Stagione deludente: i Top & Flop in casa giallorossa

La stagione della Roma è stata deludente ma c'è anche qualche calciatore che si è distinto in positivo

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Tempo di bilanci anche in casa giallorossa.

E’ finita una stagione che ne ha viste tante passando per allenatori, ds, bandiere, fino ad arrivare ai vertici; un terremoto che dopo anni di presidenza americana, promesse e proclami, vede crollare anche i risultati.

Chiuso il campionato ci si appresta a ripartire.
Di certezze ce ne sono poche, anche perché ogni volta che sembrava esserci una sicurezza, questa veniva prontamente sconfessata.

La Roma chiude i giochi lontana dalla zona Champions e guardando nel suo giardino è difficile poter dare dei responsi ma qualche spiraglio sembra aprirsi.

TOP

ZANIOLO – Arrivato in sordina e accompagnato da un’aura di scetticismo legata alla trattativa che lo ha visto protagonista nello scambio con Nainggolan, il giovane ’99 ha saputo farsi apprezzare fin da subito.
Spirito di sacrificio e voglia di rivalsa nei confronti di un passato complicato, a Roma trova la giusta dimensione e due allenatori che ne valorizzano le capacità e le attitudini.
Forse la sorpesa più bella, la più fresca e -con le dovute cautele- quella che in prospettiva può solo valorizzarsi in maniera esponenziale.
L’italiano più giovane di sempre a fare una doppietta nella moderna CL e, non a caso, è stato premiato come miglior giovane del campionato di Serie A.

zaniolo

MIRANTE – Raccoglie il testimone di Olsen, ricambia la fiducia di Mister Ranieri regalando quella sicurezza tra i pali che lo svedese non era riuscito ad infondere.
Silenzioso, laborioso e mai scontato nel suo impegno, studia l’ambiente romano e ne accoglie le potenzialità sfruttandole a proprio favore, è riuscito ad essere decisivo dove altri hanno clamorosamente fallito, forse una delle riconferme quasi scontate per il prossimo anno.

mirante

MANOLAS – Pur attraversando momenti di discontinuità, il greco è sempre stato uno dei capisaldi della difesa giallorossa.
Forte dei meccanismi di una squadra -che per certi versi è ormai più sua che di altri-, irrompe sempre con la grinta di un guerriero, non si discosta mai dai contrasti e se qualche volta ha peccato di presunzione, è stato per coprire quel compagno che proprio non riusciva ad arrivare. Un monumento alla tenancia e, diciamolo sottovoce, al suo attaccamento alla maglia.

manolas

FLOP

SCHICK – Ha provato Di Francesco, ha provato Ranieri: niente il giovane attaccante non si sblocca e quando sembra aver raggiunto il punto per sbocciare, appassisce miseramente. Chiarificatrici le parole di Ranieri :”Provo rammarico per questo giocatore dalle potenzialità infinite, è un campione che non riesce ad esprimersi, a maturare e mi dispiacerà un giorno quando magari verso i 28 anni si sveglierà e capirà di aver buttato via tanto tempo, mi auguro di no, mi auguro si svegli prima e che lo faccia alla Roma.

Patrik Schick

PASTORE – L’ambiente Roma, come dice la celebre battuta di un film, riferendosi ad una famosa mano: “po’ esse ferro o po’ esse piuma…”, per il “Flaco” fino ad ora è sempre stata “ferro”,. Pare aver subito troppo la pressione che, invece di caricarlo ne ha represso il talento. Doveva essere la valida alternativa alle dolorose partenze estive, una ventata d’aria fresca, la soluzione che mancava, è stata l’assenza più pesante in questa Roma. Qualche sprazzo, due piroette che hanno fatto sperare nell’assolo; purtroppo pare sia stato il canto del cigno.

Foto: Mundo Deportivo

NZONZI – Arrivato come il “salvatore della patria”, il campione del Mondo conteso da decine di club, il vice De Rossi, il nuovo Nainggolan.
Con le parole si fanno camminare i treni, peccato che siano di carta ed alla prima raffica volino via dispersi nelle campagne. Un -NO COMMENT- solo per non offendere nessuno.

De-rossi-nzonzi
Il giallorosso

Una citazione per Perotti

Pur giocando poco, a mio avviso è il giocatore che ogni volta che riusciva ad entrare in campo al netto degli infortunii e delle ricadute, è riuscito a cambiare volto alla squadra, gli è mancata la continuità e quel pizzico di fiducia in più. La sua intesa totale con Kolarov poi ne esalta le qualità, il suo agire nell’1 contro 1 lo ha sempre distinto sottoporta, funzionale al gioco dei compagni ed una spalla sempre ricercata.
E’ uno dei giocatori che, visto il trend di rinnovamento a cui sta mirando la Roma, lascerà presto la maglia giallorossa. Un vero peccato.

Altre figure sarebbero potute rientrare in questa riflessione, ma si lascia sempre la porta aperta e, vista la stagione della Roma, forse è meglio rimanere nel dubbio.

Laura Tarani