attività.
Il club, primo in classifica nella prima categoria lombarda, non sa ancora quando potrà tornare ad allenarsi e a giocare. La squadra è letteralmente divisa, c’è chi abita infatti nella zona rossa e può almeno incontrarsi, ma c’è chi vive fuori dai confini dell’area soggetta ad alto rischio e non può neanche passare del tempo con i compagni.
La situazione per queste società non è semplice, non si sa ancora come e quando si risolverà il tutto. Non resta quindi che aspettare e sperare, con la certezza che si rialzeranno e molto più forti di prima.
Alessandra Cangialosi