Hernán Crespo torna in Argentina, è l’allenatore del Club Atlético Banfield

Hernán Crespo torna in Argentina e diventa il nuovo allenatore del Club Atlético Banfield, club argentino in 10' posizione, due punti avanti i Campeones de América. Addio o arrivederci al Bel Paese? L'Italia saluta un figliol prodigo...

0
604

Mentre in Italia sovviene quasi improvvisa, in Argentina la notizia circolava già da qualche giorno, adesso è certezza e ufficialità: Hernán Crespo è il nuovo allenatore del Club Atlétic  Banfield.

A renderlo ufficiale è lo stesso club argentino che lo accoglie nella famiglia del Banfield con queste parole “¡Bienvenido Hernán a la familia Banfileña” nel post Instagram attraverso il quale rende ufficiale il connubio.

E’ stata presentata nella giornata di ieri quella che è stata l’ufficializzazione di un ritorno a casa dopo una vita ‘all’Italiana’.

Durante la presentazione, alla quale ha presenziato il presidente, o meglio, la presidentessa Lucía Barbuto che gli ha ‘consegnato’ la prima camiseta, l’ex id Parma, Inter, Milan, Lazio, Chelsea, Genoa e River Plate ha espresso parole di entusiasmo e passione che solo il futbol può regalare ad un argentino che torna a quello stesso futbol dal quale proviene e dal quale si era separato ormai parecchio tempo fa.

Crespo-Argentina-Getty Images
Hernan Crespo celebrates after forcing an own goal from Mexico’s Jared Borgetti (Photo by EMPICS Sport – EMPICS/PA Images via Getty Images)

Almeno fino al 3 luglio 2007 quando calcò l’ultima volta il campo con la maglia della Seleccion, segnando dal dischetto la rete dell’1-1 di quell’Argentina-Colombia di Coppa America, finita poi 4-3 per gli Argentini.

Altre volte indossò la maglia albiceleste senza però mai scendere in campo, fino a quel 21 novembre dello stesso anno quando fu nella lista dei convocati per l’ultima volta, suo ultimo appuntamento con il futbol.

Ma quello per Hernán, il terzo miglior marcatore della storia argentina con 35 gol in 64 presenze, dopo Leo Messi capolista e Batistuta, non poteva essere un addio e infatti era un arrivederci.

Ieri inizia per lui  non solo una nuova avventura, forse la più importante e sicuramente la più onerosa in termini affettivi. Per la prima volta su una panchina in Prima división non soltanto argentina, ma in carriera: dopo aver guidato il Parma Primavera è stato al Modena per poi tornare in crociato ma come dirigente, rescindendo poi lo scorso gennaio; per lui è la prima volta su una panchina in massima serie.

Come se non bastasse, dopo essere cresciuto nella cantera del River Plate è stato acquistato dal Parma senza mai ritornare in Argentina, se non appunto con la Seleccion. Dopo essersi separato dalla Plata è approdato in Italia dove ha praticamente condotto più di vent’anni della sua vita e lasciata soltanto per una parentesi al Chelsea dal 2003 al 2007, tra cui si interpone un anno al Milan, ‘el Valdanito’ torna nella sua Argentina.

Quando arrivi in Italia piangi due volte: quando arrivi e quando vai via…

L’Italia perde praticamente un caposaldo della storia contemporanea calcistica, ma un po’ come quando quegli 8 miliardi di lire lo portarono in Italia strappandolo dalla Buenos Aires che lo aveva coltivato, molto probabilmente anche in questo caso non sarà un addio ma auspichiamo sia un arrivederci.

Come all’epoca l’Argentina, oggi l’Italia, per Hernan Crespo, è casa sua: in Italia dal 1996 quando si trasferì in quello che è il Grande Parma con il quale ha vinto una Coppa Italia e una Coppa UEFA con Crespo decisivo in entrambe le finali, una Supercoppa italiana e un secondo posto in classifica. Con i ducali segna 62 gol in 116 presenze diventando il migliore marcatore in Serie A della storia del Parma.

Un anno prima di approdare in Emilia Romagna, nel 1995, durante un incontro tra River Plate e Juventus, il giovane aveva attratto i torinesi che avevano avviato una trattativa in fase di conclusione fino all’intervento di Sivoni che ne sconsigliò il tesseramento sollevando in Società interrogativi che scombinarono fino a far saltare l’operazione.

Poi andò a Parma dove oltre a scrivere la storia a suon di reti ed esultanze, fu protagonista di un altro episodio storico: la Lazio nel luglio 2000 se ne aggiudicò il cartellino per la bellezza di 35 miliardi di lire più il cartellino di Almeyda e Concencao, per un potenziale valore complessivo che ammontava a circa 110 miliardi di lire. Passò come l’affare più oneroso del calcio italiano e mondiale, almeno fino all’acquisto di Figo da parte dei Blancos, qualche mese dopo (cifre Superate abbondantemente negli ultimi anni).

E i Blancos dovrebbero essere la destinazione successiva per l’Argentino che veste la maglia biancoceleste per due anni. Nel primo anno alla Lazio si impone come capocannoniere con 28 reti segnate senza riuscire però ad ottenere i risultati stagionali che la squadra si era prefissata, e ancor peggio andò l’anno successivo quando non arrivarono i risultati collettivi e anche quelli individuali furono meno esplosivi. 

Nel 2002 Crespo sembra avere un biglietto di solo andata per la Spagna e il Real Madrid ma il passaggio del Fenomeno dall’Inter ai Blancos ne scombinò le carte e invertì le destinazioni: il 9 argentino da Roma vola a Milano, il 9 brasiliano da Milano a Madrid.

Ronaldo-Inter-Real Madrid-calciomercato

Ed è la numero 9 che l’Inter affida ad Hernán, numero che lo accompagnerà per tutta la stagione. Dopo il triste e ancora troppo ardente 5 maggio si apriva una stagione europea immensa per le italiane, tre delle prime quattro erano italiane e l’Inter arriva in semifinale anche e soprattutto grazie a Crespo che nella competizione diventa capocannoniere con 9 gol ma un infortunio lo stoppa sul più bello. L’Inter ‘cadrà’ in semifinale per differenza reti ed esce a discapito del Milan che finisce in finale e vince la Coppa dalle grandi orecchie contro la Juventus in quella che passò come la finale di Manchester.

Il 26 agosto 2003 saluta i nerazzurri che incassano 26 milioni dal Chelsea di Abramovic dove resterà fino al 2007 ma nella stagione 2004/2005 torna in Italia, in prestito al Milan. La prima parentesi Blues (prima di passare in rossonero) lo vede avvicinarsi ancora una volta alla Champions ma ancora una volta, come nella stagione precedente, l’argentino non sembra destinato a sollevarla e la sua avventura in Europa si infrange ancora una volta nella frastagliata costa della Semifinale.

Crespo-Milan-Liverpool-GettyImages-

E’ col Milan che finalmente arriva in finale ed è con il Milan che quella Coppa sembra finalmente alla portata.

Finale di Champions, Istanbul 2005, si gioca Milan-Liverpool, i rossoneri sono avanti 3-0  e il nome di Crespo è già due volte sul tabellino. Anche in quel caso però sembra non essere la volta giusta e dal 3-0 il risultato si fissa sul 3-3 fino a costringere le due compagini a presentarsi in uno contro uno nell’area piccola ma il piccolo eroe Reds, sfascia la festa e la vittoria è dei Reds. Ancora una volta Crespo è costretto a guardare.

Dopo di lui tanti altri argentini riuscirono nell’impresa di segnare una doppietta in finale di UCL ma quella fu l’unica doppietta della storia della Champions segnata dalla squadra sconfitta. Nessuno prima di lui aveva mai segnato una doppietta in una finale di Champions che poi non riesce a conquistare e dopo quel 25 maggio 2005 nessuno dopo di lui lo fece ancora.

Tornò al Chelsea e poi di nuovo all’Inter di Mancini con il quale vinse ancora, agguantando addirittura il primo titolo il giorno stesso del ri-esordio, in finale di Supercoppa italiana contro la Roma durante la quale segnò e potè festeggiare il titolo vinto tra l’altro in rimonta.

Ne arrivò una seconda Supercoppa e altri tre Scudetti, fino al 2009 quando a fine giugno, ormai in fase calante della carriera passa al Genoa per sostituire Diego Alberto Milito, capocannoniere della Serie A, acquistato dall’Inter ma ancora una volta il destino gli riservava una brutta carta. Lo stesso Milito che sostituiva e lo sostituiva, qualche mese dopo il suo passaggio, avvenuto a gennaio 2010, al Parma, consegna la tanto agognata Coppa dei Campioni a Massimo Moratti e all’Inter.

“Ho smesso di giocare a 36 anni ma ho smesso quando sono andato via dall’Inter. Il Crespo vero è finito all’Inter. A Parma fu un atto d’amore” 

Rimane in doriano fino al 2012 quando annuncia definitivamente il suo addio al calcio, a 36 anni, dopo aver dato praticamente tutto a quello che lo aveva generato: il pallone e l’Italia. Ma la parola fine non sempre significa la fine e malgrado l’Italia e il mondo del calcio non poteva che applaudire un figliol prodigo che da italiano soltanto in Serie A ha collezionato ben 340 presenze segnando 153 reti e 50 presenze con 21 reti in UCL. 

Crespo nel 2012 saluta il calcio giocato, non intendendo però salutare il calcio in generale, conseguendo il tesserino di allenatore di Prima Categoria-Uefa Pro a Coverciano. Nel 2012 arriva il Parma Primavera, poi il Modena, ora il Banfield e chissà che non sia proprio nella sua Argentina la volta giusta dell’esplosione di Valdanito allenatore. 

 

 

Egle Patanè