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Il 2019 del Napoli: qualche luce tra troppe ombre

Il difficile 2019 del Napoli

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I Top & flop del Napoli,  alla fine di un anno difficile e dinanzi a un inizio incerto.

 Alla fine dei famigerati 365 giorni del calendario, è inevitabile ed umano che si arrivi a quel punto lì, quello che non tutti vorrebbero affrontare.

Quello che qualcuno glissa con eleganza ma anche no, quello che ti mette davanti alla realtà per quella che è, nuda, cruda e troppe volte spietata.

Lui, il bilancio.

Nel mondo del pallone, per bilancio notoriamente si intende l’insieme dei documenti contabili che un’impresa deve redigere periodicamente allo scopo di accertare in modo corretto la propria situazione patrimoniale e finanziaria.

Questo in termini specifico-burocratresi. Ma in quelli più “profani” da tifosi e appassionati, come la mettiamo?

Un bilancio che non sia solo numeri e cifre ma anche pensieri, ricordi, considerazioni quanto più obiettive e oneste e, naturalmente, speranze per ciò che verrà?

Si potrebbe così fare questo di bilancio se si parla del Napoli:  o meglio della SSC Napoli, croce e delizia dei suoi tifosi e di una città quasi intera se si tengono in considerazione le minoranze di altre tifoserie.

Il 2019 per la società e la squadra azzurre è stato un anno che più “strano”, per dirlo alla Verdone nel film “Viaggi di nozze”, non lo avrebbe immaginato nessuno.

L’inizio vero e proprio dell’era ancelottiana – con tutto l’amarcord di trionfi e trofei conquistati dal leader calmo di Reggiolo -,  le speranze e le aspettative a seguito del suo arrivo in quel di Partenope, sono state via via una lenta ma dolorosa e inesorabile discesa verso quella che sembra un girone infernale dantesco.

Napoli 2019
Getty Images

Ma procediamo con ordine: al netto del secondo posto conquistato con onore contro la Juventus (il terzo consecutivo, se contiamo i due dell’era Sarri), l’annata 2018/2019 ha visto il Napoli fuori prima dalla Champions League ai gironi:  onorato tuttavia con fior fior di partite, sudate e combattute.

Poi fuori dalla Coppa Italia, nella orrenda partita giocata contro il Milan, incorniciata da due gol del neo acquisto rossonero Krzysztof Piątek. E’ stata poi la volta dell’avventura in Europa League, terminata bruscamente ai quarti di finale con la doppia Waterloo contro gli inglesi dell’Arsenal.

Un bilancio, fino a maggio, non felicissimo ma che comunque non ha scalfito l’entusiasmo e le speranze di una vittoria futura in qualche competizione europea o nel campionato nostrano. Il ritiro estivo a Dimaro ha altresì acceso ulteriormente gli animi dei tifosi, mentre la campagna acquisti – nonostante i nomi di alto profilo circolati nell’ambiente ma mai alla fine andati a buon fine –  ha sollevato non poche critiche da parte di addetti ai lavori e tifosi.

A tal proposito, tra i top del calciomercato estivo, come non menzionare il più azzeccato acquisto azzurro: il giovane Giovanni Di Lorenzo?

Difensore completo nato attaccante, professionista serio, instancabile nel suo ruolo sulla fascia destra, sebbene impiegato anche altrove in quel continuo mosaico, a volte non facilmente comprensibile, rappresentato dalle  formazioni messe in campo da Ancelotti nelle varie partite tra campionato e Champions.

Un altro pilatro che è ormai una certezza nell’organico azzurro è il giovane portiere Alex Meret, al secondo anno in azzurro. Una sicurezza per tutta la squadra, ancora con tanta strada da percorrere ma già sulla via dritta della leadership tra i pali. Pochi quindi i TOP della squadra azzurra e, purtroppo, tanti FLOP.

Da un Fabian Ruiz in calo potente rispetto allo scorso anno all’incostante Allan, ai non ancora esplosi Manolas e Lozano; ai tre storici lì davanti, Mertens, Callejon e Insigne che, tra contratti in scadenza e malumori, di certo non hanno brillato.

A questo aggiungiamo i continui cambi di modulo di Ancelotti, la partenza a febbraio del pilastro Hamsik, “errori” e “sviste” arbitrali.

Napoli’s Slovak midfielder Marek Hamsik celebrates after opening the scoring during the UEFA Champions League group C football match Napoli vs Red Star Belgrade on November 28, 2018 at the San Paolo stadium in Naples. (Photo by Carlo Hermann / AFP) (Photo credit should read CARLO HERMANN/AFP/Getty Images)

Ancora, prestazioni ben al di sotto delle reali potenzialità della squadra, ipotetici malumori nello spogliatoio, problemi con alcuni rinnovi contrattuali.

In più, i soliti attacchi della tifoseria all’indirizzo del presidente Aurelio De Laurentiis a cui si è aggiunto lo sciopero del tifo (secondo la loro versione, anche per le eccessive ristrettezze messe in atto all’interno dello stadio San Paolo), una stampa che troppe volte rema contro la società e la squadra in nome di una non ben accertata onestà intellettuale.

Una bomba che a novembre, dopo la ormai celebre partita contro il Salisburgo, è esplosa con l’ammutinamento della squadra contro il ritiro imposto dalle alte sfere.

Con l’esonero di Ancelotti e l’arrivo di Gennaro Gattuso, a metà dicembre, si sta cercando di risollevare non solo le sorti di una prima parte di stagione decisamente deludente e ai limiti del fallimento, vista la posizione in classifica troppo mortificante per una squadra che, come il Napoli, ha visto troppa bellezza da una decina d’anni a questa parte.

NAPLES, ITALY – DECEMBER 11: New Napoli head coach Gennaro Gattuso takes a training session with the team on December 11, 2019 in Naples, Italy. (Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)

Anche il morale della squadra e dei suoi tifosi è molto sottotono, e all’indomito Gattuso è ora affidato un compito duro ma non impossibile.

La vittoria in extremis contro il Sassuolo ha ridato il sorriso a tutti e potrebbe essere un buon punto di partenza per la risalita in campionato, ardua sì: ma con ventuno partite ancora da giocare tutto è possibile.

In Champions, a febbraio, il Napoli troverà lo stratosferico Barcellona in una doppia sfida dal fascino indiscutibile e che, al di là dell’esito, darà modo agli azzurri di cimentarsi davvero in grande, come lo è stato nella doppia sfida nel girone contro il Liverpool.

Lì si è visto un grande Napoli, vincente (in casa) e convincente in entrambi i match. Ripartire da qui, sudare e lavorare a testa bassa: per poter sperare, a fine 2020, di poter fare un bilancio più roseo e meno incerto, con più TOP e meno FLOP.

Simona Cannaò

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