Come se non lo sapessimo, come se non lo avessimo sentito e detto milioni di volte “nel nostro campionato ci sono troppi stranieri e non si valorizzano i giovani“, a rimarcarlo ci pensano i dati CIES (Osservatorio sul calcio allinterno del Centro Internazionale di Studi sullo Sport). Le cifre rivelano che l’Italia e l’Inghilterra sono i due campionati che meno valorizzano i talenti cresciuti in casa, che, di conseguenza, con meno frequenza accedono in prima squadra. Si registra, guardando le ultime cinque stagione, un calo nella formazione dei giovani e un incremento nel numero dei giocatori provenienti dall’estero.
Più nel dettaglio, osservando i cinque campionati più importanti d’Europa (Italia, Inghilterra, Germania, Francia e Spagna) e calcolando la percentuale dei minuti giocati dai giocatori provenienti dai settori giovanili dei 5 campionati, nella stagione appena conclusa, si evince che essi hanno preso parte alle gare dei rispettivi tornei di appartenenza con una media del 14,3% del totale dei minuti disputati, la più bassa di tutti i tempi. In Premier League, nonostante la FA incoraggi i club a investire sui talenti di casa, si è calcolato che i giocatori con tre anni di militanza nel club in cui sono cresciuti tra l’età di 15 e 21 anni hanno giocato solo il 10,2% dei minuti totali della stagione 2014/15. In Italia la situazione è ancora più grave: i calciatori “di casa nostra” hanno giocato solo l’8,5% dei minuti totali giocati in Serie A. Nei fatti, in entrambi i campionati, dalle giovanili il percorso di crescita si arresta e se si accede in prima squadra, troppo spesso non si trova spazio.
Francia e Spagna, in controtendenza, valorizzano i calciatori cresciuti in casa. I giovani francesi e spagnoli, si nota, prendono parte alle gare della prima squadra con maggiore frequenza (rispettivamente con le percentuali del 19,28% e 18,71%). A questo, osservando i dati, si rilevano i dati più bassi circa l’impiego di giocatori provenienti dal resto del mondo, con le percentuali del 30,69% e del 40,78%. Nel nostro campionato, invece, gli stranieri giocano il 56,65% dei minuti totali. Francia e Spagna hanno anche le più basse percentuali relative alla presenza di giocatori stranieri (43,60% e 38,90%). Anche in questo la Serie A è dietro solo alla Premier: in Italia, il campionato è composto dal 60,22% da giocatori stranieri (la percentuale di minuti giocati dagli stessi si attesta ad una media attorno al 46%).
Analizzando le rose delle squadre di Serie A della stagione conclusa notiamo come siano le squadre della parte alta della classifica, salvo qualche eccezione, ad avere le percentuali più alte di stranieri in rosa. Inter, Napoli e Fiorentina sono le squadre con la minor percentuale di italiani. La Juventus, invece, ha una prevalenza di giocatori italiani, che costituiscono lo zoccolo duro della Nazionale. La squadra più italiana di tutte è il Parma, seguito a ruota dal Sassuolo.
Per fortuna ci sono i giovani, verrebbe da dire, poiché i dati relativi al campionato primavera sono confortanti: gli stranieri tesserati per le squadre del campionato Primavera sono appena 176 e costituiscono il 15,13% del totale. Ne consegue quindi che l’84,87% dei ragazzi sia di nazionalità italiana.
Sono anni che i vertici del calcio italiano cercano di porre fine all’invasione di stranieri che riduce lo spazio dei giovani italiani in Serie A, ma pare che la situazione sia peggiorata.
Caterina Autiero