il 26 ottobre 1984, usciva nelle sale “L’Allenatore nel Pallone”, la commedia italiana del regista Sergio Martino, ambientata nel mondo del calcio italiano degli anni ’80.
Il protagonista è Lino Banfi nei panni dell’allenatore dallo spiccato accento pugliese, Oronzo Canà. Il personaggio è ispirato all’allenatore Oronzo Pugliese, in attività negli anni ’50 e ’60 e soprannominato “Il mago di Turi” perché, nella stagione 1964-65, con il Foggia, riuscì a battere la fortissima Inter di Helenio Herrera.
La vicenda ha come protagonista un allenatore di calcio alla guida di una squadra neopromossa in massima serie, la Longobarda.
La campagna acquisti, per niente faraonica, induce l’allenatore a volare con l’osservatore del club Andrea Bergonzoni (interpretato da Andrea Roncato) in Brasile alla ricerca di un talento.
I due tornano in Italia con un tale Aristoteles, considerato una giovane promessa del calcio. Ed è proprio grazie al fuoriclasse brasiliano che la Longobarda inizia a racimolare successi e a volare in classifica.
Il presidente della squadra, però, vuole che retroceda perché mantenerla in Serie A richiede troppi soldi. Oronzo Canà, quindi, per non essere esonerato, è costretto a fare di tutto per perdere l’ultima partita.
Il film, con la sua satira, e con gag entrate nella storia del cinema e nella mente degli appassionati di calcio, è diventato un vero e proprio cult.
Uno spaccato sul mondo del calcio italiano contrassegnato da ingaggi esagerati, imbrogli, tifoserie rissose e idolatria nei confronti dei calciatori che rendono la vicenda sempre attuale.