Ancora presto per parlare di ‘ancelottismo‘ perchè il buon Carletto sa che la rivoluzione necessita di un processo lento e che sarebbe stato impossibile e controproducente spazzare via quanto di buono è stato fatto nell’era Sarri.
Nessuno stravolgimento ma, contro la Lazio, si sono intravisti sprazzi del nuovo corso che andranno via via a creare ciò che sarà il Napoli targato Ancelotti.
Un Napoli più versatile che, quindi, non può fare a meno di un attaccante con le caratteristiche di Mertens.
Il belga è un giocatore di ottima qualità e per questo le sue possibilità di impiego sono molteplici.
E’ lui il jolly offensivo nelle mani di Ancelotti; è lui, più di altri, capace di svariare su tutto il fronte d’attacco e permettere alla squadra di schierarsi in più modi anche a gara in corso.
Lo abbiamo visto giocare da prima punta nelle ultime due stagioni, “adattato” per esigenza (l’infortunio di Milik) ma capace di realizzare ben 56 goal: 34 il primo anno, 22 il secondo.
Con il polacco ritrovato, con il quale Mertens ha dimostrato di avere molto feeling, sembra impensabile rinunciare a uno dei due. Il ‘piccolo folletto’ belga rappresenta una valida alternativa al gigante voglioso di una stagione da protagonista nel ruolo di prima punta, ecco però, che il ruolo di seconda punta in un 442 (con gli esterni disposti al sacrificio) sembra essere nel suo futuro a formare la coppia M&M che può essere il segno distintivo dell’offensiva del nuovo Napoli.
Un Napoli che non rinuncia al suo Capitano, nonostante un’estate minata da sirene cinesi. Ancelotti ha convinto Marek a restare a Napoli riuscendo a dargli nuovi stimoli proponendogli una nuova sfida. Come fatto in passato con Andrea Pirlo reinventato da Carletto nel ruolo di regista al Milan ha fatto lo stesso con l’Azzurro.
Le prime uscite pre campionato e la partita con la Lazio però hanno fatto emergere alcune lacune date dalla sua propensione ad avanzare la sua posizione alla caccia del gol lasciando spesso il centrocampo scoperto.
Indubbiamente l’adattamento alla nuova posizione di campo richiede tempo ma Ancelotti sa di poter contare su un centrale che per le sue doti, la sua visione di gioco e la sua tecnica può rappresentare un jolly di centrocampo perchè, se la cabina di regia è una posizione nuova, il Capitano azzurro, in carriera, ha spaziato dal ruolo di mezzala a quello di trequartista… più versatile di così…!
Caterina Autiero