I 10 motivi per tifare Sampdoria

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Correva l’anno 1989, 10 maggio per la precisione. Io, bimbetta di otto anni, mi affaccio nel salone dove mio padre stava distrattamente guardando una partita di calcio come accadeva spesso. Però, a differenza delle altre volte, gli omini che correvano dietro al pallone non avevano la maglia bianconera (mio padre tifoso juventino) ma una blu e granata e l’altra ne aveva una che da subito rapì i miei sguardi ovvero sfondo blu con righe bianche, rosso e nere. Fino ad allora il calcio non mi aveva mai troppo interessato, ma quelle maglie e quello sventolio di sciarpe colorate di blu coi cerchi mi avevano rapita, allora mi fermai a guardare questa partita, che scoprii poi essere la sciagurata finale di Coppa Uefa fra il Barcellona del mitico Cruijff e la Sampdoria, orfana di Vialli e Mancini assenti per infortunio. Purtroppo la gara terminò 2 a 0 per i catalani, ma quella sera nacque una grande storia d’amore.
Nel corso degli anni mi sono spesso interrogata su cosa abbia spinto una sud piemontese proveniente da famiglia juventina a tifare Sampdoria, ebbene ancora non mi do risposta ma cercherò brevemente di elencarne i 10 motivi principali.

1)La maglia. Ovviamente la Samp possiede una delle maglie più belle del mondo, non sono certo io a dirlo. La rivista inglese FourFourTwo l’ha eletta come migliore di tutte. Ok, i “cugini” ci definiscono ciclisti ma, alla fine a me sono sempre piaciute le divise dei corridori.

2) I Gemelli del gol, al secolo Gianluca Vialli e Roberto Mancini. Chi ha avuto la fortuna di vederli giocare insieme non può che continuare a pensare a loro e allo spettacolo che la squadra dello scudetto ha regalato a tutti i tifosi che ahimè ora vivono di rimpianti per un calcio che non tornerà più.

3) La Curva Sud. La prima volta che andai a vedere una partita della mia Samp dai distinti rimasi praticamente tutta la partita incantata a guardare lo spettacolo di colori e i cori che per tutto l’incontro accompagnarono la squadra in campo. Nei derby poi sempre pelle d’oca, solo loro valgono il biglietto speso.

4) Lo Stadio “Ferraris”. Per noi non esiste stadio più bello e in nessun altro si vede così bene.

5) Lettera da Amsterdam. Canzone dei New Trolls, storico gruppo genovese con un amore infinito per la Sampdoria tanto da dedicarle un album in occasione dello scudetto del ’91.
Questo pezzo, insieme alla sciarpata che parte in contemporanea, potrebbe essere un buon mezzo per far capitolare una ragazza blucerchiata, provare per credere.

6) Ambiente famigliare. Si può tranquillamente andare sole allo stadio e farsi la compagnia disinteressata di persone unite da un’unica passione.

7) Fedeltà. Essere sampdoriani insegna a essere molto fedeli. Se si è sampdoriani consapevolmente si sa quanto le delusioni superino di gran lunga i momenti di gioia ma ogni anno si è sempre sugli spalti a tifare e a gioire ad ogni vittoria.

8) Pazienza. Vedi punto cinque. Ogni anno si spera sempre sia quello della svolta, c’è sempre qualche giocatore che per un’annata conquista i cuori di tutti segnando contro chiunque, ci si aspetta quindi l’anno successivo strepitoso per poi leggere che il “bomber” è stato venduto alla big di turno. E quindi si ricomincia.

9) Il Centro Sportivo “Mugnaini” di Bogliasco. Una vera oasi in mezzo al verde che per arrivarci in macchina devi mettere in preventivo di rifarti una fiancata visto la larghezza ridotta della via per raggiungerlo o se decidi di avventurarti a piedi devi allenarti per una settimana di fila. Ma una struttura raccolta che fa vivere ai tifosi in pieno l’atmosfera calda dei prepartita.

10) Paolo Mantovani. Il Presidente per antonomasia, quello grazie al quale ti sei innamorata di questa società, che ha portato i colori blucerchiati accanto a quelli delle società che contano, colui che ha dedicato la vita per una città che lo ha adottato. Il suo ricordo è il motivo più importante di tutti perché ha creato “lo stile Sampdoria” che non tramonterà mai.

 

Claudia Carrega