Secondo alcuni per essere grandi nel calcio bisogna vincere anche giocando male. Se questo è vero, il Brasile ha più di una chance di vincere questo mondiale. Ieri è volato ai quarti di finale battendosi fino all’ultimo contro un Cile che esce a testa alta da una partita in cui ha non poco da recriminare. Dimenticate il Brasile meraviglia di Zico, di Ronaldo o Ronaldinho. Il Brasile di Neymar Jr è una squadra molto più europea con poco cuore, poche idea e veramente poco talento da esprimere. La squadra di Felipe Scolari si attacca con le unghie e con i denti al suo unico campione ovvero quel ragazzino, classe 1992, che ha tutte le carte in regola per sfondare o per bruciarsi come i suoi predecessori.
È partito alla grande il mondiale di Neymar Jr, con quattro gol in tre partita. Eppure ieri il fuoriclasse del Barcellona non è riuscito a mettere la firma sul tabellino e le cose si sono complicate non poco per il Brasile, che ha dovuto persino affidarsi alla lotteria dei rigori per passare il turno. Non sono bastati l’incredibile Hulk, che pure aveva segnato un gol forse ingiustamente annullato durante i tempi regolamentari. Per non parlare di Fred e Jo, attaccanti troppo scarsi per sembrare titolari della Seleçao.
La difesa si arrabatta come può e viene da pensare se veramente non ci fosse spazio per le qualità di Leandro Castan, il difensore centrale della Roma, escluso dai 23 di Scolari. Il Cile ha complessivamente espresso un calcio migliore di quello brasiliano ma si sa, in campo c’è sempre e solo un pallone e qualche volta per quanto buoni siano i piedi di chi lo colpisce, può non andare nella direzione giusta. È questo il caso del povero Mauricio Pinilla, attaccante cagliaritano che si è visto negare dalla traversa al 119’ la gioia del gol qualificazione.
È vero, da uno come Alexis Sanchez ci si aspetta sempre di più, ma i suoi compagni hanno fatto in modo che non se ne sentisse troppo la mancanza. Nonostante quasi l’intera rosa cilena giochi in campionati europei, al Mineirão i brasiliani hanno forse dimostrato più esperienza mentre i cileni si complicavano un po’ la vita da soli a partire dalla disattenzione difensiva che ha portato al gol del vantaggio del Brasile, firmato David Luiz, ma che sapeva più di autogol che di altro. Al 32’ Sanchez pareggia i conti con una rete frutto di una bellissima azione corale e l’incontro si fa sempre più avvincente. Dal secondo tempo in poi entrambe le squadre si mostrano più intimorite ma nessuna delle due demorde arrivando così al fatidico momento dei rigori.
Julio Cesar è stata la vera star della serata con due rigori parati. C’è da dire che entrambe le squadre hanno gestito veramente male la tensione del momento e ci sono stati dei rigori battuti malissimo come quelli di Hulk e Willian per il Brasile e quelli di Pinilla, Sanchez e di Jara che, colpendo in pieno il palo, ha definitivamente sancito la vittoria dei brasiliani. Ovviamente non sbaglia il piccoletto, Neymar Jr, che a vent’anni si prende addirittura la responsabilità di battere l’ultimo rigore della prima serie, e che ovviamente non sbaglia. Lacrime di gioia per lui e per uno Julio Cesar, piuttosto giù di corda, che corre dai giornalisti a parlare di problemi personali che, molto sinceramente, non interessano quasi a nessuno.
Il Brasile vola così, immeritatamente secondo molti, ai quarti di finale e venerdì 4 luglio a Fortaleza affronterà la Colombia, che ha battuto senza problemi l’Uruguay di Cavani.
Rosa Maiuccaro