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Il 14 ottobre 1993 ci diceva addio Paolo Mantovani

Il 14 ottobre del 1993 si spegneva Paolo Mantovani ma ancora oggi i tifosi blucerchiati lo ricordano con estremo affetto e gratitudine per aver reso grande la Sampdoria

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In Mantovani c’era però chiaramente il desiderio di rifondare la Samp rispetto a come l’aveva trovata anni prima, quando l’aveva vissuta in prima persona.

Il progetto funzionò quasi subito e nel giro di poco la Sampdoria passò dalla Serie B ai vertici del campionato maggiore.

I blucerchiati, sotto la dirigenza di Mantovani, collezionarono tre Coppe Italia, una Coppa delle Coppe, uno scudetto e una Supercoppa Italiana.

“I grandi uomini si misurano da ciò che danno,
non da ciò che ricevono.”

Non solo finali raggiunte e spesso conquistate, Mantovani mise su un apparato d’élite in grado di portare in Italia giocatori di altissimo calibro.

Questi furono gli anni di Mancini, Vialli, Attilio Lombardo, Pagliuca e Mannini. Gli anni più belli per il calcio doriano e per almeno metà della città di Genova.

La Sampdoria divenne una squadra ammirata non solo in Italia ma in tutta Europa.

Nessun giocatore ebbe mai nulla da ridire sull’operato di Mantovani, sempre sagace e leale verso la propria squadra e i propri tifosi.

La notizia della sua morte, a seguito di un brutto cancro ai polmoni, distrusse i cuori blucerchiati sparsi per Genova e per l’Italia intera.

Strade, statue, tornei… non si contano i tributi per l’amato presidente, che ancora oggi viene ricordato con affetto e gratitudine dai suoi tifosi e dai suoi giocatori.

Roberto Mancini, da CT della Nazionale, ha voluto dedicare a lui la vittoria dell’Italia agli Europei 2020.

 

Federica Vitali

 

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