I Centri federali territoriali, la Figc punta sui giovani

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La Federazione italiana giuoco calcio approva la nascita dei Centri federali territoriali con l’intento di valorizzare il calcio giovanile, femminile e il Calcio a 5 (Futsal camp).

Sulla scia delle esperienze svolta dalle altre federazioni, in particolare quella tedesca, tramite il Settore giovanile e scolastico, la Figc mira a fare dei Centri federali territoriali (Cft) dei veri e propri poli di eccellenza per la valorizzazione e la formazione tecnico-sportiva di calciatori e calciatrici in età compresa tra i 12 e i 14 anni; bacino d’utenza che attualmente è composta da 150mila ragazzi e 3.500 ragazze (tesserati per la Federazione nelle componenti non professionistiche).

Un progetto innovativo che, partito questo mese di ottobre con il primo centro pilota a Firenze per giungere a conclusione a maggio 2020, vedrà la nascita di 200 Cft con 1.200 tecnici qualificati, 200 dirigenti e 30mila ore di lavoro e avrà questi obiettivi:

ricerca e valorizzazione del talento “nascosto”;

sviluppare processi formativi omogenei uniti allo sviluppo di competenze tecniche;

opportunità di crescita dell’attività femminile giovanile a livello qualitativo e quantitativo e supportare/preparare il lavoro tecnico ed educativo per l’accesso alle nazionali giovanili.

Una volta che il programma dei Centri federali territoriali sarà arrivato a regime, saranno stati monitorati 836.401 giovani calciatori nella fascia di età 12/14 anni.

Il progetto del Futsal camp, prevede l’osservazione di 3mila atleti ogni stagione in 300 partite, interessando 10mila giocatori di calcio a 5 in età compresa tra i 13 e i 18 anni e che si pone tra gli obiettivi, quello di aumentare i livelli di motivazione e determinazione da parte dei giovani atleti di calcio a 5 attraverso una filiera di crescita tecnica per migliori prospetti di formazione italiana dall’età di 13 anni fino alla Nazionale di Futsal Under 21.

Un’attività di formazione che va dall’allenamento sul campo, agli incontri con psicologi per favorire la crescita della cultura sportiva fino agli incontri con arbitri per affrontare temi specifici sul regolamento di gioco.

Un percorso lungo e ambizioso quello messo in campo dalla Figc che vuole ridurre (e abbattere) l’abbandono del calciatore di talento in età giovanile, migliorare gli strumenti di monitoraggio e la cultura del lavoro del calciatore orientata al risultato sportivo.

Come fare tutto ciò? Con un alto tasso qualitativo di tecnici a disposizione, con il ruolo di integrazione che ha il calcio (37.750 giovani calciatori tesserati) e l’aumento di ragazzi, tra i 5 e i 16 anni, che praticano calcio.

Francesca Di Giuseppe