E’ stata una tragedia trasversale, che ha coinvolto nazioni diverse, dall’Italia che ha pagato il tributo maggiore in quanto a numero di vittime alla Francia, al Belgio e all’Irlanda e i loro morti.
L’Heysel e i suoi trentanove tifosi volati via, una tragedia trasversale anche perché non ha riguardato solo il club bianconero ma l’interno mondo del calcio, ammutolito di fronte agli accadimenti di quel 29 maggio 1985, durante la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool.
Oggi, come da diversi anni, il Parlamento Europeo ha ricordato l’Heysel con un doppio appuntamento: alle 9,30 è stata deposta una corona di fiori in quello che un tempo era il settore Z dove si è perpetuata la tragedia e dove c’è una lapide commemorativa; successivamente si è tenuto un incontro sulla sicurezza degli eventi sportivi all’Europarlamento.
L’iniziativa, promossa dall’eurodeputato Alberto Cirio, ha avuto tra i partecipanti Andrea Lorentini, presidente dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel, Beppe Franzo, presidente dell’Associazione Quelli di Via Filadelfia; presente il gonfalone della Juventus, con Paolo Garimberti, presidente dello Juventus Museum, e Gianluca Pessotto, team manager della Primavera Juventus.
Molti i rappresentanti di vari club bianconeri e i testimoni presenti alla giornata.
“Ci sono state tre fasi distinte nella tragedia dell’Heysel – ha ricordato Beppe Franzo che ho raggiunto a Bruxelles – dopo una prima fase di incredulità e di shock, di metabolizzazione di un evento ancora oggi in parte con verità da chiarire c’è stata la fase del mantenimento del ricordo; la stessa Juventus nella figura di Andrea Agnelli si è attivata per questo e i vari club bianconeri, ognuno in modo diverso, ha contribuito a questo mantenimento.
Oggi siamo nella terza fase, la storicizzazione dell’Heysel.
Stiamo tramandando la tragedia alla memoria futura; basti pensare ad esempio alle opere intitolate alla tragedia e ai suoi morti ignoro per l’Italia, dal campo di calcio a Moncalieri intitolato a Domenico Russo alla recentissima piazzetta Vittime dell’Heysel a Torino“.
Silvia Sanmory