Home Calcio Italiano Ieri rose e fiori, oggi fuori rosa: divorzi spinosi in Serie A

Ieri rose e fiori, oggi fuori rosa: divorzi spinosi in Serie A

Nel mondo del calcio non sempre è tutto rose e fiori; anzi quando si viene messi fuori rosa, di sicuro significa che qualcosa è appassito. Negli anni è capitato di assistere a diversi di questi episodi e noi di Gol di tacco a spillo abbiamo deciso di riportarne alla luce alcuni

0

Nel mondo del calcio non sempre è tutto rose e fiori. Anzi quando si viene messi fuori rosa, di sicuro significa che qualcosa è appassito.

Negli anni è capitato di assistere a diversi di questi episodi e noi di Gol di tacco a spillo abbiamo deciso di riportarne alla luce alcuni.

La Juventus e Leonardo Bonucci

Episodio recente che si è concluso con il trasferimento del difensore italiano in Germania presso l’Union Berlino. La Juve ci ha già abituati nel corso degli anni a situazioni di questo tipo. Ma si resta comunque sempre un po’ stupiti quando calciatori così rappresentativi come appunto Leonardo Bonucci, vengono esclusi dal progetto.

Messo fuori rosa in piena estate, ancor prima della tournée americana, il difensore classe 1987 ha tentato il tutto e per tutto per restare in bianconero almeno un altro anno, fino alla scadenza di contratto. Ma tutti i tentativi sono risultati vani e la società  bianconera si è dimostrata irremovibile e d’accordo con la richiesta dell’allenatore Massimiliano Allegri.

 Quest’ultimo infatti durante lo speciale di Dazn del 31 agosto ha parlato senza filtri svelando i retroscena della situazione. La Juve aveva incontrato Bonucci già a febbraio, mettendo in chiaro fin da subito il proprio punto di vista. In rosa non ci sarebbe più stato spazio per il capitano, “invitato” a prendere una decisione sul suo futuro. O il ritiro dal calcio giocato o una nuova esperienza in un’altra squadra. Ora tutti sappiamo com’è andata a finire. “Grazie di tutto Leo”! è il comunicato della Juve che saluta e ringrazia il suo ormai ex capitano.

Il Napoli e Fabian Ruiz

Anche in casa Napoli abbiamo assistito ad un out-out; il protagonista è stato il centrocampista spagnolo Fabian Ruiz finito nel mirino del Paris Saint Germain, e a rischio esclusione da parte della società, qualora non si fosse raggiunto un accordo con il club parigino. D’accordo con questa linea anche l’ex Mister Luciano Spalletti. 

Insomma arrivati ormai ai ferri corti, Fabian Ruiz ha iniziato ad allenarsi da solo e non sono mancate frecciatine anche da parte del tecnico toscano ormai stufo dell’atteggiamento del centrocampista pizzicato a divertirsi in discoteca mentre i suoi compagni stavano disputando la gara contro il Verona in trasferta. Ruiz non era stato convocato in quanto fuori rosa.

L’Inter e Mauro Icardi

La questione Icardi ha tenuto banco per diverso tempo in casa Inter. Il capitano argentino dopo 3 anni e mezzo e più di mille giorni con la fascia di capitano al braccio, perde il proprio posto in favore di Samir Handanovic.

Decisione presa di comune accordo tra la società nerazzurra e il tecnico. Tutto questo non era da riferirsi ad un mancato rinnovo di contratto o di presunto addio da parte di Icardi; il motivo concreto sta nel fatto che i vertici societari si sono resi conto che qualcosa all’interno dello spogliatoio non stesse andando come previsto e che la gestione del ruolo di capitano da parte dell’attaccante argentino non fosse delle migliori. Parte di questi attriti arrivano dalle ripetute dichiarazioni della moglie ed agente Wanda Nara mai pubblicamente smentite dal marito. Parole scomode dalle parti di Appiano e che non hanno visto una presa di posizione da parte del capitano se non in favore proprio della moglie.

Situazioni che hanno creato malumori e destabilizzato il gruppo che ha risentito di tutti questi aspetti. Icardi sentitosi discriminato passa all’attacco fuori dal campo per vie legali. L’argentino chiede il reintegro in squadra e un risarcimento danni pari a 1,5 milioni di euro.

La Fiorentina e Adrian Mutu

Anche la storia d’amore tra la Fiorentina e Adrian Mutu non è finita nel migliore dei modi. Stando a quanto riportato dai giornali, la società viola avrebbe escluso l’attaccante rumeno dalla rosa a tempo indeterminato per reiterate insubordinazioni. Il procuratore del giocatore Giovanni Becali invece è di tutt’altro avviso.

Mutu sarebbe stato vittima di un accanimento della società che in quell’anno si rifiutò di cedere l’attaccante al Cesena poiché in ballo c’era la salvezza e la squadra romagnola era una diretta concorrente. Tutto ciò comportò anche qui un aut- aut per il calciatore: accettare di essere ceduto soltanto all’estero, oppure non giocare.

Riccardo Garrone e Antonio Cassano

Antonio Cassano ha sempre fatto parlare di sé, sia per le sue magie dentro il rettangolo di gioco, sia per il suo carattere tutt’altro che semplice. Durante il suo periodo alla Sampdoria, viene ufficialmente sospeso dagli allenamenti e dalle partite in quanto, secondo la società blucerchiata, il giocatore ha tenuto un comportamento offensivo e irrispettoso nei confronti del presidente Riccardo Garrone. 

Claudio Lotito vs procuratori: il caso Keita, Pandev, Zarate, Mutarelli e Behrami

Da quando Claudio Lotito è presidente della Lazio, non sono mai mancati i dissidi con i giocatori e soprattutto con i procuratori. Per quanto riguarda Keita Baldé il dissidio tra la società biancoceleste e il procuratore del calciatore avrebbe riguardato incomprensioni in merito al rinnovo del senegalese. Stando alle dichiarazioni del procuratore Roberto Calenda, i capitolini erano sul punto di cedere Keita al Milan lasciando però sullo sfondo anche la Juventus.

Nulla di vero invece secondo Igli Tare, il quale smentisce prontamente queste dichiarazioni, affermando la volontà della Lazio di rinnovare il contratto con l’attaccante senza però ottenere dei risultati.

Il caso Pandev invece trova sempre Lotito impegnato in una lotta con i procuratori, in questo caso Carlo Pallavicino. Sembra che il presidente avesse provato a far rinnovare l’attaccante macedone (prelevato dall’Inter ed esploso alla Lazio) senza prima accordarsi con il suo procuratore che per tutta risposta tirò fuori il suo assistito da ogni trattativa di mercato.

A seguito di ciò, ad agosto 2009 poco prima della Supercoppa Italiana poi vinta contro l’Inter, Lotito spedì in tribuna Pandev. Nacque una vera e propria causa legale che si risolse nel 2010 dando ragione al calciatore e torto alla Lazio.

Sulla stessa scia anche il caso Mauro Zarate. L’attaccante assistito dal suo procuratore il fratello Rolando era ormai ai ferri corti con la società biancoceleste  (dopo essere tornato a seguito del prestito all’Inter).

Dopo essere stato messo ai margini della rosa, decise di non accettare la convocazione proprio contro i nerazzurri. Nacque da questo episodio una causa che vedeva Zarate accusare la Lazio di avergli mosso mobbing e la Lazio accusare a sua volta l’attaccante di aver mentito sostenendo di non poter essere convocato per malattia, per poi farsi avvistare in vacanza alle Maldive.

Lotito ebbe disguidi anche con Lorenzo Marronaro agente del calciatore Massimo Mutarelli. Quest’ultimo nell’estate del 2008 chiese di essere ceduto ma non trovò nessuno disposto a prenderlo. A detta dello stesso Mutarelli fu la Lazio a non volersi accordare con nessuno proprio per fargli un torto. Ovviamente si passò anche qui per vie legali e il centrocampista fu messo fuori rosa.

La vicenda Valon Behrami richiama molto gli episodi elencati precedentemente. Il centrocampista svizzero stufo dell’atteggiamento della società biancoceleste che voleva cederlo a prezzi fuori mercato, minacciò di avvalersi dell’articolo 17 FIFA (articolo che consente ai giocatori che hanno firmato un contratto prima del compimento del 28esimo anno di età di potersi svincolare pagando un indennizzo minimo al club dopo tre anni dalla firma e se gli restano almeno due anni di contratto).

Ovviamente ogni situazione andrebbe analizzata nel dettaglio per capire al meglio le necessità di tutte le parti coinvolte. Quello che più salta all’occhio è come in questo sport si passi dall’essere indispensabili, all’essere a volte un peso. Ciò che resta è la nostra impossibilità a fare a meno del calcio nonostante tutto.

Elisa Licciardi

Exit mobile version