I due protagonisti dell’intervista doppia per il derby della capitale sono due tifosi che hanno vissuto il calcio negli anni ’70, uno da giocatore, l’altro da tifoso.
Loris Boni è stato un giocatore della Roma negli stessi anni in cui Stefano Pantano frequentava la Curva Nord per tifare la sua Lazio.
Dopo 40 anni Boni è diventato allenatore di calcio e ha messo la sua esperienza al servizio di moltissime squadre; Pantano, dopo aver vinto numerose medaglie d’oro nella disciplina della spada a squadre, è diventato conduttore radiofonico e opinionista di calcio.
Quest’anno Loris Boni e Stefano Pantano sono stati ospiti della XII edizione di “Sette Colli Romanisti”, un evento che da qualche anno viene organizzato da Fabrizio Pacifici, che ne è anche l’ideatore, prima del derby della capitale.
Alla fine il derby si giocherà sabato alle 20:30.
Qual è, secondo te, l’atmosfera giusta? Quella del pomeriggio o della sera?
Stefano: Le partite di sera hanno un fascino particolare, ma io sono affezionato alle partite pomeridiane. Appartengo a quella generazione che andava allo stadio la domenica pomeriggio alle 14:30. Poi il cosiddetto spezzatino ha un po’ scombussolato la vita del tifoso che ha dovuto adattarsi a nuovi giorni e a nuovi orari. Però le partite importanti vengono giocate di sera e i momenti più esaltanti e anche le sconfitte più cocenti della Lazio sono legati alle partite serali.
Loris: Sicuramente il pomeriggio è la cosa migliore per tutti perchè il calcio si gioca di pomeriggio non di sera. Di sera si gioca solo per la televisione. Per la sicurezza penso che anche di giorno sia migliore.
Molte partite del nostro campionato sono state decise nei minuti di recupero. Pensi che anche questo derby seguirà questo andamento? Quale squadra potrebbe segnare all’ultimo minuto tra le due?
Stefano: Tra le due squadre è la Lazio ad aver subito più gol nei minuti di recupero, l’ultima partita contro il Genoa e anche con la Sampdoria. La Roma ha risolto con un gol nei minuti di recupero la partita contro il Frosinone, ma in passato è stata rimontata nei minuti di recupero (contro il Cagliari). Io spero che il derby si possa decidere nei 90 minuti regolamentari, senza gol nel recupero.
Loris: Può essere, visto che adesso le partite non durano più 90 minuti. Durante i minuti di recupero si accusa di più la stanchezza e l’ansia e questo a volte può portare a un cambiamento del risultato; chiaro che dipende dall’andamento dell’intera partita ma tutto può succedere. Mi auguro segni la Roma, l’importante è arrivare nei primi quattro e poi si sa cosa vuol dire vincere un derby a Roma.
Questo derby è per la Lazio e Roma il punto di partenza o il punto di arrivo di questa stagione?
Stefano: Per la Roma il derby è importante perché si porterebbe a ridosso della zona Champions che è l’obiettivo della squadra giallorosso in campionato. Per la Lazio, una vittoria, significherebbe non solo allungare sulle avversarie ma anche ritrovare un po’ di ottimismo in questa stagione molto difficile. Una sconfitta per la Roma sarebbe meno penalizzante che per la Lazio.
Loris: E’ una partita importante per entrambe le squadre, la Lazio viene da un periodo un po’ particolare e la Roma sta giocando su un altro fronte importantissimo, ma se si vuole sperare almeno nel quarto posto deve vincere. Un derby molto particolare.
Meglio il prete nella sede della Lazio (a Formello) o la Raggi nella nuova sede della Roma?
Stefano: All’inaugurazione della nuova sede della Roma insieme alla Raggi c’era anche un rappresentante della Chiesa, quindi le due cose si equivalgono.
Loris: Farei a meno di tutti e due francamente. La Raggi forse dovrebbe occuparsi di fare altre cose. La Roma e la Lazio sanno andare avanti con le loro gambe. Io penso che la cosa importante sia che la Raggi metta a posto un po’ Roma perchè in questo momento è un po’ decaduta per altre cose.
Uno striscione della sua curva per il prossimo derby, a chi lo dedicheresti?
Stefano: E’ una stagione nata sotto una cattiva stella e io dedicherei uno striscione alla squadra, per motivarla in mezzo alle difficoltà in un periodo in cui non riescono a raccogliere i meritati risultati. Gli striscioni durante il derby hanno sempre avuto un’importanza notevole. Io me ne ricordo uno in particolare, quello esposto al derby del 25 marzo del 2000, che recitava “Ce risemo, aristate su scherzi a parte” rimarcando una serie di risultati positivi della Lazio.
Loris: Lo dedicherei a Di Bartolomei. Lo esporrei con la scritta “Sono sempre il vostro capitano”.
Completa la frase: la tua squadra vincerà se …
Stefano: La Lazio vincerà se riuscirà a mantenere la concentrazione nell’arco di tutta la partita fino al fischio finale senza flessioni e cali di attenzione.
Loris: La Roma vincerà se ci metterà umiltà e il cuore.
Cosa farà se la sua squadra vincerà il prossimo derby?
Stefano: In questo si vede la differenza tra le due tifoserie: i festeggiamenti dei romanisti possono durare mesi, ma il laziale conserva sempre una certa discrezione. In caso di vittoria della Lazio non mancheranno messaggi spigolosi a qualche amico giallorosso.
Loris: Sarei felice se vincesse la Roma anche se le cose continuano perchè non è solo una partita che fa chiudere un campionato. Si continuerà per raggiungere un obiettivo però sarebbe già un buon passo avanti.
E se lo perdesse?
Stefano: Se la Lazio perdesse il derby difenderò la squadra e i colori dagli attacchi dei tifosi avversari. E la risposta è sempre la stessa: “Noi abbiamo vinto il derby più importante della storia, quello che ha assegnato la Coppa Italia del 26 maggio 2013 e per il quale non c’è rivincita. Siamo gli unici ad aver vinto 4 derby su 4 nella stagione 1997/1998”.
Loris: Se la Roma perdesse bisognerà pensare alla prossima partita per recuperare quello che si è perso. E’ chiaro che perdere un derby è sempre grave.
Stefano Pantano e Loris Boni, dal calcio nostalgico dei derby della domenica pomeriggio agli striscioni delle curve; dalle vittorie alle sconfitte delle loro squadre nella stracittadina più agguerrita d’Italia, si preparano a vivere l’ennesima partita tra Lazio e Roma, sempre uguali e sempre diverse.
Gisella Santoro e Raffaella De Macina