Tutte le partite contro squadre affrontate dall’Italia nella lunga cavalcata fino alla finale di Berlino 2006 evocano sicuramente ricordi bellissimi e sentimenti contrastanti pressoché nostalgici.
“Ah, giocatori come quelli non se ne vedono più”, “Non vedo l’ora di tornare a vincere una coppa del mondo”, “Ma ti ricordi il gol di Grosso alla Germania?”. E via con la valle dei ricordi.
Ci sono partite che però riportano alla memoria non tanto la vittoria o il bel gol, quanto momenti più dolci e intimi. E Italia-Ucraina è una di queste.
Nel 2006, gli azzurri di Lippi vincono 3-0 contro la squadra di Shevchenko ai quarti di finale del mondiale.
Qualche giorno prima, però, una terribile notizia aveva sconvolto gli uomini di Lippi: Gianluca Pessotto si era buttato dalla sede della Juve ed era in pericolo di vita.
A fine gara, Lippi e i suoi uomini avevano dedicato la vittoria al dirigente bianconero che stava lottando per tra la vita e la morte.
“Vogliamo dedicare questa vittoria a Pessotto“, le prime parole del ct, mentre il capitano Cannavaro a fine partita aveva una bandiera tricolore con la scritta “Pessottino siamo con te“.
“Siamo vicini a Gianluca e alla sua famiglia – ha detto Lippi – e vogliamo che torni presto a gioire con noi“. “Stasera la forza ce l’ha data Gianluca – aveva invece spiegato Gianluca Zambrotta, ex compagno in bianconero di Pessotto – La forza personalmente arriva per lui, il nostro amico della Juve. Lui ci dà la forza e spero che anche noi riusciremo a darla a lui“.
Per molti giocatori dell’Italia, infatti, Pessotto era non solo un ex compagno con cui aver condiviso partite e spogliatoio, ma era soprattutto un amico.
Nel 2006 erano tanti i giocatori della Juventus convocati da Lippi: tra loro, Zambrotta, Del Piero e Ferrara abbandonarono il ritiro azzurro per andare a trovare Pessotto in ospedale.
Tutto poi finì nel verso giusto: Pessotto si salvò e l’Italia vinse i Mondiali.
Ed ecco che ritornano quei vecchi ricordi nostalgici…
Paola Moro